Ludovica Martino

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Ludovica Martino (1997 – vivente), attrice italiana.

Citazioni di Ludovica Martino[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • I social sono un grande mezzo, una grande cassa di risonanza per chi ha tanti seguaci. Nel mio caso mi sento un peso, una responsabilità. Ma dico sempre che molto dipende dal senso civico, da come si utilizzano i social. Sono un potere incredibile, in mano hai veramente uno strumento di comunicazione che se utilizzato nel modo giusto può portare solo dei benefici e può essere di aiuto. [...] È un mezzo utilissimo ma va utilizzato con senso della misura. Non per mercificare o per lanciare messaggi sbagliati, soprattutto perché i social sono rivolti e utilizzati principalmente a un pubblico sempre più giovane.[1]
  • Io cerco sempre di lanciare dei messaggi di positività, di incoraggiamento nei confronti dei giovani, a inseguire le loro ambizioni, i loro talenti e sogni. Come se dovessero seguire il flusso di quello che veramente sentono di poter fare. Ognuno di noi ha un talento, ha una cosa dentro. Bisogna assecondare quella strada.[1]
  • [«[...] come ti ci sei trovata a lavorare a Security con Peter Chelsom?»] I suoi figli sono fan di SKAM Italia e gli hanno detto: "Papà, perché non le fai un provino?". Gli hanno rotto talmente tanto le scatole che alla fine Peter si è guardato tutta la serie e mi ha chiamato senza farmi fare l'audizione: "Tu hai quella fragilità che è perfetta per il mio personaggio, lo vuoi interpretare?". Lui è il regista di Shall We Dance?, di Serendipity, di The Space Between Us, poi il direttore della fotografia è Mauro Fiore, premio Oscar per Avatar, capisci? Abbiamo fatto un incontro conoscitivo, non sapevo che mi avrebbe proposto il ruolo. Quindi appena me l'ha detto sono scoppiata a piangere. E Peter è scoppiato a piangere appresso a me, una scena assurda.[2]
  • Questo lavoro [la recitazione] si fonda sullo studio, il talento e l'esperienza sul set. [...] Con l'esperienza impari a nasconderti perfettamente dietro il personaggio, anche attraverso il trucco e i capelli.[3]
  • [«Qual è la differenza tra essere un attore di cinema e un attore di serie tv?»] Questa cosa è superata adesso: era una concezione del passato che ha creato tanto snobismo nei confronti delle serie tv. Ora abbiamo delle serie di grandi qualità [...] e sta diventando insopportabile subire questo snobismo. Ora anche le grandi star partecipano a queste produzioni, quindi si è persa un po' la differenza tra attori di serie tv e di cinema. È una prospettiva interessante combattere questa credenza antica. Nella mia opinione è meglio fare una bella serie piuttosto che un film di scarsa qualità. Che poi dipende tutto dalla sceneggiatura.[3]

«Il mio segreto è lo studio»

Intervista di Maria Laura Giovagnini, iodonna.it, 15 maggio 2021.

  • "Credi nei tuoi sogni!" ci dicevano. No, questo no, per favore: a scuola di recitazione avrei preferito avvertimenti pragmatici sul mestiere dell'attrice! [«Perché, non va bene credere nei sogni?»] Certo, se l'invito fosse accompagnato da un'altra sollecitazione: studia! Noi, venticinquenni o giù di lì, siamo destinati a portarci addosso una frustrazione pazzesca se non mettiamo a fuoco l'inganno di questa epoca: la mancanza di contatto con la realtà.
  • Prendiamo il mio campo: laddove non arriva il talento, arriva la preparazione. Se una scena è complessa e non ti viene, non ci sono magie: non ti verrà — non c'è santo cui votarsi — a meno che tu apra la valigetta degli strumenti e tiri fuori la tecnica.
  • Ero un po' sfaticata, in classe mi applicavo l'indispensabile e la massima aspirazione era fare la "divanara" davanti alla tv. Mia madre aveva tentato di tutto per schiodarmi (il pianoforte, il canto, lo sport): niente. A 13 anni ho accettato di provare il corso di recitazione, visto che era proprio sotto casa: dopo due lezioni ne ero pazza! A quel punto era mamma a dire: "Mhmmm, sei sicura?". Le lezioni costicchiavano... [ride, ndr]
  • A ognuno il suo mestiere. Detesto gli improvvisati.

"Spero sempre di sparire nei miei personaggi"

Intervista di Maria Bastianello, theitalianreve.com, 2 ottobre 2021.

  • Il mio primo ricordo legato al mondo del cinema è Il film Narnia. Andai con la mia famiglia al cinema. Ci ero andata solo poche volte prima di allora e mi sembrava tutto così gigante e ad alto volume che mi sembrava di essere parte di quella realtà magica e incantevole. Per giorni ho pensato di essere entrata nell'armadio. [ride, ndr]
  • [«Qual è quella cosa che ti fa dire di "sì" ad un progetto, quando ne leggi la sceneggiatura?»] Se mi emoziona dico sì. Non ci penso due volte. Sento una spinta irrefrenabile nel voler raccontare quella storia lì e nel voler iniziare il film il prima possibile con il massimo impegno. Quando sento che questo innamoramento avviene, mi butto a capofitto. Ma comunque farei sempre e solo film che da spettatore andrei a vedere.
  • Io amo immensamente girare film in costume. Adoro gli abiti e le ambientazioni d'epoca, sebbene sia molto difficile replicare lo stile di vita di un tempo passato provo una forte attrazione nel suo racconto ed è per questo che amo cimentarmici.
  • In realtà spero sempre di sparire nei miei personaggi. Vorrei nascondere Ludovica il più possibile.

«Io, tra La Svolta, SKAM e la voglia di raccontare storie»

Intervista di Manuela Santacatterina, hotcorn.com, 3 dicembre 2021.

  • [Sulla recitazione] Questo lavoro io lo faccio non per manie di protagonismo ma per raccontare storie.
  • All'inizio facevo tutto, ho fatto la gavetta: per iniziare, per imparare, per fare esperienza sul set che è diversa dall'esperienza che si fa nelle scuole di recitazione. L'esperienza sul campo ti arricchisce tantissimo, avevo proprio fame di imparare, di migliorarmi, di apprendere.
  • [«Qual è stata la tua svolta professionale?»] Sicuramente il ruolo di Eva di SKAM Italia. È stata molto graduale. All'inizio pensavo di girare qualcosa per YouTube, non avevo capito cosa stavo facendo [ride, ndr]. Mi hanno detto che si trattava di una serie low budget, senza trucco, girata con la camera a mano. E invece mi sono ritrovata tra le mani una serie grossa, però partita come qualcosa di veramente molto piccolo. Credo ci sia scoppiata la bomba in mano durante il primo lockdown [della pandemia di COVID-19] che nella tragedia più totale ha fatto sì che la gente stesse a casa e si attaccasse a generi di conforto che, oltre essere le torte, erano anche le serie TV. E in quel momento usciva proprio SKAM Italia 4. Buona parte degli italiani l'ha vista. Da zero persone che mi seguivano ho avuto un fandome enorme e improvviso.

"La mia generazione è stata salvata dal #MeToo"

Intervista di Massimo Balsamo, ilgiornale.it, 11 aprile 2022.

  • [«Che rapporto ha con la sensualità?»] Non ho mai messo in mostra il lato sexy nella vita pubblica, perché penso di non averlo [ride, ndr]. Non è una delle mie chiavi più funzionanti. Nella vita privata, poi, uno fa quello che vuole. Ma la sensualità non è una delle mie skills. A scuola di recitazione per me era una tragedia dover fare le scene con un personaggio sensuale. Ma piano piano [...] ci sono riuscita e anche crescendo sono migliorata e va molto meglio. Ma sia chiaro, non sono una di quelle che posta il culo su Instagram. La femminilità è un'arma che so di possedere, ma che tendenzialmente non uso. La recitazione mi ha aiutato tantissimo da questo punto di vista: io pensavo di avere un blocco, non mi sentivo sexy ed accattivante, ma facendolo per gioco e per finta mi sono sciolta.
  • [«Cosa ne pensa del politicamente corretto, ormai dilagante in Italia?»] Secondo me serviva uno scossone. C'erano discorsi molto patriarcali, di retaggio di cultura passata, c'era poco rispetto per tante identità di genere, ma anche per le donne. L'italiano medio non ha i guanti bianchi del rispetto quando parla. Ma io sono sempre per le mezze misure: a volte si esagera anche dal lato opposto. A volte il politicamente corretto è un po' troppo. Ma sono contenta di questa ondata di presa di coscienza.
  • [«La rivoluzione femminile è in atto, il #MeToo ha cambiato qualcosa. A che punto siamo?»] Io ho iniziato la mia carriera poco prima della nascita del #MeToo. Ricordo che ai provini erano tutti un po’ terrorizzati. Credo che la mia generazione sia stata salvata dal #MeToo, siamo state salvaguardate da chi ha denunciato. [...] Per quanto riguarda la rivoluzione femminile, parlo solo della film industry, non posso parlare di altri settori perché non mi compete: ora c'è molto più spazio per le donne nel mondo del cinema. Si sta muovendo qualcosa, ma c'è tanto da fare. Anche a livello di ruoli, vengono scritte tante storie al maschile, mentre i ruoli delle donne sono a volte stereotipati. Spesso ci fanno fare le amanti o le mogli, mai le donne. Ma dei passi in avanti li noto: acquisiamo sempre più potere, ma dobbiamo arrivare alla parità.
  • [«Che rapporto ha con la fede?»] Non lo so ancora. Non l'ho ancora capito. Io ho frequentato abbastanza le chiese, andavo a catechismo ma solo perché mi piacevano i ragazzetti [ride, ndr]. Ho capito che l'ambiente non mi piace, ma continuo a pensare che ci sia un'entità, un qualcosa. Ci sono delle energie che muovono il mondo, c'è un destino, c'è qualcosa che mi protegge, ma non so se sia identificato con Dio o con altro.

«L'amore perdona, io no»

Intervista di Alessandra De Tommasi, vanityfair.it, 25 luglio 2022.

  • Girare un film leggero aiuta il pubblico a staccare ma anche noi attori [...]
  • [«Il suo mestiere è piuttosto nomade. Le piace questa dimensione?»] Moltissimo: mi attrae qualsiasi tipo di destinazione, dalla montagna al deserto, ovunque. Invitami e io prendo la valigia e arrivo. Se potessi, spenderei tutta la vita in giro [...]. È qualcosa che mi ha inculcato mamma, con cui ho girato moltissimo, esplorando posti diversi, perdendomi in luoghi sconosciuti.
  • [«[...] non ha mai messo la carriera dopo l'amore?»] Mai: non mi sono mai messa in secondo piano per far funzionare un rapporto. Sarò egoista ma la carriera viene prima dell'amore. Se i fidanzati hanno provato a imporre i loro desideri sui miei li ho lasciati perché il lavoro mi identifica e mi definisce come persona. [...] Chi sta con un'attrice deve mettere in conto tante cose, come il fatto di baciare continuamente altre persone e spostarsi di continuo. Un compagno ci si deve adattare.
  • Io sto bene anche da sola. [...] Ad esempio io a volte amo andare a cena in solitaria o, come dico io, "mi porto a cena". Ogni tre mesi circa cambio troupe di 100-150 persone e devo ricominciare da capo a fare amicizia, a crearmi una cerchia di affinità ma se becchi un set in cui non ti sta simpatico nessuno come la metti? A volte non ti stai simpatico manco te, quindi meglio trattarsi bene, no?

Note[modifica]

  1. a b Dall'intervento alla 50ª edizione del Giffoni Film Festival; citato in Ludovica Martino, l'attrice amata dai ragazzi: "attenti ai messaggi sui social", ansa.it, 25 agosto 2020.
  2. Dall'intervista di Benedetta Bragadini, Ludovica Martino, io ballo da sola, rollingstone.it, 17 marzo 2021.
  3. a b Dall'intervista di Martina Tronconi, A tu per tu con la giovane promessa del cinema Ludovica Martino, giltmagazine.it, 29 agosto 2022.

Filmografia[modifica]

Altri progetti[modifica]