Arrigo Cipriani: differenze tra le versioni
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'''Arrigo Cipriani''' (1932 – vivente), scrittore italiano. |
'''Arrigo Cipriani''' (1932 – vivente), imprenditore e scrittore italiano. |
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* Finalmente [...] rivedo quanto sia vasta questa città. Il bacino di San Marco, i ponti degli Schiavoni: prima sembravano stretti, ora rivelano la loro ampiezza. Il problema però non è il vuoto: finita la [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2020|pandemia]], sarà restituire a Venezia l’anima originaria.<ref name=":0">Citato in Giapaolo Visetti, ''L’ultima ora di Venezia'', ''la Repubblica'', 26 aprile 2020, p. 21.</ref> |
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* Il giorno in cui [[Venezia]] ha chiuso per [[Pandemia di COVID-19 del 2019-2020|virus]] [...] resterà indimenticabile. Studenti, camerieri, cuochi e commessi in fuga. Questione di ore e un po’ di vita è rimasta solo a Castello, a Santa Marta e a San Giobbe. Il resto, un deserto. Quando ero bambino la città somigliava a una casa, le calli erano i corridoi e i campi i salotti. Siamo stati una comunità, si viveva ovunque e insieme. Sono gli esseri umani la leva spirituale che permette di superare gli snodi cruciali. Per la prima volta Venezia e la laguna oggi si rendono conto che i soldi non bastano: senza i loro abitanti sono al capolinea.<ref name=":0" /> |
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==[[Incipit]] di ''Anch'io ti amo''== |
==[[Incipit]] di ''Anch'io ti amo''== |
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[[Categoria:Scrittori italiani]] |
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Versione delle 18:53, 26 apr 2020
Arrigo Cipriani (1932 – vivente), imprenditore e scrittore italiano.
Citazioni di Arrigo Cipriani
- Finalmente [...] rivedo quanto sia vasta questa città. Il bacino di San Marco, i ponti degli Schiavoni: prima sembravano stretti, ora rivelano la loro ampiezza. Il problema però non è il vuoto: finita la pandemia, sarà restituire a Venezia l’anima originaria.[1]
- Il giorno in cui Venezia ha chiuso per virus [...] resterà indimenticabile. Studenti, camerieri, cuochi e commessi in fuga. Questione di ore e un po’ di vita è rimasta solo a Castello, a Santa Marta e a San Giobbe. Il resto, un deserto. Quando ero bambino la città somigliava a una casa, le calli erano i corridoi e i campi i salotti. Siamo stati una comunità, si viveva ovunque e insieme. Sono gli esseri umani la leva spirituale che permette di superare gli snodi cruciali. Per la prima volta Venezia e la laguna oggi si rendono conto che i soldi non bastano: senza i loro abitanti sono al capolinea.[1]
Incipit di Anch'io ti amo
Carissimo,
non dire mai ti amo, perché se cominci e poi continui a dire e a rispondere ti amo, ti amo, anch'io ti amo e ti amo anch'io, e anch'io ti amo, come se fosse assolutamente necessario, come tu stessi per essere quasi raggiunto dalla terribile urgenza di riempire velocissimamente fossi e laghetti, laghi e fossati, enormi fiumi e scroscianti cascate e anche tutti i laghi salati e i mari del mondo, con questo amore che, come un liquido leggermente oleoso, dolciastro e attaccaticcio, esce assieme a queste parole: «Ti amo, ti amo, ti amo, ti amo».
[2]
Note
- ↑ a b Citato in Giapaolo Visetti, L’ultima ora di Venezia, la Repubblica, 26 aprile 2020, p. 21.
- ↑ Citato in Giacomo Papi, Federica Presutto, Riccardo Renzi, Antonio Stella, Incipit, Skira, 2018. ISBN 9788857238937
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