Memorial (associazione)
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Per la pace (2022)
Citazioni su Memorial.
Citazioni
[modifica]- Abbiamo manuali di storia terrificanti. Stalin viene presentato come un manager efficiente che ha messo tutti i russi al lavoro. Per fortuna nella società cominciano a crescere esperienze diverse, che permetteranno di prendere coscienza della vera storia della Russia. Parlo dei centri locali legati all'associazione Memorial, che recuperano la memoria di tutte le vittime della rivoluzione e dello stalinismo. Prima si parlava sempre delle vittime importanti di Stalin, adesso la gente porta le foto dei nonni e racconta la loro storia. (Ol'ga Aleksandrovna Sedakova)
- Ci sono due tendenze contraddittorie nella Russia di oggi. Da un lato, il presidente della Russia sostiene la realizzazione di un monumento per il centesimo anniversario della nascita di Sacharov. Dall’altro, il Procuratore generale della Russia chiede l’eliminazione dell’organizzazione internazionale Memorial. Memorial provvede al ritrovamento delle vittime delle repressioni staliniane. E adesso la Procura accusa Memorial di "violazione dei diritti umani"! [...] Ma Memorial è stata fondata da Sacharov. (Dmitrij Muratov)
- Il primo atto di Memorial dopo la fondazione era stato quello di rivelare al pubblico russo la verità sul massacro di Katyn, lo sterminio di migliaia di ufficiali polacchi nel 1940, a lungo attributo ai nazisti dalla propaganda sovietica e che invece fu opera dell'Nkvd, il servizio di polizia segreta del ministero dell'interno sovietico. Sakharov riteneva che non fosse possibile costruire una società libera basata sulla menzogna. (Pierre Haski)
- Memorial rappresentava un ostacolo sul cammino della riabilitazione selettiva dell'Urss, in una visione "putiniana" che fissa nell'immaginario della Russia zarista e della virilità guerriera staliniana gli strumenti del suo potere assoluto. (Pierre Haski)
- Uno dei fatti che ha dimostrato come il Paese sia tornato all'epoca precedente alla perestrojka è stato lo scioglimento della Memorial Society fondata dal Premio Nobel Andrej Sacharov nel 1989. Aveva la missione d'identificare le vittime della repressione e di mantenere vivo il ricordo dei defunti. Con la sua chiusura, il 29 dicembre 2021, quelle vittime sono state uccise di nuovo. Si è verificata un’altra forma di genocidio. (Semën Byčkov)
- La disperazione mi è venuta allo scoppio della guerra in Ucraina, e lo stesso per un po' è successo a molte, moltissime altre persone. Ma la disperazione mi era venuta anche durante la prima guerra cecena e all'inizio della seconda. Noi di Memorial abbiamo dimestichezza con questo stato d'animo. Ma adesso non sono più solo. Siamo in tanti, e sono in tanti a pensarla come noi. Certo, chi è pronto a parlarne apertamente è una minoranza, ma la solitudine no, non la provo. Di conseguenza, nemmeno la disperazione.
- Non ho nulla nei confronti di chi ha lasciato il Paese. A Memorial non facciamo distinzioni tra chi è partito e chi no. Ma io volevo protestare e per farlo dovevo restare qui.
- Non sarebbe bello se gestissi i miei colleghi rimasti in Russia standomene in un posto più sicuro. Altri esponenti di Memorial, che si occupano di diritti umani, possono benissimo lavorare dall'estero. [...] Credo che dalla Russia la mia voce si senta più forte e suoni in modo migliore.
- Il nostro lavoro va in due direzioni fondamentali e paritarie.
La prima è il recupero della memoria storica sul terrore di Stato. Studiamo gli archivi, cerchiamo i luoghi di fucilazioni e sepolture, abbiamo un nostro archivio, e biblioteche, e anche reperti e musei, pubblichiamo libri e organizziamo commemorazioni pubbliche. E anche mostre, conferenze e seminari. [...]
La seconda è la lotta per i diritti umani nella nuova era post-sovietica. [...] Cerchiamo chi è scomparso, indaghiamo sui massacri e sulle cosiddette "sparizioni". Aiutiamo i profughi e chi è costretto a scappare. Monitoriamo le persecuzioni politiche e ai prigionieri politici offriamo assistenza legale: oggi in Russia hanno ormai raggiunto il numero dei loro omologhi sovietici agli albori della perestrojka. In un certo senso, si continua a lottare per la libertà come si faceva in epoca sovietica, tenendo insieme passato e presente. - Noi non ci concentriamo su eventi storici epocali o sui massimi sistemi della politica [...]. Per noi sono più importanti i nomi e i destini di persone reali, concrete, delle vittime della politica criminale di ieri e di oggi. Nomi e destini sono il fondamento, la base su cui lavoriamo, ciò che documentiamo o ricostruiamo.
- Non ci limitiamo a indagare e documentare le tragedie del passato e le collisioni sociali del presente. Noi indaghiamo e documentiamo i crimini. È questa la nostra peculiarità. Crimini contro i singoli esseri umani e contro l'umanità in genere che il potere costituito ha commesso o sta commettendo.
- Questa è Memorial: un'alleanza di persone che si sono fatte carico loro sponte della responsabilità civile del passato e del presente e che lavorano in nome del futuro.
- Senza comprendere il passato, senza condannare i crimini commessi dallo Stato, senza rinunciare all'onnipotenza dello Stato, senza il rispetto dei diritti umani, e mi riferisco a tutti gli ambiti in cui opera Memorial, sarà impossibile assistere a cambiamenti positivi in Russia.