Marco Giunio Bruto

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Marco Giunio Bruto

Marco Giunio Bruto (85 a.C. – 42 a.C.), politico e oratore romano.

Citazioni di Marco Giunio Bruto[modifica]

  • È meglio, in verità, non comandare nessuno che servire qualcuno: perché senza comandare è concesso vivere onestamente, in servitù non c'è possibilità di vivere.[1]
  • O virtù miserabile, eri una parola nuda, e io ti seguiva come tu fossi una cosa; ma tu sottostavi alla fortuna.[2] [Secondo lo storico Cassio Dione (Storia romana, XLVII, 49) sono le ultime parole di Bruto, che cita quelle di Ercole in una tragedia greca di autore ignoto]

Citazioni su Marco Giunio Bruto[modifica]

  • [Ultime parole] Anche tu Bruto, figlio mio? (Gaio Giulio Cesare)
  • Da ogne bocca dirompea co' denti | un peccatore, a guisa di maciulla, | sì che tre ne facea così dolenti. || A quel dinanzi il mordere era nulla | verso 'l graffiar, che talvolta la schiena | rimanea de la pelle tutta brulla. || "Quell'anima là sù c'ha maggior pena", | disse 'l maestro, "è Giuda Scarïotto, | che 'l capo ha dentro e fuor le gambe mena. || De li altri due c' hanno il capo di sotto, | quel che pende dal nero ceffo è Bruto: | vedi come si storce, e non fa motto!; || e l'altro è Cassio, che par sì membruto". (Dante Alighieri, Divina Commedia)

Note[modifica]

  1. Frammento del discorso Sulla dittatura di Pompeo; citato in Quintiliano, L'istituzione oratoria, traduzione di Rino Faranda, UTET, Torino, 1968, 9, 3, 95.
  2. Citato in Giacomo Leopardi, Comparazione delle sentenze di Bruto minore e di Teofrasto vicini a morte, in Opere di Giacomo Leopardi, vol. II, Le Monnier, 1865, p. 95.

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