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Natalia Estrada

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Natalia Estrada (1972 – vivente), attrice, ballerina e conduttrice televisiva spagnola naturalizzata italiana.

Citazioni di Natalia Estrada

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Citazioni in ordine temporale.

  • Ho un carattere positivo, sono ottimista, solare; comunico la positività. Non faccio il personaggio, sono così.[1]
  • [Sul flamenco] Si balla col cuore e con la mente. Devi avere il duende, il genio, una forza che trasforma il corpo e anche l'atteggiamento di chi sta ballando, parte dall'interno e va dalla punta dei piedi alla testa. Alle bambine, prima di ammetterle nella scuola di flamenco, si fa improvvisare una danza perché pur non sapendo la tecnica, da come muovono le mani, si capisce chi riuscirà a diventare brava. C'è qualcosa che le differenzia, un dono.[1]
  • [Si spoglierebbe davanti a una telecamera?] Dipende. Per Almodovar sì, per i Vanzina no. [È questione di qualità del regista?] No, di qualità. Non voglio finire a girare nuda intorno ad una sedia solo per fare cassetta.[2]
  • [Non si sente inflazionata? Pubblicizza qualunque cosa] No, mi fa piacere vedermi. E poi la pubblicità è la misura del successo. Se non hai visibilità, nessuno ti chiama.[2]

«Ranch e cavalli. La mia vita da film western»

Intervista di Candida Morvillo, Corriere della Sera, 25 luglio 2019.

  • [Come nasce la sua passione per i cavalli?] Claudio Lippi mi invitò in campagna e per caso ne montai uno. Fu come un colpo di fulmine che ti succede o non ti succede. Iniziai a prendere lezioni e gli studi tv iniziarono a starmi sempre più stretti. Volevo tempo per i cavalli: per me, l'equitazione è un'arte pari alla danza e, se vuoi fare una bella coppia col tuo cavallo, devi allenarti a tempo pieno, come quando studiavo balletto al Conservatorio di Madrid.
  • Ho avuto tutto ciò che si poteva desiderare e ho lasciato quando potevo uscire dalla porta principale e c'era una qualità che non si è più vista in tv. Dopo, ho visto troppi programmi spietati verso personaggi di peso messi in situazioni imbarazzanti.
  • [Quanti reality le hanno offerto?] Li ho rifiutati tutti. Non c'è cifra che potrebbe convincermi. In fondo, la cosa intelligente che ha salvato gli animali dall'estinzione è l'evoluzione.
  • [In pratica, vive in un film western?] Lo so, suona anacronistico. Vestiamo anche alla cowboy, ma certe tradizioni è bene che non si perdano: gli allevamenti allo stato brado sono più salutari per gli animali e producono carni più sane per noi.
  • Sono stata conquistata dai cavalli e dal mondo del ranch e dei working cowboys. Col mio compagno Andrea Mischianti, detto Drew, istruttore e campione di Ranch Roping, viviamo nella campagna astigiana e seguiamo allevamenti di bestiame alla vecchia maniera: liberi nei pascoli, con noi che andiamo a recuperarli al lazo quando è necessario vaccinarli, marchiarli, curarli o quando si allontano troppo.

Intervista di Dea Verna, oggi.it, 16 ottobre 2022.

  • Il cappello per un cowboy è come la corona per un re. Quando lo togli ti senti nudo, a disagio, senza la nobiltà che ti dà lo stare a cavallo. È un biglietto da visita: lo vedi e sai che vivo in campagna, ho le bestie e una certa filosofia di vita.
  • [Nel suo armadio ha ancora vestiti da sera o scarpe con il tacco?] Zero. Ho tenuto giusto qualche abito di scena per ricordo, per esempio quello del ballo nel Ciclone, o il vestito di flamenco con cui ho fatto l'esame al Conservatorio in Spagna. Ma ora non saprei quando indossarli e poi sono vintage, anche Roberto Cavalli li metterebbe in un museo.
  • [Non rimpiange la tv?] È una pagina che ho chiuso al momento giusto, quando ho raggiunto il massimo. [...] cosa avrei potuto fare di meglio? Quella era la tv spensierata, divertente. Non mi ci vedo a condurre un programma in cui mi devo intromettere nella vita delle persone e farle piangere, non fa per me.
  • A 17 anni mia nonna mi accompagnava agli studi dove giravamo la versione spagnola di Discoring, c'era anche Jovanotti. Avevo fatto il casting come ballerina, ma siccome avevo la parlantina e piacevano le mie facce buffe, mi facevano intervenire. Poi sono arrivata in Italia e c'è stato il boom. Mi chiamavano "la spagnola tedesca" perché ero puntualissima.
  • Ballando, ho sempre fatto il triplo della fatica rispetto a chi presentava solo il programma. Il balletto in televisione sembra poca cosa, ma la fatica c'era ed era tanta. La disciplina aiuta a non montarti la testa, a non fare la diva.
  • [...] io ho altre cose da offrire se volessi tornare in tv, posso presentare discretamente, ballare, non vedo perché dovrei andare a mostrare le mie miserie. [Sta aprendo uno spiraglio? Ci sta facendo un pensierino?] Anche se ricevessi un'offerta pazzesca, un programma sui cavalli oppure uno show importante, mi spaventa il contorno: tornare in città, il traffico, le perdite di tempo, le riunioni infinite, le ore in sala trucco. Il mio stile di vita attuale non ha prezzo. Tanti mi dicono: "Tu sei matta", ma per me sono matti gli altri.

Note

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  1. a b Dall'intervista di Silvia Fumarola, Fenomeno Natalia: "Scusate il successo", la Repubblica, 2 febbraio 1997.
  2. a b Dall'intervista di Alessandra Rota, Estrada: mi spoglierei ma solo per Almodovar, la Repubblica, 23 novembre 1997.

Filmografia

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Altri progetti

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