Luigi XVI di Francia

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Luigi XVI di Francia

Luigi XVI di Francia (1754 – 1793), re di Francia e di Navarra.

Citazioni di Luigi XVI di Francia[modifica]

  • «È una rivolta?» «No, Sire, è una rivoluzione»
«C'est una révolte?» «Non, Sire, C'est une révolution»[1]
  • Signori, sono innocente di tutto ciò di cui vengo incolpato. Auguro che il mio sangue possa consolidare la felicità dei francesi.
Le ultime parole pronunciate da Luigi XVI il 21 gennaio 1793, registrate da Charles Henri Sanson, esecutore della condanna.
  • [Su Maria Antonietta] Se soltanto il popolo si rendesse conto di quanto è diventata grande nella disgrazia, dovrebbe riverirla e amarla invece di credere a tutte le cattiverie e le menzogne che sono state messe in giro dai suoi nemici. (citato in Joan Haslip, Maria Antonietta)

Citazioni su Luigi XVI di Francia[modifica]

  • Oh giorno trionfale per Luigi! Dio gli ha dato la pazienza nella persecuzione, la vittoria nel supplizio! Noi abbiamo la ferma fiducia che tu hai felicemente cambiato una caduca corona regale e i gigli, che in breve sfioriscono, con un'altra corona perenne, intessuta dagli Angeli con gigli immortali. (Papa Pio VI)
  • Quando Luigi XVI fu trascinato alla ghigliottina e serbò contegno ammirevole, Santerre comandava la guardia nazionale. Con spaventevole cinismo, dando prova di brutalità, volle impedire al disgraziato sovrano che voleva parlare al popolo prima di morire, di pronunziare una sola parola. Le guardie impedivano al re di essere veduto dal pubblico, mentre il continuo e fragoroso rullo dei tamburi impediva di udire qualsiasi parola. (Francesco Saverio Nitti)
  • Quando è giunto sul palco vuol parlare al popolo; ma la sua voce è soffocata dallo strepito de' tamburi. Non furono intese se non queste parole: Popolo, io muoio innocente. Poi rivolgendosi verso gli esecutori, loro disse: Miei Signori, io muoio innocente di tutto ciò che mi è imputato: desidero che il mio sangue possa render stabile la felicità de' Francesi.
    Dopo quelle poche parole, Luigi pose tranquillamente la testa sotto la guillotine. La falce mortifera cadde due volte; la prima volta il re, ferito troppo vicino alla testa perché questa potesse essere troncata, mandò un grido doloroso: finalmente il sacrifizio dell'innocente è compiuto, l'atrocissimo parricidio è consumato. (Guy-Toussaint-Julien Carron)

Note[modifica]

  1. Dialogo fra Luigi XVI e il duca di Liancourt alla notizia della caduta della Bastiglia. Citato in Antonio Spinosa, Luigi XVI – L'ultimo sole di Versailles.

Bibliografia[modifica]

  • Joan Haslip, Maria Antonietta, Longanesi, Milano, 2006. ISBN 883040876X
  • Antonio Spinosa, Luigi XVI. L'ultimo sole di Versailles, Mondadori, 2008. Milano ISBN 9788804581345

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