Michail Bakunin

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Michail Bakunin

Michail Alexandrovič Bakunin (1814 – 1876), rivoluzionario e pensatore russo.

Citazioni di Michail Alexandrovič Bakunin[modifica]

  • Cercando l'impossibile, l'uomo ha sempre realizzato e conosciuto il possibile, e coloro che si sono saggiamente limitati a ciò che sembrava possibile non sono mai avanzati di un sol passo.[1]
  • Dal punto di vista naturale, gli uomini sono presso a poco eguali, e le doti ed i difetti quasi si compensano in ciascuno. Sono due sole le eccezioni a questa legge dell'eguaglianza generale: gli uomini di genio e gli idioti.[2]
  • Essere libero, per l'uomo, significa essere riconosciuto e considerato e trattato come tale da un altro uomo, da tutti gli uomini che lo circondano.[3]
  • Il diritto alla libertà senza i mezzi per realizzarla è solo una chimera. E noi l'amiamo troppo la libertà, è vero? Per contentarci di una chimera. Noi ne vogliamo la realtà.[2]
  • Il pensiero e la parola, come tutte le altre facoltà umane, sono radicati nell'animalità, e la psicologia comparata ci dimostra che non c'è animale, per quanto poco organizzato, per quanto infimo sia, che sia completamente privo di intelligenza [...].[4]
  • L'idea di Dio implica l'abdicazione della ragione e della giustizia umana.[5]
  • L'idealismo è l'arbitrio del pensiero, come la politica è l'arbitrio della volontà.[6]
  • L'uomo privilegiato politicamente o economicamente è un uomo intellettualmente e moralmente corrotto. È questa una legge sociale che non ammette eccezioni.[7]
  • La voluttà di distruggere è nello stesso tempo una voluttà creatrice.[8]
  • Lo Stato è la più flagrante, la più cinica, la più completa negazione dell'umanità. Esso frantuma la solidarietà universale di tutti gli uomini sulla terra e li spinge all'associazione al solo scopo di distruggere, conquistare e rendere schiavi tutti gli altri. Protegge solo i suoi cittadini e solo entro i suoi confini riconosce diritti, umanità e civiltà.[9]
  • Nessun individuo può riconoscere la sua propria umanità né per conseguenza realizzarla nella sua vita, se non riconoscendola negli altri e cooperando alla sua realizzazione per gli altri. Nessun uomo può emanciparsi altrimenti che emancipando con lui tutti gli uomini che lo circondano. La mia libertà è la libertà di tutti, poiché io non sono realmente libero, libero non solo nell'idea ma nel fatto, se non quando la mia libertà e il mio diritto trovano la loro conferma e la loro sanzione nella libertà e nel diritto di tutti gli uomini miei uguali.[10]
  • Ricordati che la rivoluzione è sempre per tre quarti fantasia e per un quarto realtà.[11]

Attribuite[modifica]

  • Il caffè, per esser buono, deve essere nero come la notte, caldo come l'inferno e dolce come l'amore.[11][12]

Dio e lo Stato[modifica]

  • Dio appare, l'uomo si annienta; e più la Divinità si fa grande, più l'umanità diventa miserabile.
  • Il cristianesimo è precisamente la religione per eccellenza, perché espone e manifesta nella sua pienezza, la natura, la essenza di ogni sistema religioso, che è l'impoverimento, la servitù, l'annientamento dell'umanità a profitto della divinità.
  • Se Dio è, l'uomo è schiavo; ora, l'uomo può e deve essere libero: dunque Dio non esiste.
  • Tutte le religioni coi loro dèi, i loro semidei e i loro profeti, i loro messia e i loro santi, furono create dalla fantasia credula degli uomini non ancora giunti al pieno sviluppo ed al pieno possesso delle loro facoltà intellettuali.

Incipit di Il socialismo e Mazzini: lettera agli amici d'Italia[modifica]

Miei cari amici,
Chiunque ha letto la lettera veramente perfida, che Mazzini ha testè indirizzata ai rappresentanti degli operai al Congresso di Roma, deve aver compreso ormai, se pur ne ha potuto per lo innanzi dubitare, che quel Congresso è stato convocato in Roma per istigazione di Mazzini, per compiere un tratto di sorpresa, un colpo di stato non rivoluzionario contro il sistema, che governa oggi l'Italia, ma reazionario contro le nuove idee ed aspirazioni che, dopo la gloriosa e feconda insurrezione della Comune di Parigi, han cominciato ostensibilmente ad agitare il proletariato e la gioventù d'Italia.

Citazioni su Bakunin[modifica]

  • A Michail, repugnava accettare doni dal nemico. Ma il suo orgoglio, per quanto ferito, non rifiutava «prestiti». (Edward Hallet Carr)
  • Quando per la prima volta Bakunin aveva vagliato la possibilità di acquisire la cittadinanza elvetica, qualcuno gli aveva fatto osservare che le probabilità di successo sarebbero state maggiori se fosse divenuto un proprietario di casa. Il suggerimento può ben essere sembrato ironico a chi respingeva in teoria l'istituto della proprietà privata e, in pratica, spesso non aveva nemmeno di che procurarsi i puri e semplici mezzi di sussistenza. Bakunin tuttavia lo prese sorprendentemente sul serio. (Edward Hallet Carr)

Note[modifica]

  1. Da Considerazioni filosofiche sul fantasma divino, il mondo reale e l'uomo, traduzione di Edy Zarro, La Baronata, Lugano 2000.
  2. a b Da Conferenze / Michele Bakounin, La Spezia: Tip. La sociale, 1921 (Pubblicazioni del "Libertario" – edito da LiberLiber).
  3. Da L'Impero knut-germanico e la rivoluzione sociale, in Opere complete, vol. VIII, traduzione di Andrea Chersi, Edizioni Anarchismo, 2009, p. 206.
  4. Da Opere complete, vol. 1, Catania, 1976; citato in Gino Ditadi, I filosofi e gli animali, vol. 1, Isonomia editrice, Este, 1994, p. 212. ISBN 88-85944-12-4
  5. Citato in AA.VV., Il libro della politica, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, Milano, 2018, p. 185. ISBN 9788858019429
  6. Da Il socialismo e Mazzini. Lettera agli amici d'Italia, in Opere complete, vol. II, a cura di Arthur Lehning, Edizioni Anarcismo, 1989, p. 38-39.
  7. Citata in Henri Arvon, Bakunin: la vita, il pensiero, i testi esemplari.
  8. Da La reazione in Germania, traduzione di Domenico Tarantini, Edizioni Anarchismo, 2009.
  9. Da La libertà degli uguali, a cura di G. N. Berti, Elèuthera editrice.
  10. Citato in Errico Malatesta, L’Anarchia.
  11. a b Citato in Hanns-Erich Kaminski, Bakunin: vita di un rivoluzionario; citato in Elena Spagnol, Enciclopedia delle citazioni, Garzanti, Milano, 2009. ISBN 9788811504894
  12. Una frase simile è attribuita anche a Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord.

Bibliografia[modifica]

  • Michail Alexandrovič Bakunin, Dio e lo stato, traduzione di Giuseppe Rose, RL, Pistoia, 1974.
  • Michail Alexandrovič Bakunin, Dio e lo Stato, traduzione di Paolina Bissolati, Libreria internazionale di avanguardia, 1949.
  • Michele Bakounine, Il socialismo e Mazzini: lettera agli amici d'Italia, F. Serantoni, 1905.

Altri progetti[modifica]