Carlo Pfister: differenze tra le versioni

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*C'era una gara per chi riusciva a volare più basso sull'acqua e sulla terra e bisognava fornire le prove: [[Carlo Faggioni|Faggioni]] qualche tempo prima era rientrato con una coda bagnata; Pfister gli aveva risposto portando a casa delle spighe di frumento tra gli sportellini del ruotino posteriore. Era evidente che io li avevo battuti tutti e due.
*C'era una gara per chi riusciva a volare più basso sull'acqua e sulla terra e bisognava fornire le prove: [[Carlo Faggioni|Faggioni]] qualche tempo prima era rientrato con una coda bagnata; Pfister gli aveva risposto portando a casa delle spighe di frumento tra gli sportellini del ruotino posteriore. Era evidente che io li avevo battuti tutti e due.
*C'erano nuvole basse e [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]], Pfister e io dovevamo trasferirci con tre velivoli da Trapani a Catania. Graziani e io passammo dal mare, a sud di Siracusa, attenti a non incappare nei palloni frenati, alzati a protezione del porto di Augusta. Pfister volle tagliare tra i monti; aveva già superato la parte più difficile, infilandosi nelle valli tra le sfrangiature delle nuvole, aveva sorvolato Caltagirone da poche decine di metri, e proprio sulla sella, dove si apre la pingue, verde piana di Lentini, l'ala aveva toccato terra in piena velocità e l'aeroplano si era letteralmente sbriciolato seminando nei campi per centinaia di metri rottami, masserizie ed i corpi orribilmente mutilati dei nostri compagni. le salme dei componenti dell'equipaggio erano state raccolte e portate al cimitero dove ci recammo per il riconoscimento: fu lo spettacolo più tragico, più triste e più sconvolgente della mia vita.
*C'erano nuvole basse e [[Giulio Cesare Graziani|Graziani]], Pfister e io dovevamo trasferirci con tre velivoli da Trapani a Catania. Graziani e io passammo dal mare, a sud di Siracusa, attenti a non incappare nei palloni frenati, alzati a protezione del porto di Augusta. Pfister volle tagliare tra i monti; aveva già superato la parte più difficile, infilandosi nelle valli tra le sfrangiature delle nuvole, aveva sorvolato Caltagirone da poche decine di metri, e proprio sulla sella, dove si apre la pingue, verde piana di Lentini, l'ala aveva toccato terra in piena velocità e l'aeroplano si era letteralmente sbriciolato seminando nei campi per centinaia di metri rottami, masserizie ed i corpi orribilmente mutilati dei nostri compagni. le salme dei componenti dell'equipaggio erano state raccolte e portate al cimitero dove ci recammo per il riconoscimento: fu lo spettacolo più tragico, più triste e più sconvolgente della mia vita.

==Voci correlate==
*[[Martino Aichner]]
*[[Carlo Emanuele Buscaglia]]
*[[Carlo Faggioni]]
*[[Giulio Cesare Graziani]]


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Versione delle 13:49, 16 ott 2019

Carlo Pfister (1916 – 1943), militare e aviatore italiano.

Martino Aichner)

  • Alla 278ª squadriglia era stato assegnato da poco tempo il sottotenente Carlo Pfister; bello e affascinante con quella sua vena di malinconico scetticismo, era il conquistatore delle platee femminili. Erede di una famiglia patrizia di Genova, di origine svizzera, era venuto a far la guerra per dimostrare agli altri e a se stesso di aver qualcosa di suo da dire al mondo senza dover ricorrere agli antenati. Era un pilota validissimo e forse il più coraggioso di tutti: non conosceva la paura e riusciva a dimostrarlo senza ostentazione. Lo vidi più volte prima, durante e dopo l'azione, e il suo viso era sempre disteso, tranquillo, sicuro; credo che le pulsazioni del suo cuore avessero lo stesso ritmo durante la battaglia come durante la siesta. Purtroppo dovetti partecipare al riconoscimento della sua salma, assieme a Graziani, Baudazzi e al cappellano quando egli precipitò nei pressi di Caltagirone, nell'inverno del 1942.
  • C'era una gara per chi riusciva a volare più basso sull'acqua e sulla terra e bisognava fornire le prove: Faggioni qualche tempo prima era rientrato con una coda bagnata; Pfister gli aveva risposto portando a casa delle spighe di frumento tra gli sportellini del ruotino posteriore. Era evidente che io li avevo battuti tutti e due.
  • C'erano nuvole basse e Graziani, Pfister e io dovevamo trasferirci con tre velivoli da Trapani a Catania. Graziani e io passammo dal mare, a sud di Siracusa, attenti a non incappare nei palloni frenati, alzati a protezione del porto di Augusta. Pfister volle tagliare tra i monti; aveva già superato la parte più difficile, infilandosi nelle valli tra le sfrangiature delle nuvole, aveva sorvolato Caltagirone da poche decine di metri, e proprio sulla sella, dove si apre la pingue, verde piana di Lentini, l'ala aveva toccato terra in piena velocità e l'aeroplano si era letteralmente sbriciolato seminando nei campi per centinaia di metri rottami, masserizie ed i corpi orribilmente mutilati dei nostri compagni. le salme dei componenti dell'equipaggio erano state raccolte e portate al cimitero dove ci recammo per il riconoscimento: fu lo spettacolo più tragico, più triste e più sconvolgente della mia vita.

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