Romano Penna
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Romano Penna (1937– vivente), presbitero, teologo e biblista italiano.
Da I Fondamenti della cristologia neotestamentaria
in Path,2 (2003), 305-320
- Il canone della nostra fede non sono soltanto gli scritti, ma è la fede stessa dei primi credenti in lui.
- I fatti pasquali rappresentarono un vero e proprio big bang, che però non si ridusse a capovolgere la situazione emotiva dei suoi discepoli (portandoli dalla paura all'entusiasmo), ma soprattutto scatenò in loro un enorme lavorio ermeneutico sulla figura di Gesù stesso, portandoli da un giudizio di basso profilo su di lui a confessioni di fede assolutamente straordinarie.
- L'Antico Testamento rappresentò comunque una sorta di réservoir del linguaggio cristologico, valendo come Scrittura normativa a cui rifarsi per esprimere anche solo linguisticamente la propria fede.
- La nostra fede di credenti del secolo XXI è ancora sempre chiamata a misurarsi su quella delle prime generazioni cristiane.
- La pluralità infatti salvaguarda la densità, la ricchezza, la potenzialità esplosiva del dato.
- Nell'origine della fede cristologica c'è la storia, cioè la vita vissuta, per quanto riguarda sia il credente sia soprattutto Gesù stesso.
- Se il galileo Gesù non è stata un'invenzione, e oggi sarebbe ridicolo sostenere il contrario, bisogna riconoscere che il cristianesimo stesso non sarebbe stato possibile senza di lui.
- Sono piuttosto i testi giudeo-cristiani di ambito siro-palestinese a utilizzare l'Antico Testamento in funzione cristologica.
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