Ombre malesi

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Ombre malesi

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Bette Davis in una scena del film

Titolo originale

The Letter

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 1940
Genere noir
Regia William Wyler
Soggetto William Somerset Maugham
Sceneggiatura Howard Koch
Produttore William Wyler
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Ombre malesi, film statunitense del 1940 con Bette Davis, regia di William Wyler.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • «Non può negare di avere le mani più belle del mondo». Be', questo però mi indispose. Le mie mani non sono belle e nessuno vuole lodi sui propri punti deboli. (Leslie)
  • Molti si credono in dovere di fare la corte ad una donna se ne hanno l'opportunità, altrimenti temono di deluderla. (Leslie)
  • È inutile mentire: amo ancora l'uomo che ho ucciso! (Leslie)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Howard: L'avrebbe creduto capace di una cosa simile?
    Withers: E come prevedere quel che un uomo farà quando è ubriaco?
  • Leslie: Ha cercato come di leggermi nel pensiero.
    Howard: Cerco di comprenderla.
    Leslie: Perché? Perché sono così perversa?

Citazioni su Ombre malesi[modifica]

  • Un noir melodrammatico teso e raffinato, con un inizio irresistibile (l'assassinio dell'amante), una messinscena accuratamente sinistra (persino il fogliame umido e frusciante desta sospetti), un cast britannico eccellente e una Davis capace di alternare calcolo e isteria con passaggi da brivido. Toni Gaudio firma una fotografia magnetica, tutta giocata di taglio sulla bianca luce diffusa della luna piena. Wyler lavora con precisione maniacale (tanto da litigare violentemente con la star) per far emergere il cuore di tenebra nascosto nella colonia tropicale prossima alla dissoluzione. Max Steiner commenta il tutto con una colonna sonora ossessiva, in cui colpa e destino rimbalzano su due sole note. Peccato per il doppio finale punitivo, conforme alle regole del Codice Hays (la Davis viene uccisa dalla donna cinese, che presumibilmente sarà arrestata mentre il racconto di Maugham si chiudeva, con molta più ipocrisia, su un trionfo collettivo del cinismo), che però non compromette un autentico gioiello hollywoodiano, frutto di un talento registico e di una squadra di professionisti fuori dal comune. (Il Mereghetti)

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