Mohammed Omar
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Mohammed Omar, conosciuto comunemente come Mullah Omar (1959 – 2013), politico afghano e fondatore dei talebani.
Citazioni di Mohammed Omar
[modifica]- Combatteremo fino alla morte e daremo l'ultima goccia di sangue per Kabul. (da una dichiarazione del 24 ottobre 1996[1])
- Non volevo distruggere il Bamiyan Buddha. In effetti, alcuni stranieri sono venuti da me e mi hanno detto che vorrebbero condurre i lavori di riparazione del Bamiyan Buddha che era stato leggermente danneggiato a causa delle piogge. Questo mi ha scioccato. Ho pensato, queste persone insensibili non hanno alcun riguardo per migliaia di esseri umani viventi – gli afghani che stanno morendo di fame, ma sono così preoccupati per oggetti non-viventi, come il Buddha. Questo è stato estremamente deplorevole. È per questo che ho ordinato la sua distruzione. Se fossero venuti per il lavoro umanitario, non avrei mai ordinato la distruzione del Buddha. (da un'intervista di Mohammad Shehzad, 12 aprile 2004)
- I did not want to destroy the Bamiyan Buddha. In fact, some foreigners came to me and said they would like to conduct the repair work of the Bamiyan Buddha that had been slightly damaged due to rains. This shocked me. I thought, these callous people have no regard for thousands of living human beings – the Afghans who are dying of hunger, but they are so concerned about non-living objects like the Buddha. This was extremely deplorable. That is why I ordered its destruction. Had they come for humanitarian work, I would have never ordered the Buddha's destruction.[2]
- Voi occidentali ci considerate pazzi, lo sappiamo bene, ma noi seguiamo solo ciò che dice il Corano.[3]
- [Sugli attentati dell'11 settembre 2001] Dovete sapere che gli accadimenti e le sofferenze che vi hanno colpito sono una conseguenza delle politiche sbagliate del vostro governo. [...] Accettate qualsiasi cosa dica il vostro governo, non importa se vera o falsa. [...] Ma non riuscite a pensare con la vostra testa, come è possibile che Osama bin Laden riesca ad organizzare una cosa del genere in America? Usate il vostro buon senso e la vostra intelligenza. (messaggio inviato a Reuters, 25 settembre)[4]
- Gli Stati Uniti dicono che i kamikaze erano i criminali. Bene, sono tutti morti. Cosa vogliono ora dall'Afghanistan?[5]
- Questa è una guerra santa contro l'infedele, come quella che combattemmo contro i sovietici. Sono fiducioso che, con l'aiuto di Allah, sconfiggeremo il "Grande Infedele".[6]
Intervista di Voice of America, 21 settembre 2001; riportato ne La repubblica, 24 settembre 2001.
- La promessa di Dio è: la mia terra è vasta. Se tu inizi un viaggio sul cammino di Dio, puoi trovarti dovunque sulla terra ed essere protetto... La promessa di Bush è: non c'è posto sulla terra dove tu possa nasconderti e io non possa trovarti. Vedremo quale delle due promesse si compirà.
- In termini di affari terreni, l'America è molto forte. Anche se fosse due volte più forte o due volte ancora, non potrebbe essere abbastanza forte da sconfiggerci.
- Consideri il nostro punto di vista: se noi consegniamo oggi Osama, i musulmani che oggi ci stanno scongiurando di consegnarlo, ci disprezzerebbero poi per averlo consegnato. Le stesse persone ci chiederebbero: perché avete sacrificato il prestigio dell'Islam? Perché avete portato vergogna ai musulmani? Tutti hanno paura dell'America e vogliono compiacerla. Ma fatemi dire una cosa. Gli americani non potranno prevenire atti come quello che è appena avvenuto perché l'America ha preso in ostaggio l'Islam. Se si guarda ai paesi islamici, la gente è disperata. Si lamentano che l'Islam se ne è andato. La legge secolare ha rimpiazzato quella islamica. Ma la gente rimane ferma nella fede islamica. Nel loro dolore e nella loro frustrazione, alcuni di loro commettono atti suicidi. Sentono di non avere niente da perdere. Se gli Usa vogliono davvero porre fine a questo male, sanno come farlo. Debbono rilasciare la loro presa virtuale sull'Islam.
- L'America ha creato il male che la sta attaccando. Il male non scomparirà anche se morissi io, o Osama, o altri. Questa è la politica Usa. Gli Usa dovrebbero fare un passo indietro e rivederla. Dovrebbero smetterla di tentare di imporre il loro impero sul resto del mondo, specialmente nei paesi islamici. In nome dell'aiuto umanitario, gli americani hanno portato migliaia di Bibbie in Afghanistan e stavano propagando il cristianesimo. Se osano farlo qui, può immaginare cosa fanno nei paesi arabi?
La repubblica, 13 ottobre 2001.
- Voi musulmani di tutto il mondo, che guardate coi vostri occhi le atrocità americane in Afghanistan, come può la vostra fede, permettervi di restare in silenzio o di sostenere l'America?
- L'Afghanistan riuscirà a vincere sugli Stati Uniti "colpevoli" di aver scatenato la campagna aerea in Afghanistan per mascherare il fallimento dei servizi segreti Usa nel prevenire gli attacchi terroristi dell'11 settembre contro le Twin Tower e il Pentagono.
- Il nostro solo crimine è quello di aver applicato la legge islamica e di aver dato rifugio a musulmani senza patria e perseguitati che non potrebbero trovare ospitalità neanche per un'ora in nessun altro angolo del mondo.
Intervista del servizio pahstun della Bbc, La Stampa, 16 novembre 2001.
- L'attuale situazione in Afghanistan è legata a un progetto più ampio – la distruzione dell'America.
- Non è importante quante [province] siano sotto il nostro controllo. Un tempo non ne avevamo neppure una, poi arrivò l'ora in cui avevamo tutte quelle che abbiamo perso nel giro di una settimana.
- Noi non accetteremo un governo di peccatori. Noi preferiamo morire piuttosto che entrare in un governo malvagio.
Intervista di Aleksej Markov, La Stampa, 13 giugno 2002.
- Eravamo pronti a consegnare Osama bin Laden se l'America ci avesse fornito le prove della sua colpevolezza. Avevamo addirittura proposto un negoziato, volevamo vedere con i nostri occhi i documenti che avrebbero dimostrato il coinvolgimento di bin Laden. Ma nessuno ha voluto ascoltarci. Avevamo anche proposto di processare bin Laden apertamente in qualunque Paese musulmano non soggetto all'influenza né dei taleban, né dell'America. Osama era pronto a presentarsi davanti a questo tribunale. Ma gli americani non hanno accettato. Non avevano bisogno di bin Laden, volevano distruggere l'emirato dei fedeli che i taleban avevano costruito.
- La guerra santa è solo agli inizi. Il fuoco di questa guerra raggiungerà l'America e brucerà la sua capitale dalla quale è partita la crociata contro i musulmani.
- Dopo il ritiro delle truppe sovietiche abbiamo sentito molte parole sull'amicizia che la Russia voleva stringere con l'Afghanistan. Se la Russia avesse voluto esserci amici e guadagnarsi il perdono degli afghani, avrebbe potuto aiutarci con le armi durante l'offensiva degli Usa. Ma non lo ha fatto.
- Non abbiamo mosso un passo oltre i nostri confini, invece sono stati gli aggressori stranieri a invadere la nostra terra. La nostra colpa consiste solo nell'aver voluto vivere come desideravamo noi, e non secondo i desideri dell'America.
- Osama ci ha aiutati durante la guerra con i russi, non ci abbandonerà.
- Noi siamo pronti a combattere anche per cento anni, fino a che l'ultimo soldato straniero non abbandonerà la nostra terra. Nel 1979 nessuno credeva che saremmo stati capaci di vincere la potente e temibile Urss. Ma ci siamo riusciti. L'amarezza della sconfitta che gli americani sono destinati ad assaporare in Afghanistan è ancora maggiore di quella dei russi.
- Invece di cominciare la guerra, gli Usa avrebbero dovuto cercare di comprendere le ragioni che hanno spinto gli uomini che hanno dirottato quagli aerei, e fare ciò che hanno fatto. Eppure hanno preferito uccidere i musulmani, come già avevano fatto in Iraq e in Palestina. Se l'America non cesserà la sua guerra ingiusta contro l'Islam, eventi simili a quelli dell'11 settembre si ripeteranno sulla sua terra, più di una volta.
Intervista di Mohammed Shehzad, ottobre 2002; riportato ne La Stampa, 5 aprile 2004.
- Le elezioni sono una manovra americana per conferire legittimità al governo di Karzai e noi le denunciamo come tali. [...] La nostra posizione è chiara: ammazzeremo tutti quelli che si registreranno come elettori o voteranno alle elezioni.
- Stiamo dando del filo da torcere agli americani e alla coalizione. Abbiamo già consegnato alle fiamme dell'inferno più di mille infedeli, compresi gli americani, i loro alleati e lacché afghani. Uccideremo tutti quelli che li sostengono in qualunque maniera.
- Osama è il più grande mujahid di tutti i tempi. Come potremmo pentirci di avergli dato asilo? Gli Stati Uniti erano decisi a rovesciare il nostro governo legittimo e lo avrebbero fatto anche se avessimo espulso Osama.
Citazioni su Mohammed Omar
[modifica]- Come i grandi dittatori della Storia, da Hitler a Saddam Hussein, il mullah Mohammad Omar ha subito il trauma della perdita precoce del padre e si è dovuto assumere in tenera età la responsabilità del mantenimento della famiglia. E la sua vita è avvolta da un impenetrabile alone di mito e mistero che alimenta la venerazione di un uomo senza volto e senza voce ma i cui ordini vengono eseguiti come fossero dei precetti religiosi. (Magdi Allam)
- Egli è uno dei più grandi e coraggiosi musulmani del nostro tempo. Non teme altri che Allah. Non ha relazioni personali né obbligazioni con me. Compie solo il suo dovere religioso. (Osama bin Laden)
- Ho parlato al telefono con Mullah Omar, non troppo tempo fa. Dopo aver accettato in un primo momento la mia proposta di indire elezioni democratiche si è poi ricreduto ritenendo che queste siano incompatibili con lo spirito dell'Islam. (Aḥmad Shāh Masʿūd)
- Il Mollah Mohamed Omar, che ha dato l'ordine di distruggere le statue dei buddah, vero patrimonio della cultura universale, agisce in nome "della virtù e della lotta contro il vizio". Ma è in contraddizione con lo spirito del Corano e dell'Islam, che postula l'acquisizione del sapere e il rispetto della cultura altrui. Inoltre, essendo un leader politico, non può erigersi a capo religioso, nella misura in cui il sistema delle gerarchie è proscritto dall'Islam. I testi dicono infatti che nell'islam non esiste "sacerdozio". (Tahar Ben Jelloun)
- Massimo Fini rende onore al Mullah Mohammed Omar, combattente, giovanissimo, contro gli invasori sovietici, perdendo un occhio in battaglia, combattente, vittorioso, contro i criminali signori della guerra che avevano fatto dell'Afghanistan terra di abusi, di soprusi, di assassinii, di stupri, di taglieggiamenti e di ogni sorta di violenze sulla povera gente, riportandovi l'ordine e la legge, sia pure una dura legge, la Sharia, peraltro non estranea, almeno nella vastissima area rurale, ai sentimenti e alle tradizioni della popolazione di quel paese, infine leader indiscusso per quattordici anni della resistenza contro gli ancor più arroganti e moralmente devastanti occupanti occidentali. Che Allah ti abbia sempre in gloria, Omar. (Massimo Fini)
- Nessuno lo conosce, e non è facile trovarlo. Omar è una persona che viveva nell'ombra, e tutt'ora si nasconde nelle case dei suoi alleati. Io stesso, se lo incontrassi oggi, non lo riconoscerei. Abbiamo bisogno di tempo, ma alla fine lo prenderemo. (Hamid Karzai)
- Secondo la leggenda il mullah Omar ordinò l'assalto finale a Kabul indossando il sacro mantello del profeta Maometto, che si trova nel sacrario di Kandahar, se lo poggiò sulle spalle e proclamò la Jihad, la Guerra santa, contro il presidente Burhanuddin Rabbani. La verità è che il mullah Omar è arrivato al potere grazie alle armi del Pakistan e ai soldi di Bin Laden. (Magdi Allam)
- È iconoclasta, coraggioso, fanatico, umile, intransigente, generoso, oscurantista. Può essere indulgente e spietato. Non come una monarca giusto o bizzoso. Ad ispirarlo sono spesso i sogni che gli fanno da ponte con l'aldilà. Non ha carisma ed è un cattivo predicatore, non è neppure un bravo teologo, un acuto interprete del Corano, ma è stato a lungo un capo ascoltato e una guida religiosa rispettata e temuta. Ha rischiato la vita per salvare due adolescenti rapite e violentate; e un'altra volta ha strappato un ragazzo dalle mani di due uomini che se lo contendevano per sodomizzarlo; ma non si contano le stragi compiute dai Taliban ai suoi ordini; ed è lui che ha fatto distruggere i Buddha giganti di Bamiyan. Non è certo un opportunista. Lui è a Kandahar, in mezzo ai suoi uomini, mentre Osama Bin Laden è nascosto in chissà quale caverna millenaria, nel cuore delle montagne afgane. (Oppure segue la propria vicenda guardando la Cnn in uno chalet svizzero, in prossimità di Zurigo, come dice con sarcasmo un intellettuale di Islamabad). Se avesse preso le distanze da Osama, se l'avesse abbandonato a se stesso o avesse contribuito alla sua cattura, adesso Omar sarebbe ricoperto di onori e di dollari.
- È sul metro e ottanta ma non di corporatura robusta. Ti viene incontro con passi incerti, come se l'andatura dovesse esprimere la sua modestia. La testa protesa in avanti e lo sguardo fisso di sotto in su dell'unico occhio, il sinistro (l'altro l'ha perduto in guerra), fanno pensare a un toro sul punto di caricare. Un toro guercio. Timido e taciturno. Questo è il sommario ritratto del mullah Omar che anima la resistenza nella città di Kandahar, ultimo bastione dei Taliban.
- Il mullah Omar non è mai stato tenero con Kabul. C'è venuto soltanto due volte, nascosto dietro i vetri blu di una colonna di automobili nere tutte uguali e scortate da uno squadrone di motociclisti. Nessuno poteva capire in quale automobile fosse annidato il mullah. Non regnava la fiducia tra lui e Kabul. Se non la teneva in grande considerazione, dopo la resa ha constatato che il suo disprezzo era fondato. La sua città è Kandahar. E là, almeno per ora, si resiste.
- Il mullah Omar vive in un'altra epoca, un imprecisato numero di secoli fa.
Note
[modifica]- ↑ Citato in Il paese delle valli alte. Materiali sull'Afghanistan, Centro Amilcar Cabral, Bologna, 2006.
- ↑ (EN) Dall'intervista "We are hunting Americans like pigs", Rediff.com, 12 aprile 2004.
- ↑ Citato in Magdi Allam, Tutti i segreti del mullah Omar leader talibano senza volto, la Repubblica, 20 settembre 2001.
- ↑ Citato in Omar, messaggio agli americani. "Tutta colpa del vostro governo", la Repubblica, 25 settembre 2001.
- ↑ Citato in Il mullah Omar: Nessuno diede l'ordine ai kamikaze, la Repubblica, 7 ottobre 2001.
- ↑ Citato in Il mullah Omar: "Con pazienza batteremo il Grande Infedele", la Repubblica, 17 ottobre 2001.
Voci correlate
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