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Luigi Ghirri

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Luigi Ghirri (1943 – 1992), fotografo italiano.

Mauro Zanchi, doppiozero.com, 12 giugno 2016.

  • La cancellazione dello spazio che circonda la parte inquadrata è per me importante quanto il rappresentarlo, ed è grazie a questa cancellazione che l’immagine assume senso diventando misurabile. Contemporaneamente l’immagine continua nel visibile della cancellazione, e ci invita a vedere il resto del reale non rappresentato. Questo duplice aspetto di rappresentare e cancellare non tende soltanto a evocare l'assenza dei limiti, escludendo ogni idea di completezza o di finito, ma ci indica qualcosa che non può essere delimitato, e cioè il reale.
  • Guardare alla fotografia come a un modo di relazionarsi col mondo, nel quale il segno di chi fa fotografia, quindi la sua storia personale, il suo rapporto con l'esistente, è sì molto forte, ma deve orientarsi, attraverso un lavoro sottile, quasi alchemico, all'individuazione di un punto d'equilibrio tra la nostra interiorità – il mio intento di fotografo-persona – e ciò che sta all'esterno, che vive al di fuori di noi, che continua a esistere senza di noi e continuerà a esistere anche quando avremo finito di fare fotografia. È quello che ho sempre cercato, alla ricerca di quello strano e misterioso equilibrio tra il nostro interno e il mondo esterno.
  • In fondo, in ogni visitazione dei luoghi, portiamo con noi questo carico di già vissuto e già visto, ma lo sforzo che quotidianamente siamo portati a compiere è quello di ritrovare uno sguardo che cancella e dimentica l'abitudine; non tanto per rivedere con occhi diversi, quanto per la necessità di orientarsi di nuovo nello spazio e nel tempo.
  • Credo che la fotografia possa metterci in relazione con il mondo in maniera profondamente diversa. La fotografia rappresenta sempre meno un processo di tipo conoscitivo, nel senso tradizionale del termine, o affermativo che offre delle risposte, ma rimane un linguaggio per porre delle domande sul mondo. Io, con la mia storia, ho percorso esattamente questo itinerario, relazionandomi continuamente con il mondo esterno, con la convinzione di non trovare mai una soluzione alle domande, ma con l’intenzione di continuare a porne. Perché questa mi sembra già una forma di risposta.

Citazioni su Luigi Ghirri

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  • Il Luigi era un talento naturale, riusciva a fare delle fotografie dell'Emilia anche di soggetti particolarmente anonimi, tirava fuori la macchina e scattava. Ha avuto una fase d'oro e poi secondo me s'è un po' appesantito quando ha cominciato a collaborare con Aldo Rossi. Guido Guidi sostiene che Ghirri è il primo fotografo postmoderno, cosa verissima secondo me. (Paolo Rosselli)
  • [Sulle sue fotografie] Tolgono di mezzo un luogo comune tra i più penosi, secondo cui il mondo si dividerebbe in aspetti interessanti e banali. Tutto diventa interessante, ossia tutto acquista la dignità dell'essere. (Gianni Celati)

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