Robert Eggers
Aspetto
Robert Eggers (1983 – vivente), regista, sceneggiatore, produttore cinematografico e scenografo statunitense.
Citazioni di Robert Eggers
[modifica]Intervista di Total Film, citato in movieplayer.it, 10 ottobre 2024.
[Su Nosferatu]
- Siamo arrivati fino a Edward Cullen, a mostrare vampiri che non fanno paura. Mi sono chiesto "come possiamo andare nella direzione completamente opposta?" Un tempo i vampiri erano talmente spaventosi a spingere la gente a dissotterrare i cadaveri, tagliarli a pezzetti e dargli fuoco. Penso che meritiamo di nuovo un corpo spaventoso e puzzolente.
- È terrificante, non è Bill. Questo è ciò che è così preoccupante. Offre una performance davvero mimetica in cui non è rimasto nulla di Bill, è spaventoso e intimidatorio. La sua voce, la sua fisicità, il trucco, è davvero un personaggio meraviglioso, ha fatto un bellissimo lavoro sul personaggio.
Intervista di Gabriella Giliberti, orgoglionerd.it, 6 dicembre 2024.
[Su Nosferatu]
- [Su Nosferatu il vampiro] Credo che il film abbia avuto un impatto molto forte su di me, [...] All'inizio è stata l'interpretazione di Max Schreck e la potenza del semplice adattamento fiabesco della storia di Dracula. Poi, crescendo, ho scoperto che questa era una storia che poteva contenere tutti i miei interessi creativi.
- Bill (Skarsgård) interpreta un vampiro del folklore. È un cadavere animato. Non è un Frank Langella con lo smoking. [...] Abbiamo lavorato con David White, il designer delle protesi, e Florin Lăzărescu, un esperto di folklore transilvano. Ad esempio, Florin mi ha ricordato che gli strigoi spesso hanno il volto rosso, e ci sono momenti in cui il sangue si raffredda sottopelle dopo che Orlok si è nutrito. Questo, per esempio, è uno dei tanti dettagli storici e folcloristici che ho amato inserire. Mi sono davvero divertito!
- Nell'ultimo atto, le scene, anche di giorno, sono più cupe. Anche gli abiti diventano più funebri. C'è letteralmente meno colore, ed è un effetto che trovo affascinante.
- Mi piace conoscere il passato e mi piace capire chi siamo e dove stiamo andando, partendo da dove siamo arrivati. È quello che mi ha sempre entusiasmato fin da bambino. Se non fossi un regista, forse sarei un archeologo, ma questo è ciò che mi piace.
- Penso che sia più facile raccontare storie di streghe e vampiri in un periodo in cui la gente credeva fermamente in queste cose.
- Penso che la difficoltà con queste cose sia che, se ci credi, sono vere. Forse è per questo che le esploro nella sicurezza del cinema, piuttosto che tuffarmi nell'oscurità più profonda e finire in manicomio.
Intervista di Roberto Croci, repubblica.it, 21 dicembre 2024.
[Su Nosferatu]
- Ho visto per la prima volta Nosferatu di Murnau quando avevo nove anni. L’interpretazione di Max Schreck e il trucco mi colpirono profondamente. Poi al liceo ho diretto una rappresentazione di Nosferatu con la mia amica regista Ashley Kelly Tata, abbiamo allestito uno spettacolo tutto in bianco e nero, dal trucco ai set. Quell’esperienza ha forgiato la mia identità di regista.
- Nel fare ricerche per questa sceneggiatura, ho dovuto dimenticare tutto ciò che sapevo, volevo ritrarre Orlok come lo descrivono le prime testimonianze sui vampiri, che possedevano le proprie vittime, anche sessualmente, fino alla morte. Perché sono tremendamente stanco dei vampiri eroici, romantici, bellocci e tristi. Il mio Nosferatu è un essere connesso al vero folklore e mitologia dell’Est Europa, non al romanticismo decadente... il mio Orlok preferisce bere il sangue dal cuore, non dal collo. È un demone, il male incarnato.
- Oggi essere sonnambulo non significa molto, è possibile farsi curare. Ma a quei tempi si era considerati folli, in grado di sintonizzarsi con il regno degli spiriti, quindi ho voluto esplorare questa sua isteria e malinconia. Ellen ha un rapporto molto intenso con il marito, anche se lui non riesce a capire questo suo lato oscuro: purtroppo l’unica persona che può è un demone, un vampiro. Mi interessava esplorare questo triangolo amoroso molto tragico e peculiare.
- [«Ogni generazione vive Dracula in modo diverso. Qual è il fascino nel tornare a raccontare questa storia?»]
Per me il tema del sesso e della morte saranno sempre influenti in tutte le versioni, non credo cambierà mai il rapporto degli esseri umani nei loro confronti. Sono basi fondamentali della vita. - La cosa che mi interessa in una storia come questa è che si entra in contatto con forze primordiali. Si parla ancora di casi di Strigoi, spiriti inquieti che sono risorti dalla tomba e che tornano a perseguitare le persone. Ci sono stati casi recenti, documentati venti anni fa, e sapere che possano esistere oggi è una paura molto potente. Anche se la maggior parte delle persone non vive in villaggi medievali, queste credenze sono ancora palpabili e molto vicine a noi ancora oggi.
Intervista di Mirko D'Alessio, screenweek.it, 30 dicembre 2024.
[Su Nosferatu]
- Nel film Orlok si tiene a distanza per molto tempo. [...] A differenza di Dracula, che è un vecchio che ringiovanisce, Orlok è un morto per tutto il tempo, quindi deve tenere le distanze dagli ospiti che non sanno che è un cadavere vivente.
- Tutte le scene sono state difficili. Lily ha lavorato senza sosta per imparare tutti questi movimenti fisici. Ma, ad esempio, la scena alla fine con lei e suo marito è stata in realtà più difficile di quella dell’esorcismo.
- A volte abbiamo dovuto cambiare le luci e i diffusori durante un ciak, in altre scene i carpentieri hanno dovuto aprire un varco nel muro, spostare porte per fare spazio alla cinepresa. Tutti sul set erano coinvolti nella realizzazione, è diventata una collaborazione corale ed è stata una sensazione molto soddisfacente.
Intervista di Valentina Ariete, movieplayer.it, 31 dicembre 2024.
[Su Nosferatu]
- Mi sta piacendo molto ascoltare tutte le diverse interpretazioni dei giornalisti sul significato del film. Non ho mai voluto fare un film con un messaggio: cerco solo di entrare nella mentalità del periodo e del mondo che racconto. È questo che guida la mia mano e quella di tutti i miei collaboratori. Ma penso che quando si ha a che fare con qualcosa come Nosferatu, che è come una semplice fiaba, parlerà a persone diverse in modi diversi.
- [...] per alcune persone si tratta di salute mentale, per altre di relazioni tossiche, per altri ancora rappresenta le tue paure interiori. C'è chi ha detto perfino che sia l'avanzare dell'estrema destra. In ogni caso sono contento che la gente si faccia delle domande dopo aver visto il film: è la cosa più bella.
- [Sull'aggiunta di baffi sul conte Orlok] Guardate i ritratti dei nobili della Transilvania dell'epoca e provate a trovarne uno che non li abbia. Pensate a Vlad l'Impalatore, che tutti conoscono, se non avete voglia di cercare su Google.
Intervista di David Fear, rollingstone.it, 1 gennaio 2025.
[Su Nosferatu]
- [...] ho pensato che sarebbe stato estremamente utile – quando giri un film con un vampiro che è un uomo di mezza età in putrefazione e pieno di vermi – se il pubblico fosse entrato sapendo che in realtà c'era un bellissimo ragazzo giovane sotto tutto questo [...]. Potrebbe essere una spinta per portare la gente al cinema.
- I primi vampiri del folklore di cui si legge – be', sono cadaveri [...]. Cadaveri di non morti, ma pur sempre cadaveri. Sembrerebbero più vicini agli zombi cinematografici che a Bela Lugosi. Quindi la prima domanda quando abbiamo deciso di farlo è stata: che aspetto ha un nobile transilvano morto? Questo ha influenzato i capelli, il costume, il fatto che il nostro Nosferatu abbia i baffi… non so se le persone che non hanno letto Dracula lo sanno, ma nel romanzo il Conte ha i baffi. Quindi volevamo essere realistici per quel periodo, rendendo omaggio al look originale con le unghie lunghe e la forma del teschio. E farlo anche sembrare come se fosse letteralmente appena uscito da una tomba [...]. Comunque continuo a pensare che il nostro Nosferatu sia un po' più bello!
- C'è una scena [in It - Capitolo due] in cui Bill interpreta Pennywise come un uomo di mezza età [...] e ha molta profondità, peso, oscurità e credibilità. Gli ho mandato un'e-mail o un messaggio – non ricordo – e gli ho chiesto: "Parliamo di come potresti interpretare Orlock?".
- Quando ero bambino, prendevo la rivista Fangoria ogni volta che potevo [...]. Quella era la mia unica vera connessione con Freddy e Jason e tutti quei film slasher, perché erano così spaventosi per me che non potevo guardarli. Ricordo che una volta, mia madre e un'amica stavano guardando Venerdì 13, e io sono sgattaiolato di sotto, ho visto alcuni minuti e poi ho pensato: "Sparami e basta, cazzo. Per favore, metti fine alla mia sofferenza, non posso farlo!".
- [...] i film sui mostri della Universal, i titoli della Hammer Film Productions, tutti quei film di Roger Corman – potrei godermeli. Potevo interagire con il mondo dell'orrore e con questi personaggi e creature che mi interessavano, senza esserne troppo terrorizzato. Questo mi ha portato all'originale Nosferatu, e c'era qualcosa che... sembrava reale, per il modo in cui era disponibile in quel momento. Erano queste pellicole 16 millimetri un po' degradate che venivano usate per i nastri VHS, quindi di solito vedevi una copia di una copia di una copia di copia. E l'artificio non c'era tanto.
- Ovviamente ora ci sono versioni splendidamente restaurate e adoro guardarle [...]. Si possono capire le intenzioni di Murnau così chiaramente. Ma guardavi quelle vecchie stampe sbiadite e incasinate e Max Schreck sembrava un vero vampiro. Sembrava un manufatto che era stato portato alla luce dal passato. Per usare una parola di cui sono stufo: sembrava autentico. E questo mi ha davvero ispirato.
Citazioni su Robert Eggers
[modifica]- Forse il più sopravvalutato dei registi orrifici contemporanei. (Emanuela Martini)
- Robert Eggers non è un regista che punta anzitutto a intrattenere il pubblico. È un massimalista, sì, ma la sua versione di massimalismo non è esattamente in linea con quella, per dire, della Marvel. Al contrario, è estraniante, mette a dura prova la pazienza. (Richard Lawson)
- È così preciso, specifico, meticoloso e riesce a comunicare quello che ha in testa così bene agli attori che ti senti davvero al sicuro nelle sue mani, ti fa crescere. Quello per me è stato davvero impressionante.
- Quello di Rob è un modo di fare cinema molto ambizioso, scene di mezz’ora che equivalgono a spettacoli teatrali come intensità, ci devi mettere davvero tanto impegno per ottenere certi risultati.
- Rob ama i vestiti d'epoca e ama la storia. Ha una cura maniacale del dettaglio [...]. È ossessionato dall'accuratezza storica in maniera affascinante.
- Robert ama creare i suoi mondi con cura, un pezzetto alla volta, quasi fossero dipinti.
- Attraverso le sue opere, Robert riesce a raccontare storie che parlano di ciò che accade oggi, pur ambientandole in un'altra epoca,
- Per me il suo talento più grande è saper realizzare ciò che sogna, non tutti i registi sono capaci di trasformare l’impossibile in fattibile. Questo è il motivo per cui tanti film falliscono, mentre altri hanno successo. È un’abilità importante da avere in questo business.
- Rob è capace di creare mondi bellissimi, lo ha sempre fatto. Se mi chiama corro.
- Tutti i suoi film hanno una qualità personale, perché trattano argomenti di cui è ossessionato [...], Eggers progetta le inquadrature, e sono piuttosto complicate. Non c'è una copertura convenzionale, sono inquadrature lunghe e fluide. Forniscono una struttura, e al loro interno c'è un impulso infinito. Sono film autentici.
Filmografia
[modifica]- The Witch (regista e sceneggiatore)
Altri progetti
[modifica]- Wikipedia contiene una voce riguardante Robert Eggers
- Commons contiene immagini o altri file su Robert Eggers