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Serie A 1990-1991

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Gianluca Vialli, numero nove e capocannoniere della Sampdoria campione d'Italia 1990-1991.

Citazioni sul campionato italiano di Serie A 1990-1991.

  • La forza di quella Samp è stato un gruppo di 7-8 giocatori che sono rimasti insieme a lungo. Fu un successo fondato sull'amicizia e fu uno scudetto anomalo: difficilmente si ripeteranno i fenomeni della Samp o del Verona. Nel 1990 mi chiamò il Milan, riferii a Mantovani che ero sul punto di accettare. Poi andammo in ritiro per una settimana per preparare la finale di Coppa Italia col Napoli. I miei compagni bussavano alla porta della mia stanza e mi dicevano di tutto. Alla fine mi lasciai convincere: va bene, resto fino a quando non vinceremo lo scudetto. E lo vinciamo l'anno dopo: a Genova è molto più difficile che in altri posti. (Pietro Vierchowod)
  • [«La Sampdoria finalmente ce l'ha fatta. Che cosa c'è di tuo in questo successo?»] Senza falsa modestia penso che ci sia moltissimo di mio, come di altri colleghi, del presidente, dell'allenatore. Sicuramente ho dato tutto. Ho lasciato che molti per sette anni parlassero di un Vialli immaturo. Ho lasciato complicare i discorsi azzurri, per me e per Roberto [Mancini], perché avevamo addosso questa maglia. Ho giocato per tre anni in uno stadio ridotto a metà [per la ristrutturazione del Ferraris di Genova in vista del mondiale 1990], posso dire di aver guadagnato meno di quello che avrei preso altrove. Tutto questo l'ho fatto perché sono innamorato della maglia blucerchiata e perché ho sempre sperato di raggiungere un traguardo prestigioso con la Sampdoria. Ho dato tutto alla causa e mi prendo molti meriti, al di là di quelli strettamente guadagnati sul campo. (Gianluca Vialli)

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