Silvio Danese

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Silvio Danese (1955 – vivente), giornalista e critico cinematografico italiano.

Citazioni di Silvio Danese[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Su Tutti pazzi per Mary] Sei pretendenti: il Perso, il Pazzo, l'lmballato, lo Stravolto, l'Accanito, il Malato. A ciascuno una scena comica che, a dispetto delle attese, strappa la risata. L'incriminata sequenza dello spenna appeso ai capelli è esilarante. Incomincia come una ordinaria commedia romantica, finisce come una farsaccia. Ma in mezzo si fa un buon esercizio di muscoli facciali. La Diaz? Gli sceneggiatori si sono dimenticati di scriverle il personaggio. Da ridere e da dimenticare.[1]
  • [Su Thirteen Days] Due ore e mezzo di testosterone presidenziale sono dure da sopportare. Ma finalmente si comprende perché l'embargo a Cuba resiste ancora, dopo 40 anni, al di là delle ragion militare: gli americani la menzogna non riescono a mandarla giù. Istruttivo.[2]
  • [Su Don't Say a Word] Non è male l'idea della mente come cassaforte, ma è macchinosa la trappola dei delinquenti ed è un po' maldestro il finale che, per lasciare a Douglas il merito del coraggio e della sfida, rende imbecille la polizia. C'è una fosca atmosfera metropolitana, riuscita, che si deve al regista di Cosa fare a Denver quando sei morto e Il collezionista, Con Unico testimone questo terzo film di Fleder compone un dittico tra i titoli in cartellone: thriller di famiglia con padre detective. Potabile.[3]
  • [Su Calvario] [...] una concentrazione di peccati romanzesca, al limite della parodia, in un villaggio irlandese curiosamente "trendy": pub postmoderno, interni colorati, villa cardinalizia sontuosa, mentre intorno il mare e le celebri pianure verdi sono più angosciose degli interni. Ogni episodio comporta un esemplare richiamo del sacerdote all'integrità, prima di tutto con se stessi, e si deve alla fotogenia drammatica del fulvo barbuto Gleeson la tensione morale, altrimenti poco credibile nell'eccesso di peccatori [...]. Finale senza appello. Biblico.[4]
  • [Su Life - Non oltrepassare il limite] Alien dopo "Alien", ma non è cibo rimasticato. [...] dal thriller fantascientifico si passa alle regole dell'horror claustrofobico sfruttando (bene) il budello dell'astronave e l'infinito stellare. Aggiornata al recente iperrealismo fisico della navigazione spaziale (prova d'abilità il lungo piano sequenza "action" iniziale), l'avventura richiama questioni etiche risapute, ma valide, dell'esplorazione scientifica: le conseguenze dell'amore per la conoscenza. Invadente, il wagnerismo della colonna musicale non dà tregua. Cast adeguato e finale a colpo di scena telefonato.[5]
  • [Su L'uomo sul treno - The Commuter] Omicidio sul pendolare express. Ancora la coppia Neeson / Collet-Serra, ormai un sodalizio fissato in thriller scacciapensieri tra echi di action anni '90 e stralci dai classici di Hitchcock ("Unknown", "Run all night").[6]
  • [Su Benedetta] Un giro monastico erotico, femminista e iconoclasta a fine XVI secolo col regista di Basic Instinct. Al posto di Sharon, la bionda un po' calligrafica, ma bravissima, Efira.[7]

Note[modifica]

  1. Da Il Giorno, 17 ottobre 1998; citato in Tutti pazzi per Mary, cinematografo.it.
  2. Da Quotidiano Nazionale, 6 aprile 2001; citato in Thirteen Days, cinematografo.it.
  3. Da Quotidiano Nazionale, 12 aprile 2002; citato in Don't Say a Word, cinematografo.it.
  4. Da Nazione-Carlino-Giorno, 15 maggio 2015; citato in Calvario, cinematografo.it.
  5. Da Nazione-Carlino-Giorno, 23 marzo 2017; citato in Life - Non oltrepassare il limite, cinematografo.it.
  6. Da Quotidiano Nazionale, 25 gennaio 2018; citato in L'uomo sul treno - The Commuter, mymovies.it.
  7. Da Quotidiano Nazionale, 2 marzo 2023; citato in Benedetta, mymovies.it.