Ma Rainey's Black Bottom
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Ma Rainey's Black Bottom
Titolo originale |
Ma Rainey's Black Bottom |
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Lingua originale | inglese |
Paese | Stati Uniti d'America |
Anno | 2020 |
Genere | biografico, drammatico, musicale |
Regia | George C. Wolfe |
Soggetto | dall'opera teatrale di August Wilson |
Sceneggiatura | Ruben Santiago-Hudson |
Produttore | Denzel Washington, Todd Black, Dany Wolf |
Interpreti e personaggi | |
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Doppiatori italiani | |
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Ma Rainey's Black Bottom, film statunitense del 2020 con Viola Davis e Chadwick Boseman, regia di George C. Wolfe.
Frasi
[modifica]- Sei tu che non sai di cosa parlo. Io so di cosa parlo. (Toledo)
- Ti ignorerò perché sei un ignorante. (Toledo)
- Levee, devi accettare che non conta ciò che dici tu, o che dice il signor Irvin, ok? È ciò che dice Ma che conta. (Cutler)
- E one e two, ed ora attacchi tu. (Cutler)
- Ecco qual è il problema della gente di colore, pensa soltanto a spassarsela. E hanno ucciso più neri che volevano spassarsela di quanto ne conti Dio. (Toledo)
- Che diavolo vuol dire spassarsela? Ecco cosa voglio sapere. Nella vita ci dev'essere ben più di questo e se non c'è, allora è una misera vita quella che viviamo, se non possiamo ottenere di più. (Toledo)
- I neri se la spassano da prima che tu nascessi e continueranno a farlo anche dopo che te ne sarai andato. (Cutler)
- Ogni uomo di colore su questo mondo deve dare il suo sostegno, fare la sua parte. Non si tratta di quello che io posso fare, o che tu puoi fare o Cutler, Slow Drag o chi ti pare, sai? Parlo di quello che NOI possiamo fare tutti insieme. (Toledo)
- Che m'importa della sfortuna? Tu non sai di cosa parli. Ho avuto solo sfortuna nella vita sai? Tanta sfortuna. Che cazzo me ne importa di averne altra? Ogni giorno, io mangio pane e sfortuna. (Levee)
- Quello che dite non conta un bel niente, chiaro? Ma ascolta il suo cuore. Ma ascolta la voce dentro di lei. Questo conta per Ma. (Ma Rainey)
- Levee dev'essere sé stesso. Nessuno deve provare a sfotterlo riguardo ai bianchi. Perché di me non sapete niente. Voi non conoscete Levee! Non sapete niente del mio sangue, del cuore che ho dentro il petto! Avevo 8 anni, quando una banda di bianchi piombò in casa nostra e fece alla mia povera mamma tutto quello che voleva. Vivevamo a Jefferson County, a 8 miglia dalla città di Natchez. Mio padre si chiamava Memphis, Memphis Lee Green. Aveva una cinquantina di acri di terreno coltivabile, parlo di buona terra. Terra della più fertile. Col frutto del suo lavoro comprò, anni dopo, questa terra, la comprò dalla vedova del signor Hallie. Gli davano del negro borioso solo perché risparmiò e si indebitò per comprare la terra ed essere poi indipendente. Poi arrivò il momento della semina, quindi mio padre andò a Natchez per comprare sementi e fertilizzanti, mi chiamò e mi disse: "Levee, adesso sei tu l'uomo di casa. Sta' attento alla mamma, mentre sono fuori." Ero molto piccolo. Solo 8 anni. Mia mamma stava friggendo il pollo quando degli uomini ci piombarono in casa. Dovevano essere in 8 o in 9. Stava cucinando il pollo quando quegli uomini arrivarono e l'afferrarono come... come si afferra un mulo per fargli fare ciò che si vuole. Stava lì, mia mamma, davanti a una banda di bianchi. Lei cercò di cacciarli via ma... era chiaro che non l'avrebbero mai lasciata andare. Io non sapevo che cosa le stavano facendo ma pensai che se volevano potevano farlo anche a me. C'era un coltello in casa che mio padre teneva per andare a caccia e lavorare, capite? E io sapevo dov'era. Andai a prenderlo. Ora ve lo mostro io quanta paura avevo io dei bianchi: cercai in ogni modo di tagliare la gola a uno di loro, lo presi alla spalla, lui si girò, afferrò il coltello con una mano e mi colpì di taglio al petto. Ecco che cosa li fermò, la paura che io potessi morire. Mia mamma mi avvolse in una coperta, fece ben due miglia a piedi fino alla casa dei Furlow, e in auto andammo dal dottor Abbass, ci disse che aveva il parto di un vitello e che non aveva il tempo di vedermi. Mi portarono da Miss Etta, la levatrice, lei mi curò e mi ricucì. Quando tornò mio padre lasciò credere di aver superato quel fatto tremendo, chiese i nomi di quegli uomini alla mamma, scoprì dove vivevano e disse a tutti che avremmo lasciato quella contea, dicemmo addio ai vicini, a tutti gli altri. Mio padre andò a sorridere in faccia a uno di quei bianchi che era stato con mia mamma. Gli sorrise in faccia e gli vendette la nostra terra. Ci trasferimmo tutti quanti a Caldwell, ci lasciò adattare e infine un giorno se ne andò e io non lo rividi più da allora. Lui tornò lì, nascosto nel bosco, in attesa di fargliela pagare a quei bianchi. Ne uccise quattro prima di essere catturato. Lo inseguirono nel bosco, lo raggiunsero, lo impiccarono e lo bruciarono. Mio padre non aveva paura dei bianchi. No signore. Ecco chi mi ha insegnato a trattarli. Ho visto mio padre andare a sorridergli in faccia a quel bianco. Gli sorrise in faccia e gli vendette la terra. E intanto pensava solo a come vendicarsi. A cosa gli avrebbe fatto. Ecco chi mi ha insegnato a trattarli. Quindi lasciate perdere una volta per tutte Levee quando si parla di bianchi. Posso sorridere e dire "sì, signore" a chi mi pare. Perché io lo so che arriverà il mio momento. Lasciate stare Levee quando volete parlare di bianchi. (Levee)
- Cosa farà della sua vita l'uomo di colore? È quello che vorremmo sapere. Ma prima lui dovrà sapere di essere un avanzo. (Toledo)
- Ho sempre odiato il silenzio. Io devo sempre avere della musica che mi risuona in testa. Ti evita d'impazzire. La musica fa questo: riempie i vuoti. Quanta più musica c'è nel mondo, tanto meglio. (Ma Rainey)
- I bianchi non riescono a capire il blues. Sentono la musica, ma non sanno da che cosa nasce. Non si rendono conto che è così che parla la vita. Tu non canti per stare meglio. Tu canti perché in quel modo comprendi la vita. Il blues ti aiuta ad alzarti dal letto la mattina. Ti alzi e sai di non essere solo. C'è qualcos'altro nel mondo. Una cosa in più aggiunta da quella canzone. Sarebbe un mondo vuoto senza il blues. Già, io cerco di afferrare quel vuoto e poi cerco di riempirlo. Non sono stata la prima a cantare così. Il blues c'è sempre stato. Ma se mi chiamano Madre del Blues, non ci sono problemi per me. (Ma Rainey)
- È una bella sensazione fare lo stupido. Ma non dura a lungo. Finisce presto e poi devi affrontarne le conseguenze. (Toledo)
- Sono stato un po' di tutto nella mia vita. E sarò un po' di cose in più alla fine. Ma non ho mai ripetuto il medesimo errore. (Toledo)
- Lo stupido è responsabile di ciò che gli capita. Lo stupido ne è la causa. (Cutler)
- La vita non fa schifo! Se lo vuoi puoi vivertela ovunque sei, non ti dirà mai di no. La morte invece ha il suo stile, quella. Ti prende a calci e ti fa rimpiangere di essere nato. La morte sì che fa schifo. Ma la vita puoi controllarla. È un'altra cosa. I neri dicono che la vita è bella e non hanno gli occhi per piangere. (Levee)
Dialoghi
[modifica]- Sturdyvant: Non tollererò stronzate da Regina del blues, mi senti?
Irvin: Madre del Blues, Mel. Madre del Blues. - Irvin: Ok, Ma. Tu fa' come vuoi, ma noi saremo pronti tra quindici minuti.
Ma Rainey: Saremo pronti quando lo dirò io. È così che vanno le cose da queste parti. - Dussie Mae: Una donna come me ha bisogno di un uomo che lo porti in palmo di mano. Non ho bisogno di un uomo che fa i sui comodi e tanti saluti.
Levee: Non è nel mio stile, dolcezza. Io so come si tratta una donna. So ricoprirla di regali. So trattarla come lei vuole.
Dussie Mae: Dicono tutti così, finché non arriva il momento dei regali. - Toledo: Un nero sarà sempre deluso in ogni caso.
Levee: I neri hanno il diritto di essere delusi. Davvero ti accontenti solo di un piccolo osso se chi te l'ha tirato, si sta mangiando tutto il porco?
Toledo: Hai già la fortuna di fare questo lavoro. Sei fortunato, ma non lo sai.
Levee: Io sto parlando del fatto di accontentarsi di un osso che qualcuno ti tira. È questo il vostro problema, vi accontentate di restare nello stesso posto.
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