Robert Kennedy

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Robert F. Kennedy, 1964

Robert Francis "Bobby" Kennedy (detto anche "RFK", 1925 – 1968), politico statunitense, fratello del presidente John F. Kennedy.

Citazioni di Robert Kennedy[modifica]

  • Ci stiamo accorgendo che non basta dare a un uomo vitto, vesti, alloggio, lavoro, ci stiamo accorgendo che la cosa importante è invece aiutare l'uomo ad aiutarsi.[1]
  • Il cambiamento, con tutti i rischi che comporta, è la legge dell'esistenza.[1]
  • Il mio punto di vista sul controllo delle nascite è leggermente distorto dal fatto di essere il settimo di nove fratelli.[2]
  • In ogni momento, e in ogni Paese, ci sono persone che cercano di fermare la storia.[1]
  • Non vorrei sembrar critico nei confrondi dell'erudizione del signor Schlesinger poiché la sua polemica investe una tale varietà di temi che è comprensibile come egli non sempre sia in grado di leggere tutti i documenti di cui discute con tanto accanimento. (a seguito di una risposta dello Schlesinger ad una lettera di Robert Kennedy pubblicata dal New York Times, risposta a sua volta pubblicata dal medesimo giornale.[3])
  • Ogni società ha il tipo di criminali che si merita. Ed è ugualmente vero che ogni comunità ha il genere di forze dell'ordine che chiede di avere. (da The Pursuit of Justice)
  • Ogni volta che un uomo combatte per un ideale... emette una minuscola onda di speranza e queste onde, intersecandosi da un milione di centri differenti di energia e di audacia, producono una corrente in grado di spazzare via i più poderosi muri di oppressione e resistenza. (da un discorso presso l'Università di Città del Capo, 6 giugno 1966[4])
  • Perché nella battaglia di Dak To non è stato l'esercito sudvietnamita a conquistare quella collina? Perché l'esercito del Vietnam del Sud non c'era nella zona smilitarizzata? Perché tocca sempre agli americani.[5]
  • Qualcuno lassù non ci ama. (frase pronunciata quando seppe dell'incidente aereo occorso al fratello Ted, 19 giugno 1964[6])
  • [Sulla guerra in Vietnam] Siamo andati colà dove uccidiamo sudvietnamiti, dove uccidiamo donne, bambini, persone innocenti perché non vogliamo che la guerra sia combattuta sul suolo americano - abbiamo questo diritto?[5]

Da un discorso presso l'Università del Kansas, 18 marzo 1968

citato in Robert Kennedy e il PIL, BeppeGrillo.it.

  • Non troveremo mai un fine per la nazione né una nostra personale soddisfazione nel mero perseguimento del benessere economico, nell'ammassare senza fine beni terreni.
  • Il PIL comprende anche l'inquinamento dell'aria e la pubblicità delle sigarette, e le ambulanze per sgombrare le nostre autostrade dalle carneficine dei fine-settimana.
  • Il PIL mette nel conto le serrature speciali per le nostre porte di casa, e le prigioni per coloro che cercano di forzarle. Comprende programmi televisivi che valorizzano la violenza per vendere prodotti violenti ai nostri bambini. Cresce con la produzione di napalm, missili e testate nucleari, comprende anche la ricerca per migliorare la disseminazione della peste bubbonica, si accresce con gli equipaggiamenti che la polizia usa per sedare le rivolte, e non fa che aumentare quando sulle loro ceneri si ricostruiscono i bassifondi popolari.
  • Il PIL non tiene conto della salute delle nostre famiglie, della qualità della loro educazione o della gioia dei loro momenti di svago. Non comprende la bellezza della nostra poesia o la solidità dei valori familiari, l'intelligenza del nostro dibattere o l'onestà dei nostri pubblici dipendenti. Non tiene conto né della giustizia nei nostri tribunali, né dell'equità nei rapporti fra di noi.
  • Il PIL non misura né la nostra arguzia né il nostro coraggio, né la nostra saggezza né la nostra conoscenza, né la nostra compassione né la devozione al nostro paese. Misura tutto, in breve, eccetto ciò che rende la vita veramente degna di essere vissuta.

Attribuite[modifica]

  • Vedi cose che esistono e ti chiedi "perché?" Ma io sogno cose non ancora esistite e chiedo "perché no?"
You see things; and you say "Why?" But I dream things that never were; and I say "Why not?"
[Errata] La citazione è tratta in realtà da Torniamo a Matusalemme di George Bernard Shaw. John F. Kennedy citò poi queste parole in un discorso rivolto al Parlamento irlandese a Dublino il 28 giugno 1963. Successivamente, nel 1968, Robert durante la campagna elettorale per le elezioni presidenziali, esplicitando nello stesso discorso di riferirsi a George Bernard Show, disse: «Alcuni uomini vedono le cose come sono e chiedono: perché? Io sogno cose non ancora esistite e chiedo: perché no?» («Some men see things as they are and say, why; I dream things that never were and say, why not.»). In quello stesso anno Robert morì e Ted Kennedy citò questa frase del fratello durante il suo elogio funebre.[7]

Citazioni su Robert Kennedy[modifica]

  • Guardi quel Robert Kennedy che chiacchiera sempre di democrazia e libertà. Ma cosa significano queste parole? Il suo concetto di democrazia per me è semplicemente ridicolo, come il suo concetto di libertà. Sono sempre questi grossi paesi che chiacchierano di democrazia e libertà a fare il colonialismo, incominciano col dare consigli dicendo: «Il nostro ideale è aiutarvi», e poi diventano padroni e poi diventano i colonialisti. (Nguyễn Cao Kỳ)
  • L'amore non è un sentimento facile da esprimere a parole. Né lo sono la lealtà, o la fiducia o la gioia. Ma egli era tutte queste. Egli amava la vita totalmente e la visse intensamente. (Ted Kennedy)
  • Penso che il ragazzo abbia avuto tutto tranne che la fortuna. (Aristotele Onassis) [a proposito del suo assassinio]

Note[modifica]

  1. a b c Citato in Enzo Biagi, Testimone del tempo, SEI, Torino, 1971, p. 91.
  2. Citato in Gino e Michele, Matteo Molinari, Le Formiche: anno terzo, Zelig Editore, 1995, § 1487.
  3. Citato in Arthur M. Schlesinger Jr., I Mille giorni di John F. Kennedy alla Casa Bianca, traduzione di Giancarlo Carabelli, Rizzoli Editore, Milano, 1966, p. 113.
  4. Citato in Joanne Baker, Cinquanta grandi idee di Fisica, p. 63.
  5. a b Citato in Kennedy nega che sia giusto fare la guerra nel Vietnam, La Stampa, 27 novembre 1967
  6. Citato in Edward Klein, La maledizione dei Kennedy, Milano, Mondadori, 2007, p. 20. ISBN 978-88-04-53311-5
  7. Cfr. (EN) N. 465. You see things; and you say "Why?" But I dream things that never were; and I say "Why not?", Bartleby.com.

Film[modifica]

Voci correlate[modifica]

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