Specismo
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Citazioni sullo specismo.
- [Lo specismo è un'idea] della centralità e della superiorità della specie umana su tutte le altre, che finisce per negare ai non umani la qualità di soggetti di vita senziente, emotiva e cognitiva. (Annamaria Rivera)
- Dopo essere fuggito dalla Polonia occupata dai nazisti, il premio Nobel Isaac Bashevis Singer paragonò i pregiudizi di specie alle «teorie razziste più estremistiche». (Jonathan Safran Foer)
- È assolutamente sbagliato porre lo specismo alla base dello sfruttamento animale, poiché nella misura in cui si può parlare dello specismo, esso è una conseguenza, più che una causa di esso. In altri termini, non è affatto vero che noi sfruttiamo gli animali perché li consideriamo inferiori, piuttosto li consideriamo inferiori perché li sfruttiamo. (Marco Maurizi)
- Gli specisti non hanno bisogno di sostenere che tutti gli umani sono oggettivamente diversi (salvo, naturalmente, come specie) da tutti i non-umani; basta loro affermare che sono soggettivamente diversi: sono più importanti per noi, anche se non sempre per l'universo. (Stephen R. L. Clark)
- In questi ultimi anni lo specismo, come argomento di dibattito, o come contro termine verso cui disporre una proposta o un movimento volto a criticarne i principi, ha ricevuto una forte attenzione, seppur non sempre in modo coerente e appropriato. Ragionare di specismo è diventato quasi un prolegomeno filosofico o un nodo problematico di base, confermando per certi versi l'espressione testamentaria di Jacques Derrida, che ci ha consegnato tale argomento quale questione filosofica del futuro. (Roberto Marchesini)
- L'analogia tra specismo e razzismo è valida sia in pratica che in teoria nel campo della sperimentazione. Lo spiccato specismo porta a dolorosi esperimenti su altre specie, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. [...] Lo spiccato razzismo ha portato a dolorosi esperimenti su altre razze, con la scusa dei loro contributi alla conoscenza. (Peter Singer)
- L'osservazione più cinica che potrebbe fare uno specista coerente [...] è proprio questa: gli animali meritano ciò che facciamo loro, perché non sono in grado di opporsi, non riescono a ribellarsi, a battersi per la loro stessa dignità. È il principio di sopraffazione, ed è la spiegazione più convincente dell'oppressione animale, del consumo di massa delle loro carni: li segreghiamo, li violentiamo, li smontiamo in apposite istituzioni totali (allevamenti e macelli), semplicemente perché possiamo farlo. [...] Una sopraffazione accettata con indifferenza: le strutture di dominio alimentano l'ideologia specista, banalizzano la violenza, possono contare sul conformismo sociale. (Lorenzo Guadagnucci)
- La considerazione verso le altre specie è generalmente in deroga, o comunque del tutto subordinata, a quella che riteniamo di dedicare in esclusiva alla nostra. (Margherita D'Amico)
- La nostra volontà di sfruttare gli animali non umani non si appoggia a valide distinzioni morali. È un segno di «specismo», un pregiudizio che sopravvive perché fa comodo al gruppo dominante, che in questo caso non sono né i bianchi né i maschi, bensì gli esseri umani nel loro insieme. (Come mangiamo)
- Le persone che sostengono la dottrina della «santità della vita» si oppongono all'aborto e all'eutanasia. Dato però che solitamente esse non si oppongono all'uccisione degli animali non umani, sarebbe forse più esatto denominarla dottrina della «santità della vita umana». L'idea che la vita umana, e solo la vita umana, sia inviolabile è una forma di specismo. (Peter Singer)
- Le rivoluzioni degli anni Sessanta contro il razzismo, il sessismo e le discriminazioni di classe hanno sfiorato appena il mondo animale. Questo mi ha inquietato. L'etica e la politica, a quei tempi, avevano di fatto dimenticato gli esseri non umani. Tutti sembravano preoccuparsi di ridurre i pregiudizi nei confronti degli uomini, possibile che non avessero mai sentito parlare di Darwin? Ovviamente anch'io detestavo il razzismo, il sessismo e le discriminazioni di classe, ma perché fermarsi qui? In quanto professionista nell'ambito della salute, ero persuaso che centinaia di altre specie animali soffrissero la paura, il dolore e l'angoscia, proprio come me. Era necessario preoccuparsene. In particolare si rendeva necessario stabilire un parallelo tra la nostra sorte e quella delle altre specie. Un giorno, nel 1970, mentre facevo un bagno nel vecchio castello di Sunningwell, vicino a Oxford, all'improvviso mi balenò in mente una parola: «specismo»! (Richard Ryder)
- Lo specismo include il dominio dell'uomo sull'animale-uomo. (Marco Maurizi)
- Noi per secoli siamo stati antirazzisti, ma adesso cominciamo ad essere antispecisti, cioè non vogliamo, non riteniamo che sia giusto che una specie, quella umana in particolare, prenda il sopravvento e aggredisca le altre specie. Questo antispecismo comincia ad essere un movimento filosofico importante e con l'adesione di tanti filosofi di valore. (Umberto Veronesi)
- Non è lontano il giorno in cui lo specismo ci risulterà altrettanto inaccettabile che il razzismo, ma perché ciò avvenga bisogna non cedere alla retorica e lavorare con finezza di analisi e con sottigliezza dialettica. (Maurizio Ferraris)
- Proprio Singer introduce nella discussione il concetto di "specismo", cioè l'idea che la specie umana sia "naturalmente" sovraordinata alle altre: potremmo dire che lo specismo è un'altra faccia del razzismo. La differenza è cioè utilizzata per giustificare la discriminazione, la quale trova la sua reale radice nei rapporti di forza, nella concreta relazione di potere. Liberazione animale, uscito nel 1975 e continuamente ristampato, ha segnato uno spartiacque, aprendo la stagione dell'animalismo contemporaneo, che oggi comprende un filone – l'antispecismo – che a Singer deve molto, ma che è andato ben oltre le sue concezioni utilitariste. (Lorenzo Guadagnucci)
- Quando analizzi come agiscono i processi di reificazione degli "altri", non puoi non considerare la reificazione degli animali. E se analizzi la tendenza ad animalizzare gli umani "altri" che agisce nel razzismo, finisci per considerare la bestializzazione dei non umani che agisce nello specismo. (Annamaria Rivera)
- Razzismo, maschilismo, eurocentrismo, classismo e tutto il resto si sono volatilizzati. Puff! Scomparsi in quell'odioso buco nero chiamato progresso civile. Come conciliare le proprie esigenze discriminatorie con il moderno progresso sociale della civiltà e della tolleranza? La risposta, oggi, si chiama «specismo», ovvero la discriminazione verso specie animali diverse dalla nostra. Quello, per molti versi, è ancora accettato, e in molti versi incoraggiato. (Dario Martinelli)
- Se sia possibile porre l'etica dello «specismo», per usare il termine di Richard Ryder, su di un terreno logico più saldo di quello del «razzismo» proprio non saprei. Quello che so è che non ha basi reali in biologia evolutiva. (Richard Dawkins)
- Siete specisti se da un lato protestate contro l'uccisione di cani e di gatti in Asia, oppure contro la caccia ai cuccioli di foca o alle balene, ma contemporaneamente accettate il fatto di uccidere e consumare bovini e maiali, o ancora siete favorevoli alla caccia alla pernice o alla pesca alla carpa. Inoltre, siete specisti se privilegiate alcune specie (i gatti, i cani, i cuccioli di foca e le balene) perché sono «belle» e «simpatiche», basandovi quindi unicamente sulla appartenenza a una specie. È ciò che Gary Francione definisce molto azzeccatamente «schizofrenia morale»: un atteggiamento che consiste nell'amare cani e gatti continuando tranquillamente a infilzare con le nostre forchette pezzi di carne di bovini o di polli. (Jean-Baptiste Jeangène Vilmer)
- Tornando a oggi, c'è ancora un fertilissimo terreno per mentalità e dichiarazioni speciste senza che nessuno inorridisca. Quando parliamo di animali, in genere, ne parliamo come di cose e non persone (ad esempio, in inglese non si usa he o she, ma it), ed esibiamo una terrificante disinvoltura quando parliamo del loro abuso o della loro uccisione (a qualunque scopo, divertimento incluso). (Dario Martinelli)
- Tra i vari movimenti di pensiero che in questi ultimi decenni hanno proposto al mondo civile nuove concezioni morali e sociali, uno dei più incisivi è certamente quello che sostiene un rapporto diverso tra uomo e natura. [...] che ha condotto, tra l'altro, alla nuova definizione di «specismo» per descrivere quegli atteggiamenti di sopraffazione che caratterizzano il tradizionale comportamento dell'uomo nei confronti degli animali, un atteggiamento non dissimile da quello tipico del razzismo. (Una carezza per guarire)
- Un giorno sarà superata ogni forma di specismo: non parleremo più di specie "utili" e di specie "nocive" e tutti gli animali godranno delle stesse tutele oggi riconosciute a quelli che abitano nelle nostre case. Anche quelli selvatici. Perché non si può dormire con il gatto sul letto e poi portare il bambino a vedere i suoi parenti selvatici ridotti all'ombra di se stessi sotto il tendone [del circo]. (Michela Vittoria Brambilla)
- Una società non sessista è una società in cui le persone non sono oppresse, sfruttate e manipolate per adattarsi a stereotipi sessuali. Analogamente, i mali dello specismo consistono nell'aggressione, deprivazione e uccisione di alcune creature, non semplicemente nel fatto che queste vengono distinte dai membri della nostra specie. (Stephen R. L. Clark)
Voci correlate
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[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante lo specismo
- Wikizionario contiene il lemma di dizionario «specismo»