Maria José del Belgio

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Maria José del Belgio nel 1946

Maria José del Belgio (1906 – 2001), terza e ultima regina d'Italia.

Citazioni su Maria José del Belgio[modifica]

  • Conoscendo i gusti di Umberto in fatto di donne, Maria José fece ogni sforzo per piacergli.
    Abbandonò la passione per la natura, la musica e l'arte, e cominciò a far ginnastica e a seguire una dieta. Si fece lisciare i capelli che erano naturalmente ricci, si fece incapsulare i denti e, pur rifiutandosi di portare altri tacchi se non quelli bassi, si vestì all'ultimissima moda con originali creazioni disegnate per lei dal marito. Ma, come ci si poteva aspettare, tutto questo non bastò. (Robert Katz)
  • [Dopo il referendum istituzionale del 2 giugno 1946, la regina e i figli partono verso l'esilio in Portogallo] Esce così di scena la sfortunata «regina di maggio». Colta, raffinata, delusa da un marito[1] piacente che ai suoi occhi appare di anno in anno più fatuo, conformista, inconsistente, Maria José aveva vissuto con un po' di malinconia il suo ruolo all'ombra del fascismo e di un re[2] duro e impopolare. Ed era stata lei – nei mesi che precedono il 25 luglio 1943[3] – non ancora regina, a intessere una fitta quanto inutile trama antifascista incontrando generali, vecchi notabili e intellettuali. (Gianni Corbi)
  • Raccontano che Maria José fosse molto innamorata al momento del matrimonio. Dopo, i suoi sentimenti maturarono. Non fu la naturale stanchezza che viene con gli anni quando svaniscono le fantasie romantiche e i sogno troppo accesi. Umberto si comportava con freddezza e anzi con indifferenza. Sono cose che una moglie innamorata difficilmente perdona. L'affetto di Maria José svanì nei primi tempi del matrimonio e si trasformò a poco a poco in risentimento. La prima delusione le venne dal cuore, e forse fu la più grave. Le altre colpirono l'intelligenza e l'ambizione. Tutte ferirono l'orgoglio. (Domenico Bartoli)

Note[modifica]

  1. Umberto II.
  2. Vittorio Emanuele III
  3. Voto del Gran Consiglio, arresto di Mussolini e caduta del fascismo.

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