Orango
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Citazioni sull'orango, o orangutan o orangotango.
- Enigmi irrisolti del mondo animale. Scoperto a Vienna un orangotango che si faceva chiamare "orangovalzer". (Crozza nel Paese delle Meraviglie)
- Gli orang-utang, divisi in schiere e portando a spalla rami, randelli o quant'altro avevano preso nella furia, serrati e stretti l'uno con l'altro, sfilarono, ritti sulle zampe posteriori, per il sentiero della foresta, mentre il capo li precedeva con aria di importanza. [...] Voltavano il viso a sinistra e battevano la terra coi calcagni come pazzi furiosi. [...] "Per un attimo", disse Mr. Slyfox, "mi parve di non essere più nella foresta vergine, ma altrove, in qualche altro luogo. In qualche capitale europea". (Gustav Meyrink)
- Io non arrivo a dire che si possa convivere con l'orango. So tuttavia, con certezza, una cosa: che l'orango non arriva a bruciare i boschi, a ridurre l'uomo e l'altro in allevamenti, a pensare per lui – alla fine – mezzi che lo distruggano totalmente, in un attimo (o tra sofferenze senza scampo) solo lasciando intatti i suoi averi. No, l'orango – che non scrive libri e non li legge – non arriva a questo. (Anna Maria Ortese)
- L'orango è animale tranquillo e pacifico : alla vista dell'uomo non fugge, ma lo fissa con calma. Se suppone pericolo, cerca scampo nella alta cima degli alberi, e si nasconde fra il fogliame; se poi non si sente abbastanza sicuro, muta sede saltando da una cima all'altra, ma sempre con certa esitanza e cautela; l'impeto e la leggerezza di altre specie di scimmie gli sono sconosciute. Ferito da una palla o freccia grida fortemente, e spezzando i rami che ha sotto mano li lancia sul nemico, sperando con ciò di abbatterlo e di stornarne le operazioni offensive. Perfino quando è nel massimo furore è sempre così lento nei movimenti che lo si può inseguire comodamente; che però si difenda con bastoni maneggiandoli a foggia di clava è una storiella che raccontano gli indigeni, ma non fu creduta da alcun osservatore spassionato. Senza dubbio che se venne ferito e si vede il persecutore alle calcagne sa difendere valorosamente la propria pelle, e non è avversario spregevole, avendo fortissime le braccia e formidabili le mandibole. Con facilità spezza un rampone od il braccio di chi con esso lo minaccia: i suoi morsi sono veramente terribili. Giovane lo si piglia facilmente, ma adulto è difficile averlo, e quasi impossibile averlo vivo. (Alfred Edmund Brehm)
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