Mileva Marić

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Mileva Marić

Mileva Einstein nata Marić (1875 – 1948), fisica serba.

Citazioni di Mileva Marić[modifica]

  • [da una lettera ad Albert Einstein, Heidelberg, dopo il 20 ottobre 1897] Non penso che si debba prendersela con la struttura del cranio umano se l'uomo è incapace di afferrare il concetto di infinito. Certo sarebbe in grado di farlo se, da piccolo, quando gli si sviluppa il senso della percezione, potesse avventurarsi nell'Universo, invece di essere costretto a stare sulla terra o, peggio, confinato tra quattro mura in qualche angolo di provincia. Se siamo in grado di concepire una felicità infinita, tanto più dovremmo essere in grado di afferrare l’infinità dello spazio, anzi, credo che sia molto più facile.[1]

Citazioni su Mileva Marić[modifica]

  • Di oltre tre anni maggiore di Einstein, affetta da una lussazione congenita dell'anca che la faceva zoppicare, ed incline ad attacchi di tubercolosi e di depressione, Mileva Marić non spiccava né per la sua bellezza né per la sua personalità. «Molto intelligente e seria, minuta, delicata, bruna e tutt'altro che bella» è la descrizione che ne diede un'amica di Zurigo. Ma aveva delle qualità che Einstein, almeno negli anni romantici degli studi, trovava attraenti: una passione per la matematica e la scienza, una profondità pensierosa e una personalità accattivante. I suoi occhi profondi erano di un'intensità ammaliante, sul viso aleggiava una nota seducente di malinconia. (Walter Isaacson)

Note[modifica]

  1. Da Albert Einstein-Mileva Marić, Lettere d'amore, Bollati Boringhieri, Torino, 1993; citato in Françoise Balibar, Einstein. La gioia del pensiero, Universale Electa-Gallimard, 1994, pp. 122-123.

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