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Elezioni presidenziali in Russia del 2024

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Manifesto a Mosca per le elezioni del 15-17 marzo 2024

Citazioni sulle elezioni presidenziali in Russia del 2024.

Citazioni

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  • Che Vladimir Putin avrebbe stravinto le elezioni, assegnandosi un quinto mandato e divenendo così il leader russo più longevo dai tempi di Josef Stalin, era una delle pochissime certezze di questo periodo di profondi sconvolgimenti. L’elezione di Putin non è mai stata un cigno nero, piuttosto un gigantesco rinoceronte grigio che tutti avvistavano nitidamente da lontano. (Nathalie Tocci)
  • Chi è contro Putin non andrà a votare. Ma anche sotto questo aspetto i dati verranno addomesticati. L'affluenza ufficiale risulterà senz'altro molto superiore a quella reale. La vittoria di Putin dovrà essere un trionfo totale. Dovrà dimostrare che il presidente ha dalla sua parte tutta la popolazione. E sarà così. O almeno così ci diranno in tivù. (Lev Gudkov)
  • Domani e dopodomani i cittadini russi vanno a votare per Putin che a quanto pare non è riuscito a trovare nell'intera Federazione un avversario politico, sicché il risultato è scontato ma non del tutto. (Paolo Guzzanti)
  • E come festeggia Vladimir Vladimirovic la vigilia dell'ovvio (e tuttavia ambito) successo elettorale: lo ha fatto alla sua maniera, una maniera che ormai sta diventando un'abitudine. E cioè promettendo una guerra nucleare a chiunque lo faccia innervosire. (Paolo Guzzanti)
  • È un insulto chiamarle elezioni. Putin ha ucciso, incarcerato e esiliato tutti i suoi oppositori. Detto questo, sì: il presidente vuole rimanere al potere sino all'ultimo dei suoi giorni perché sa che, una volta uscito dal Cremlino, verrà incarcerato e forse ucciso. È una questione di vita o di morte per Putin. (Bill Browder)
  • Han votato, prendiamo atto. Han votato e quindi quando un popolo vota ha sempre ragione ovunque voti. Le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince che quando uno le perde. (Matteo Salvini)
  • In Russia non esiste nessuna elezione. In Russia si terrà invece un rito che non ha nulla a che vedere con l'espressione della volontà popolare. Cosa potrebbe influire su una messinscena? Tutto è noto in anticipo, previsto e calcolato. Le presidenziali verranno presentate come una grande vittoria di Putin. Nulla di reale può avere impatto su questa ridicola realtà virtuale. (Oleg Orlov)
  • Io vivo in Russia, faccio il mio lavoro, intendo partecipare di nuovo alle elezioni e vivere la mia vita politica qui. Non capisco come si possa fare politica in Russia abitando fuori. Credo che Yulia Navalnaya e Khodorkovsky abbiano scarse possibilità di successo. Penso che ad appoggiarli non siano più di uno o due milioni di persone: tante, ma non bastano. Io ritengo di poter contare su 15 milioni di voti. (Boris Nadeždin)
  • L’elezione russa è stata violentata in molti modi. La morte di Alexei Navalny ci ha ricordato che fine fanno i veri oppositori del regime. Dunque è corretto sostenere che il verdetto delle urne russe è manipolato. Tuttavia Putin ha sentito il bisogno di organizzare questa messinscena. Questo perché anche i regimi autoritari si pongono quasi sempre il problema del consenso. [...] Per prendere delle analogie storiche, si può ricordare che Mussolini, Hitler, Stalin, Mao, tutti godettero di un consenso dei loro popoli almeno in alcune fasi della loro storia. Alcuni arrivarono al potere anche grazie a votazioni di massa (Mussolini, Hitler), altri avevano una legittimazione di tipo rivoluzionario che passava attraverso il ruolo del partito comunista, «avanguardia del proletariato». (Federico Rampini)
  • Lo scopo delle elezioni era dimostrare ai russi che Putin era o meglio, è in totale controllo della situazione, un controllo capillare di tutto il paese. Putin era terrorizzato che qualche dimostrazione di protesta a sorpresa potesse smentire questa narrazione. (Leonid Gozman)
  • Naturalmente sono state totalmente truccate, ma il punto è che non hanno provocato alcuna reazione pubblica. Non parlo nemmeno del fatto che nessuno nelle grandi città sia sceso in piazza quando ha saputo dell'87% di voti presumibilmente espressi a favore di Vladimir Putin. Ma anche i materiali dei media dell'opposizione riguardanti le falsificazioni non hanno attirato per la prima volta molta attenzione. La morte di Navalny, avvenuta molto tempestivamente, ha sottolineato che in Russia non è rimasto un solo oppositore popolare del regime e che nessuno degli oppositori emigrati all'estero ha una sola possibilità di cambiare la società russa. Inoltre, ora che la maggior parte di questi dissidenti è favorevole alla sconfitta della Russia nella guerra con l'Ucraina, non sono più visti in Russia come semplici fuggitivi, ma come traditori. (Vladislav Inozemcev)
  • Non ci saranno risultati veri. Queste elezioni sono un esercizio di manipolazione dell'opinione pubblica. Mica vere elezioni. Putin prenderà tra il 70 e il 75%. Vuol dire che ufficialmente il sostegno alla "operazione militare speciale in Ucraina" sarà assicurato da tre quarti della popolazione o quasi. (Lev Gudkov)
  • Non è un'elezione, ma una farsa. L'unico commento positivo possibile è che si tratta di una dimostrazione di quanto sia potente l'idea delle democrazia, al punto che pure i russi devono fingere di averla. (Anne Applebaum)
  • Non è una novità che la maggioranza dei russi sia profondamente nazionalista e anti occidentale, amante dell’uomo forte al potere e dell’idea – mai veramente abbandonata – di essere un impero, considerando i Paesi limitrofi indegni di sovranità. Oppure, più banalmente, questa maggioranza vuole tenersi alla larga dalla politica e sarebbe disposta a votare chiunque le venga suggerito o imposto. Putin rappresenta perfettamente questa maggioranza. (Nathalie Tocci)
  • Pochi, nelle condizioni di dittatura e repressione, sono pronti a parlare pubblicamente o a scendere in piazza, ma tutti possono prendere la propria scheda elettorale, cancellare tutti i candidati Z e scrivervi sopra "No" [...]. E anche questo sarà un atto civile. (Vladimir Kara-Murza)
  • Putin ha dovuto uccidere Navalny ed eliminare ogni oppositore politico prima del voto: segno che era ansioso sull'esito. C'è una larga fetta del Paese che non lo vuole e lui la teme, anche oggi. (Anne Applebaum)
  • Putin non ha paura delle elezioni. Ha paura di essere molto meno popolare di quanto sembri, ma controlla il processo elettorale. (Sergej Gurijev)
  • Quando ho deciso di partecipare valevo l'uno o due per cento, non ero una minaccia. Ma in gennaio avevamo già sedi in 60 città, migliaia di persone accorrevano a firmare e a dare contributi in denaro. A quel punto la situazione è drasticamente cambiata. (Boris Nadeždin)
  • Queste non sono vere elezioni, quindi è totalmente irrilevante chi viene ucciso prima o dopo. [...] i candidati alle elezioni sono tutti stati concordati con Putin e sono dei putiniani, fondamentalmente. Per quanto riguarda gli altri oppositori, certo ci sono tantissimi oppositori, il problema è che la maggior parte si trova in carcere oppure all'estero. (Anna Zafesova)
  • Saranno elezioni farsa, e lo abbiamo visto con l'esclusione del candidato anti-guerra Boris Nadezhdin: aveva già ottenuto oltre 100mila firme in pochi giorni. Perché l'opposizione è molto più ampia di quanto si pensi in Russia: secondo le ultime rilevazioni, c'è un 17% della popolazione che vorrebbe fermare la guerra e restituire i territori occupati all’Ucraina, mentre coloro che chiedono la pace sono il 52%. (Michail Borisovič Chodorkovskij)
  • Sono elezioni che sono state caratterizzate da pressioni forti e anche violente. Navalny è stato escluso dalle elezioni di fatto con un omicidio [...] Non c'erano candidati avversari di Putin. Abbiamo visto le immagini dei soldati russi entrare dentro i saggi per vedere come votava la gente. Quindi non mi sembra che sia una elezione che rispetta i criteri che rispettiamo noi. (Antonio Tajani)
  • Sono rimasto stupito da quanto le elezioni siano state pesantemente truccate. Certo, un gran numero di russi sostiene il presidente. Ma i sondaggi prima del voto davano Putin avanti con una forbice del 55-65%, non di quasi il 90%, come poi è stato. L'audience dei talk show politici e dei programmi di informazione in Russia è in netto declino. Ai funerali di Navalny sono arrivate così tante persone che stavolta non hanno potuto arrestarle tutte. Il 40% del budget del Paese dedicato alla Difesa presto inizierà a mordere il welfare e lo stile di vita di molti, nonostante i dati del Pil siano buoni. Il movimento di mogli e madri dei soldati contro la guerra sta crescendo. Insomma, c'è una ampia fetta di popolazione silenziosa che non sostiene il presidente. Le elezioni sono state una enorme lozh', bugia in russo. Un messaggio esplicito di potere, da parte di Putin, che sottolinea come la Russia stia diventando sempre più una nuova Unione Sovietica, destinata a un logoro autoritarismo. (Mark Galeotti)
  • È probabile che dopo le elezioni ci sarà un nuovo governo. Il premier Mishustin non è mai andato in mimetica al fronte, perché deve preoccuparsi di far andare avanti il Paese, e ciò mette in dubbio la sua lealtà. È possibile che queste figure siano rimpiazzate con persone più fedeli ma meno professionali, e ciò potrebbe provocare problemi economici che faranno avvertire il peso della guerra anche nelle città.
  • Lui vince le elezioni, ma la Russia perde perché la spinge verso un isolamento globale che non appartiene al Paese. Sta dimostrando che siamo i barbari, o possiamo esserlo.
  • Non sono democratiche, violano le regole sui mandati e non c'è alcun vero oppositore che abbia la possibilità di competere. Si tratta solo dell'installazione del sovrano, secondo la forma già adottata dall'Urss. La linea putiniana è che siamo in guerra, bisogna unirsi dietro alla presidenza, chi sgarra va processato.
  • Non c’era bisogno di aspettare dati concreti perché tutto era già più che prevedibile. Ma quando ieri sono iniziati ad arrivare i primi risultati dall’Estremo Oriente che «viaggia» 10 ore avanti a Mosca a causa del fuso orario, il risultato è stato evidente. Poi la conferma dalla commissione elettorale. Affluenza oltre il 73%, per dimostrare che i russi credono alle elezioni e vogliono esprimere la loro volontà. E consensi per Putin superiori all’87%. Alle ultime presidenziali aveva preso il 63,6 (2012) e il 76,7 (2018). Alle prossime potrà forse avvicinarsi al 100%.
  • Putin ha stravinto in quelli che gli oppositori chiamano i «sultanati elettorali», regioni e repubbliche dove i capi locali possono fare ciò che vogliono. Nella Cecenia del ras Kadyrov siamo al 99,3, dato record. Nell’estrema Siberia, dove hanno sempre riportato buoni risultati i comunisti e i liberaldemocratici del defunto leader ultranazionalista Zhirinovskij, il presidente è andato alla grande. Tranne che in alcuni seggi particolari, dove la gente, evidentemente, non ha capito che aria tira.
  • Tutta la Russia, tranne pochi «traditori», dunque, vuole che Vladimir Vladimirovich continui a rimanere al Cremlino fino al 2030 quando diventerà il leader più longevo dai tempi di Caterina la Grande, perfino più di Stalin. E allora, a 78 anni, potrà anche chiedere un ulteriore mandato.
  • [«Come sarà la Russia dei prossimi anni sotto Putin?»] Le prospettive sono molto preoccupanti. In un futuro prossimo potrebbero avvenire scontri interetnici oppure interreligiosi. Potrebbe rialzare la testa l’ala ultranazionalista. Potrebbero ampliarsi le repressioni politiche. Tuttavia, sono sicuro che prima o poi avremo di nuovo una possibilità per diventare un Paese moderno e democratico. Ma quando e come ciò accadrà, non lo sa ancora nessuno.
  • Non mi aspetto niente da queste elezioni. Vi partecipano in qualità di candidati solo tre strenui sostenitori di Putin, che appoggiano pienamente la sua politica, compresa la guerra con l’Ucraina. Non sapremo mai quanta gente andrà ai seggi. Tanto più che una parte notevole della votazione sarà elettronica.
  • Non sono elezioni, ma una semplice procedura burocratica senza alternativa, sotto il pieno controllo delle autorità.
  • Non sono state elezioni. È stato un plebiscito. In Russia non c'è democrazia. Tutto è iniziato col fallimentare tentativo di modernizzazione postsovietica. Vennero effettuate riforme errate che hanno saldato in via criminale la proprietà privata al potere. E ora ne paghiamo le conseguenze.
  • Sapevo in anticipo che non ci sarebbe stata alcuna campagna elettorale e che non ci sarebbero state vere elezioni. Non avrei avuto la possibilità di parlare in tv e quindi alla gente. Molti oppositori, a partire dallo stesso Navalny quand'era in vita, hanno invitato a votare "chiunque tranne Putin". I "chiunque" che lunedì sono stati al Cremlino e poi sono saliti sul palco in piazza Rossa al fianco di Putin dicendo di sostenerlo nel conflitto in Ucraina. Che senso aveva votare questa gente? Ridicolo.
Elettori aderenti alla protesta del "mezzogiorno contro Putin", promossa da Aleksej Naval'nyj e portata avanti dalla vedova Julija Naval'naja, in coda per votare all'ambasciata russa di Erevan, Armenia, 17 marzo 2024.

Citazioni in ordine temporale.

  • Dobbiamo usare il giorno delle elezioni per dimostrare che ci siamo e che siamo in tanti, che siamo persone reali e che siamo contro Putin. È necessario presentarsi al seggio elettorale lo stesso giorno e alla stessa ora: il 17 marzo a mezzogiorno. Sta a te decidere cosa fare dopo. Puoi votare per qualsiasi candidato tranne Putin. Possiamo rovinare il voto. Puoi scriverci sopra "Navalny". E anche se non vedi affatto il motivo di votare, puoi semplicemente venire e stare in piedi al seggio elettorale e poi girarti e tornare a casa.
  • Molto probabilmente, il Cremlino comincerà a spaventare tutti. Ma cosa possono fare? Chiudere i seggi elettorali per un'ora, non vi fate entrare? Avete tutto il diritto di andare a votare in qualsiasi momento, e mezzogiorno del 17 marzo non è più pericoloso di qualsiasi altro giorno. E più abbiamo paura, più dobbiamo ricordarci che se non lo vogliono così tanto, allora è un problema per loro. E se questo è un problema per loro, allora questo è questo il modo giusto di agire.
  • Questa non è un'elezione, Putin non sarà un presidente legittimo né per voi né per me né per il mondo intero. Ma a mezzogiorno del 17 marzo possiamo venire e mostrarci, far vedere che siamo in tanti e siamo forti.

Voci correlate

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