Marco Maurizi

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Marco Maurizi (1974 – vivente), filosofo italiano.

Al di là della natura[modifica]

  • È assolutamente sbagliato porre lo specismo alla base dello sfruttamento animale, poiché nella misura in cui si può parlare dello specismo, esso è una conseguenza, più che una causa di esso. In altri termini, non è affatto vero che noi sfruttiamo gli animali perché li consideriamo inferiori, piuttosto li consideriamo inferiori perché li sfruttiamo. (p. 23)
  • L'uomo è l'animale che dimentica di essere un animale. La Storia non è il luogo della memoria, bensì dell'oblio. (p. 53)
  • L'oblio del proprio essere-animale fu gradualmente imposto all'uomo attraverso la repressione degli istinti, la restrizione della libertà sessuale e il lavoro alienato.[1]
  • Lo specismo include il dominio dell'uomo sull'animale-uomo.[2]
  • Che l'animale venga trattato come fine e non come mezzo, presuppone che l'uomo stesso sia trattato come fine. Si capisce allora come tanta critica all'antropocentrismo delle società Occidentali risulti, in fondo, assurda. La condanna sommaria dell'antropocentrismo dimentica troppo spesso che l'anthropos è una finzione ideologica ad uso delle classi dominanti. (p. 85)
  • L'assoggettamento dell'animale non rientra nella storia della libertà dell'uomo ma in quella della sua stessa schiavitù. (p. 149)

Chimere e passaggi[modifica]

  • È solo con un atto di solidarietà che l'uomo può decidere cosa ne è di sé e del suo altro: è solo praticamente che la questione di ciò che l'essere umano 'è' può essere decisa. (p. 36)
  • La vita è non-identità rispetto a se stessa. (p. 102)

Cos'è l'antispecismo politico[modifica]

  • L'apertura al non-umano implicito nella prospettiva antispecista cambia necessariamente anche il concetto stesso di politica. (p. 12)
  • Se dobbiamo immaginare un mondo senza schiavitù animale dobbiamo prima essere in grado di immaginare e realizzare un mondo senza schiavitù. (p. 108)

Le parole e le cozze[modifica]

Incipit[modifica]

La clamorosa liberazione dei beagle di "Green Hill" e l'irruzione nel Dipartimento di Farmacologia dell'Università di Milano hanno portato alla ribalta mediatica un movimento, quello per la liberazione animale, che vede crescere nel mondo i propri attivisti e sostenitori esterni e comincia a destare preoccupazione nei settori produttivi legati allo sfruttamento animale, nelle industrie farmaceutiche e non solo. Chi sono gli "animalisti"? Cosa vogliono? Come immaginano debba essere un mondo in cui gli animali sono "liberati"?

Citazioni[modifica]

  • L'antispecismo è un modo diverso di approcciarsi alla realtà, di riconoscere le differenze senza trasformarle in gerarchie, una visione sociale e politica fondata sull'uguaglianza e la solidarietà che attraversa e travalica i confini di specie. In questo testo, la critica ai limiti dell'animalismo è intesa come un contributo a far emergere con maggiore chiarezza cosa sia l'antispecismo, mostrando come esso articoli in modo coerente le aspettative di libertà e giustizia da cui confusamente muove l'animalismo e come esso ne rifiuti però tutti i tratti negativi: la misantropia, il moralismo, l'identitarismo. (p. 7)
  • Non possiamo immaginarci come sarà un mondo in cui gli animali non saranno più schiavi dell'uomo ma sappiamo che solo immaginando un mondo così la parola "libertà" acquisterà finalmente il suo senso. Finché la libertà per sé implica la schiavitù per gli altri, infatti, è una menzogna, è ideologia. (pp. 21-22)
  • "Convinci più persone che puoi e il mondo cambierà!" è il motto di ogni attività di tipo morale [...]. (p. 104)
  • Basta leggere i primi numeri della fanzine della Vegan Society per rendersi conto di come il veganismo fosse essenzialmente considerato una "dieta" che oltre a ridurre al minimo la violenza sugli animali domestici faceva anche "bene alla salute". Vengono presentati anche di sfuggita argomenti che legano il progresso civile dell'umanità all'abbandono del carnivorismo ma si tratta per lo più di suggestioni mistiche (ammantate, come ogni misticismo, di riferimenti pseudo-scientifici) che oggi definiremmo new age. (pp. 105-106)
  • Tra la seconda metà degli anni '70 e i primi anni '80 [...] emerge una componente animalista più radicale che, riprendendo la tradizione dei sabotatori zoofili dell'800, inizia azioni di liberazione di individui animali dalle gabbie. [...] L'ALF è la componente non-violenta di queste frange emergenti, legata sempre più ad un immaginario "anarchico": un ambiente in cui troverà i primi attestati di solidarietà, seppure non senza ambiguità. (pp. 108-109)
  • E se oggi il capitalismo trema e si intravede finalmente lo scorcio di un paesaggio sociale diverso all'orizzonte, ciò accade, come al solito, per le sue contraddizioni, mentre non esiste soggetto politico in grado di trarre profitto da questa crisi. (p. 119)

Explicit[modifica]

Chi crescesse in un mondo liberato non dovrebbe lottare contro un bisogno di sopraffazione e se lo facesse, evidentemente, non vivrebbe in un mondo liberato.

Schizzi di niente[modifica]

  • Il cliente è asservito. (p. 10, § 10)
  • Hanno fatto un deserto e l'hanno chiamato uomo. (p. 10, § 14)
  • Dignità. L'unica cosa che si compra per dimostrarne l'inesistenza. (p. 88, § 495)
  • Un ateo è uno che crede che Dio, se esiste, non se ne va in giro a scrivere libri. (p. 98, § 570)
  • Così Dio quando creò la materia voleva fare dello spirito. Strano senso dell'umorismo. (p. 98, § 571)
  • I ribelli senza causa sono, per lo più, ribelli senza effetto. (p. 105, § 618)
  • L'uomo non potrà trattare come fratelli gli animali se tratta i propri fratelli umani come animali.
  • La liberazione umana senza liberazione animale è vuota. La liberazione animale senza liberazione umana è cieca.
  • La musica è la prosecuzione del silenzio con altri mezzi.

Note[modifica]

  1. Citato in Guadagnucci, p. 59.
  2. Citato in Guadagnucci, p. 60.

Bibliografia[modifica]

Altri progetti[modifica]