Palazzo Donn'Anna

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Palazzo Donn'Anna

Citazioni sul Palazzo Donn'Anna di Napoli.

  • Il bigio palazzo si erge nel mare. Non è diroccato, ma non fu mai finito; non cade, non cadrà, poiché la forte brezza marina solidifica ed imbruna le muraglie, poiché l’onda del mare non è perfida come quella dei laghi e dei fiumi, assalta ma non corrode. Le finestre alte, larghe, senza vetri, rassomigliano ad occhi senza pensiero; nei portoni dove sono scomparsi gli scalini della soglia, entra scherzando e ridendo il flutto azzurro, incrosta sulla pietra le sue conchiglie, mette l’arena nei cortili, lasciandovi la verde e lucida piantagione delle sue alghe. Di notte il palazzo diventa nero, intensamente nero; si serena il cielo sul suo capo, rifulgono le alte e bellissime stelle, fosforeggia il mare di Posillipo, dalle ville perdute nei boschetti escono canti malinconici d'amore e le monotone note del mandolino: il palazzo rimane cupo e sotto le sue vôlte fragoreggia l’onda marina. Ogni tanto par di vedere un lumicino passare lentamente nelle sale e fantastiche ombre disegnarsi nel vano delle finestre: ma non fanno paura. (Matilde Serao)

Raffaele La Capria[modifica]

  • Del governo di Don Ramiro Guzman, duca di Medina Las Torres e Viceré di Napoli – anno 1644 mi pare – resta solo il palagio fabbricato da lui nella riviera di Posillipo, che chiamasi ancora Palazzo Medina, ora in gran parte ruinoso quasi che inabitabile e cadente. E questa, diciamo, sarebbe la Storia. Ora interviene il bradisismo: Sotto l'occhio ironico del sole, spregiatore di ogni umano pensiero, la qui dolcissima ma non per questo meno feroce Natura, nemica della Storia, inizia la sua opera paziente utilizzando per l'occasione una tecnica indicata appunto col nome di bradisismo e facente parte di quel piano, a lunghissima scadenza, che prevede l'annullamento totale di uomini e cose, e di tutto quello che la ragione umana ha costruito, cioè la Storia. E, nel caso particolare, di questo palazzo.
  • Negli ultimi trecent'anni il palazzo ha resistito agli umori del mare, agli scossoni delle onde e delle bombe, ma i secoli lo vinceranno con la pazienza, millimetro per millimetro, fino a quando le tranquille acque napoletane canteranno vittoria in una bella giornata come questa, come fanno già sui tre o quattro scogli superstiti della villa di Pollione sotto Capo Posillipo, e i pesci nuoteranno nelle stanze irriconoscibili per le incrostazioni marine, l'erosione di alghe e i molluschi litofagi. Solo questione di tempo.
  • Palazzo Medina – sbiadito nella nebbia del sole, con quelle mura corrose di pergamena, i buchi neri delle finestre infossate, in tutta la sua tufacea grandiosa vecchiaia a tener testa al trionfante azzurro sempre giovane mare.

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