Nathalie Tocci

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Nathalie Tocci nel 2019

Nathalie Tocci (1977 – vivente), politologa italiana.

Citazioni di Nathalie Tocci[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Su Alessandro Orsini] Strano che non lo avevo mai conosciuto prima. In Italia la comunità che si occupa di politica internazionale è piccina. Ma perché eravamo ritirati? Perché non interessa la politica internazionale in questo Paese. [...] Perché l'Italia viene poi selezionata dalla Russia come anello debole? Perché la disinformazione fa breccia nell'ignoranza. Questa è la verità. Ritornando a Orsini, ma si potrebbero fare altri nomi, io faccio questo mestiere da 25 anni. Se non ti ho mai visto e conosciuto è come minimo un po' strano perché ci conosciamo tutti. E quindi ci si chiede perché poi in questo momento alcuni personaggi spuntano come funghi. Io non ho la risposta a questa domanda, la pongo semplicemente perché è un po' strano.[1]
  • [Sulla battaglia di Avdiïvka] La situazione in Ucraina è disastrosa, forse più di quanto si creda. Avdiivka non ha un'enorme rilevanza strategica, ma è certamente più importante di Bakhmut, persa quasi un anno fa. Si prevede che l'offensiva russa prosegua, minacciando di far retrocedere i modesti guadagni territoriali ottenuti dall'Ucraina nella sua controffensiva. Sebbene non sia necessariamente probabile, non si può escludere un crollo della linea di difesa ucraina.[2]

Da Attentato a Mosca, cosa succede ora? Nathalie Tocci: «Svelata la fragilità dell'ex Kgb. Putin? Cadrà per una congiura di palazzo»

Intervista di Marco Ventura, ilmessaggero.it, 25 marzo 2024.

  • Il fatto che l'attentato [al Crocus City Hall] sia andato in porto, è sintomo della fragilità del sistema di sicurezza e della vulnerabilità dell'Fsb, l'ex Kgb. Del resto tutta l'attenzione della Russia, negli ultimi due anni, si è concentrata sull'Ucraina: è probabile che vi sia stato un abbassamento della guardia rispetto al terrorismo islamista. Ma se quest'azione dell'Isis-K racconta la debolezza dei servizi segreti russi, può invece rafforzare il regime, con misure quali la pena di morte e la legge marziale. Attentati di questa portata hanno prodotto una stretta repressiva nelle democrazie, figuriamoci in una dittatura
  • Putin [...] aveva un interesse a ribaltare i fatti e insinuare il dubbio inquietante cella matrice ucraina. Primo, per distogliere i riflettori dalle fragilità del sistema. Poi, perché magari trova davvero qualcuno disposto a credere che siano stati gli ucraini e ritorna il dibattito in Occidente sul dare o no le armi a Kiev.
  • Forse non c'è solo il jihadismo islamico. Forse, ci sono collegamenti con le pulsioni del Caucaso del Nord. La Russia è attraversata da divisioni etno-politico-religiose importanti. Ma Putin ha già escogitato la risposta efficace, il modello funzionale alle sue mire, ventiquattro anni fa con la Cecenia, dove a comandare è Kadyrov, suo alleato. Né ci sono indicazioni che il regime russo stia per implodere sotto la pressione di queste spinte o dell'attrito tra le faglie interne. L'implosione, se vi sarà, partirà dall'alto. Il terrorismo non richiama le masse.
  • L'avvertimento americano è stato per Putin una grande fonte di imbarazzo, e una delle ragioni per cui ha scaricato la colpa sugli ucraini. La collaborazione contro il terrorismo c'è a prescindere, per quanto gli americani abbiano dovuto dare l'allerta pubblicamente, il 7 marzo, non in privato. Tra qualche settimana, sono pronta a scommettere, non si parlerà più nei media o altrove dell'attentato alla Crocus City Hall.

Da Putin e quel disperato bisogno di guerra all'Ucraina

huffingtonpost.it, 8 aprile 2024.

  • Che Vladimir Putin avrebbe stravinto le elezioni [presidenziali in Russia del 2024], assegnandosi un quinto mandato e divenendo così il leader russo più longevo dai tempi di Josef Stalin, era una delle pochissime certezze di questo periodo di profondi sconvolgimenti. L'elezione di Putin non è mai stata un cigno nero, piuttosto un gigantesco rinoceronte grigio che tutti avvistavano nitidamente da lontano.
  • Non è una novità che la maggioranza dei russi sia profondamente nazionalista e anti occidentale, amante dell'uomo forte al potere e dell'idea – mai veramente abbandonata – di essere un impero, considerando i Paesi limitrofi indegni di sovranità. Oppure, più banalmente, questa maggioranza vuole tenersi alla larga dalla politica e sarebbe disposta a votare chiunque le venga suggerito o imposto. Putin rappresenta perfettamente questa maggioranza.
  • Negli ultimi due anni, il leader russo ha trasformato la narrazione e la legittimazione del conflitto nel suo Paese: l'invasione dell'Ucraina non ha più solo o principalmente lo scopo di denazificare e demilitarizzare il Paese, alla vigilia di una sua ipotetica entrata nella Nato, ma è diventata una nuova grande guerra patriottica contro l'Occidente.
  • Se la prosecuzione della guerra funziona così bene per Putin, anzi se Putin ne ha bisogno per alimentare il suo consenso interno, perché mai dovrebbe porvi fine con un cessate il fuoco e una trattativa? Le elezioni in Russia e l'attacco al Crocus City Hall confermano ciò che è evidente da tempo: della guerra Putin ha e continuerà sempre più ad avere un disperato bisogno. A noi trarne le dovute conseguenze.

Note[modifica]

  1. Dall'intervista a L'aria che tira, LA7, 5 maggio 2022; citato in Nathalie Tocci contro Alessandro Orsini: "Non l'ho mai visto e conosciuto", business.it, 5 maggio 2022.
  2. Da La situazione in Ucraina è disastrosa. L'Ue deve fare di più, passa da Kyiv la sicurezza europea, huffingtonpost.it, 11 marzo 2024.

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