Pär Fabian Lagerkvist

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Pär Fabian Lagerkvist
Medaglia del Premio Nobel
Medaglia del Premio Nobel
Per la letteratura (1951)

Pär Fabian Lagerkvist (1891 – 1974), poeta, drammaturgo e scrittore svedese.

Citazioni di Pär Fabian Lagerkvist[modifica]

  • Anche se percorri la terra tutta intera, non imparerai mai tante cose quante ne imparerai dal mare. Non troverai mai pace se non sul mare, che da parte sua non ha mai pace.[1]
  • Chi sei tu che colmi il mio cuore della tua assenza? | Che colmi tutta la terra della tua assenza?[2]
  • L'amore è una cosa che muore. E quando muore va in putrefazione e puó divenire terreno adatto per un nuovo amore. Il morto amore allora vive la sua vita segreta in quello nuovo e così in realtà l'amore non muore.[3]
  • Tutti gli uomini in fondo desiderano la guerra. Essa porta con sé una semplificazione di tutto, che gli uomini sentono come sollievo. Tutti trovano che la vita è troppo complicata.[4]

La mia parola è no[modifica]

Incipit[modifica]

Nel mezzo del cammino della vita, quando si allenta il passo, si fermò a guardarsi intorno per cercare di capire. Non si trovava su qualche altura da dove si può dominare tutto, o si crede di poterlo fare, da dove tutto appare chiaro e acquisito, perché lontano. Tutto era al contrario vicino come nel fondo di una valle e l'asserragliava e bisognava respingerlo perché il cammino non tornasse a scomparire. La vita lo circondava da ogni lato, come se lui le appartenesse. E c'erano rose nella sterpaglia, non più solo rovi e spine come prima. Gli aveva anche dato gioia, la vita, voleva scaldarlo, voleva essergli amica.

Citazioni[modifica]

  • La mia natura è negare. La mia parola è no. Io ti cancello vita, perché sono su un cammino che porta lontano da te.
  • Noi non apparteniamo alla vita. È solo ciò che sembra, perché la vita ci accerchia, ci si chiude intorno, non ci lascia scampo.
  • È per un rifiuto che siamo al mondo, per essere scoglio sul mare del tempo contro cui le onde infinite s'infrangono facendosi schiuma. La nostra parola è no.
  • Senza di te, Vita, non possiamo essere concepiti. Per te, non possiamo essere quelli che veramente siamo. Tu ci adulteri, ci trasformi. Tu ci dai una realtà, ma non è la nostra.
  • La nostra realtà è un'altra da quella di tutti i tuoi mondi e le tue stelle e i tuoi spazi, è al di là della tua immaginazione. Tu credi di farci nascere, di farci esistere. Ma sei solo tu che ti fai realtà, solo tu che esisti.
    Noi non ci realizziamo mai.
  • È per questo che tutto ciò che di più alto e più nobile compie l'uomo è una sua fuga dalla vita e una sua negazione.
  • Ci sono persone nelle quali la loro intelligenza serve solo a nascondere la loro pochezza.
  • Il dogmatismo religioso è stato per molti versi sostituito da un'analoga fede dogmatica nella supremazia dei valori intellettuali.
  • Lottare contro la vita è lottare per l'umanità.
  • Quanto più l'uomo capisce la vita, tanto più deve amare gli uomini, nonostante tutto.
  • Se la vita fosse un male, come insegna il cristianesimo, la lotta sarebbe nonostante tutto nobile e pura.
  • La vita è il prezzo che paghiamo perché il nostro essere possa esistere.
  • Non ha congiunto le mani, mia madre, nell'ora della sua morte, e non ha creduto? E non è stato così per la tua, e la tua, e la tua! In tutti i tempi! E sono state ingannate! Non sono che terra.
  • E se dicessimo, con umiltà e calma sicurezza: non c'è ancora un Dio, ma quando ne saremo davvero degni, verrà. Non dall'esterno, ma da noi stessi.

Incipit di alcune opere[modifica]

Barabba[modifica]

Tutti sanno come egli venne appeso là, su quella croce, e conoscono quelli che stavano raccolti intorno a lui: Maria sua madre, e Maria di Màgdala, Veronica e Simone da Cirene, che ha portato la croce, e Giuseppe d'Arimatea, che poi lo ravvolse nel lenzuolo.[5]

Il sorriso eterno[modifica]

C'erano una volta alcuni morti che sedevano insieme, nell'oscurità; dove, non sapevano – forse, in nessun luogo. Ma sedendo, discorrevano per far sì che l'eternità trascorresse.[5]

Pellegrino sul mare[modifica]

Quando fu a bordo della nave dei banditi che dovevano condurlo in Terra Santa, il pellegrino si rassegnò e mise da parte ogni inquietudine.[5]

Note[modifica]

  1. Da Pellegrino sul mare, 1962.
  2. Da Uno sconosciuto è il mio amico, poesia.
  3. Da Il nano.
  4. Da Il nano.
  5. a b c Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937

Bibliografia[modifica]

  • Pär Lagerkvist, Il nano, traduzione di Clemente Giannini, Iperborea, Milano, 1999.
  • Pär Lagerkvist, Pellegrino sul mare, traduzione di Carmen Giorgetti, Iperborea, Milano, 1997.
  • Pär Lagerkvist, La mia parola è no, traduzione di Franco Perelli, Iperborea, Milano, 1998

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]

Opere[modifica]