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Renaud Camus

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Renaud Camus nel 2019

Renaud Camus (1946 – vivente), scrittore francese.

Citazioni di Renaud Camus

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Giulio Meotti, il Foglio.it, 30 giugno 2015

  • L'egalité, non appena abbandona il letto del diritto, distrugge ogni cosa. Come Eschilo dice di Elena di Troia: "Ha rovinato città, navi e uomini". L'uguaglianza fra genitori e figli ha distrutto la famiglia, l'uguaglianza fra insegnanti e studenti ha distrutto la scuola, l'uguaglianza fra l'arte e l'intrattenimento ha distrutto la cultura, l'uguaglianza fra cittadini e non cittadini ha distrutto le nazioni. L'Europa, quella che ha composto il Quintetto di Schubert o Quer pasticciaccio brutto de via Merulana, aveva un'idea di eccellenza, di superamento di se stessa. L'uguaglianza forzata culturale ha ridotto l'Europa a una imbecillità.
  • Nessuno parla del collasso del nostro sistema educativo, del legame fra delinquenza e immigrazione e tantomeno, segreto dei segreti, della sostituzione culturale e di civiltà. Gouverner, c'est prévoir, recitava l'adagio. In realtà si dovrebbe dire Gouverner c'est ne pas voir. Se vuoi governare e detenere il potere oggi devi non vedere e, soprattutto, non dire. Questo vale per lo stato come per i media.
  • Valls ha scoperto che siamo impegnati in una guerra di civilizzazione. Forse, fra vent'anni, quando sarà sottosegretario per i Diritti dei Nativi in un governo islamico di Ahmed Cherkaouï [nome inventato], allora ammetterà che c'era davvero una "Grande Sostituzione". Ma dirà anche che non era possibile prevederla.
  • È la seconda carriera di Adolf Hitler. Meno orribile della prima, ma dalle conseguenze anche più profonde. Il cancro hitleriano venne estirpato dai medici in modo tale che venisse asportato non soltanto il tumore, ma anche le funzioni vitali. Soltanto nel 1968, la data simbolica dell'avvento al potere nel mondo della piccola borghesia, si videro gli effetti della grande distruzione hitleriana. Il paziente è vivo, ma anche morto. Non ha cuore, non ha cervello, non ha stomaco, non ha nervi, non ha sesso, non ha orgoglio, non ha reazione di sorta. L'Europa vede un progetto di conquista, in passato resistevano, ma oggi la reazione è: "Poveri conquistatori, spero non abbiano problemi". È come se Elisabetta d'Inghilterra avesse detto della Invincibile Armada: "Quei poveri spagnoli, con quel mare cattivo, sono preoccupata".
  • Non è una teoria, un concetto o una nozione: è un fatto. I popoli europei sono sostituiti da popoli non europei. Lo comprendi dalla demografia, paragonando i non europei e gli europei dall'età: la proporzione è ancora bassa per le persone sopra i settant'anni, ma è enorme sotto i cinque. La Francia è come una vecchia badante che alleva i figli di un altro popolo. E devi essere davvero vanitoso, naïf se pensi che questi popoli abbiano la stessa idea di nazione, di cultura, di civiltà, di identità. Questo "sostituismo", come lo chiamo io, è la base ideologica della Grande Sostituzione, è una concezione dell'esistenza. È una ideologia della intercambiabilità. E le condizioni sono la Grande Esculturazione, l'insegnamento dell'oblio, l'industria dell'ebetudine.

Antonio Rapisarda, il Tempo.it, 21 aprile 2016

  • Il "sostituzionismo" è il figlio mostruoso della Rivoluzione industriale, nella sua fase tardiva, fordista, taylorista, e dell'antirazzismo anche lui al suo stadio senile. Le due tradizioni convergono per promuovere l'uomo sostituibile, de-originato, de-etnicizzato, de-storicizzato, de-culturalizzato, de-civilizzato, ebete. Intercambiabile, appunto. Questa "industria dell'ebetizzazione", attraverso l'insegnamento della dimenticanza nelle scuole e l'imbecillimento delle masse attraverso la televisione, produce una materia umana indifferenziata che si vende in vasi di conserva, su cui è scritto a grosse lettere il nome della marca: "Diversità".
  • È stata ingaggiata una gara mortale fra i due totalitarismi che si dividono la zona occidentale, il "sostituzionismo" e l'Islam. [...] Ma la guerra è inevitabile. [...] I rimpiazzanti non sono per nulla sostituzionisti, loro. Al contrario, sono feroci identitari, fieri della loro appartenenza, dei loro codici di comportamento diversi, del loro spirito di conquista e, soprattutto, della loro religione.
  • Il sostituzionismo è il mondo del falso, del doppio, dell'ersatz. Io chiamo questo mondo il "fauxel", il reale ribaltato, il reale falso. Lo scambio di tutto con il suo doppio meno costoso implica la proletarizzazione così suggestiva della nostra società. Se le persone del 1900 o anche del 1950 ritornassero nelle nostre città, penserebbero che sono abitate solo da clochard, vestiti male, che si comportano altrettanto male e parlano male la loro stessa lingua. Ma la sostituzione etnica fa sì che questa proletarizzazione diventi sempre di più una "terzomondizzazione". Su un terzo del suo territorio, Parigi è Bamako, Marsiglia è la banlieue nord di Algeri. È così rassicurante per l'uomo, in fondo: è l'uomo che conta, e non certo le materie prime. Ma con una popolazione del terzo mondo, un paese europeo diventa del terzo mondo.

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