Luciano Lucignani

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Luciano Lucignani (1922 – 2008), regista e sceneggiatore italiano.

  • I fucili di Madre Carrar [di Bertolt Brecht] (che è tra l'altro, l'adattamento di un dramma dello scrittore irlandese J. M. Synge) restano un esempio assai efficace di come il teatro possa essere uno strumento di eccezionale utilità se alla giustezza dell'uso s'accompagna la grandezza dello scrittore. (da Cinque modi per conoscere il teatro, p. 241)
  • Brecht non può esser confuso con quelli che chiamiamo «scrittori di propaganda»: il rigore intellettuale e la coerenza morale di cui la sua vita fu una prova continua, lo escludono in modo assoluto; e per questo il suo teatro esercita una così grande influenza sulla nuova drammaturgia europea restituendo con naturale semplicità quest'arte alla sua funzione sociale e adeguandola alle nostre nuove necessità di uomini che sanno di avere, comunque, un futuro. (da Cinque modi per conoscere il teatro, p. 241)

La funzione del teatro[modifica]

Incipit[modifica]

Il teatro esiste da oltre duemila anni. Questo significa, evidentemente, che esso deve aver svolto una funzione nella società, deve aver risposto, cioè, ad una reale esigenza degli uomini, ad una necessità del loro vivere concreto. Tutto ciò che sopravvive continua a soddisfare un bisogno vitale dell'uomo in quanto essere sociale. Qual è, allora, la funzione del teatro? Identificarla vuol dire comprendere anche la sua natura, capire meglio i motivi della sua reale o presunta decadenza attuale.

Citazioni[modifica]

  • Il rito è una cerimonia sacra fin tanto che coloro i quali lo praticano o vi assistono sentono di partecipare ad un'azione che ha, com'è proprio del rito, un fine economico immediato. (p. XI)
  • Il rito diventa teatro nel momento stesso in cui, avendo perduto quel carattere sacro, viene, in un certo senso, ad acquistarne uno nuovo, più propriamente sociale, morale e infine artistico. (p. XI)
  • Il teatro deriva la sua tecnica e la sua funzione dal rito magico; abbiamo anche aggiunto che questo rito è un'azione alla quale i partecipanti attribuiscono poteri tali da consentire la sopravvivenza materiale della collettività. (p. XII)
  • Quando nella sua Poetica, Aristotele scrive che il fine della tragedia (cioè del teatro) è la catarsi, egli afferma soprattutto questo, che la tragedia ha un fine pratico, la purificazione del corpo sociale, ossia la conoscenza e quindi la difesa dai mali che lo turbano, attraverso la loro rappresentazione in pubblico. (p. XIII)
  • L'unità di misura del teatro come rappresentazione è l'uomo, e quest'uomo deve poter essere riconosciuto da coloro che siedono nella platea come uno di loro, come un campione, nel bene e nel male, di ciò che essi sono, temono o sperano di essere; un eroe, insomma. (p. XV)
  • Il teatro continua ad esistere, e non soltanto come abitudine, come modo d'impiego del tempo libero, ma come esigenza profonda e ineliminabile della vita sociale... (p. XVII)

Bibliografia[modifica]

  • Luciano Lucignani, La funzione del teatro, introduzione a Cinque modi per conoscere il teatro, a cura di Vittorio Gassman e di Luciano Lucignani, Edindustria Editoriale, Roma 1962.

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