Utente:Sun-crops/Sandbox: differenze tra le versioni

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
Nessun oggetto della modifica
Riga 65: Riga 65:
*''Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.''
*''Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.''
:''Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos.'' https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater
:''Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos.'' https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater

*{{NDR|I Corifea}}''Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.
Or quando nella tènebra | notturna il pie' mio candido | agiterò nel bacchico tripudio, | la cervice crollando all'ètra rorido, | come cerbiatta che del prato allegrasi | fra le verdi delizie, | poi che la truce caccia | ha sfuggita, e l'insidia | delle ben tese reti? Col suo sibilo | il cacciatore l'impeto
dei cani aizza invan sulla sua traccia: | ch'essa, pari ad un turbine, | via per i prati lanciasi | lunghesso il fiume; e nelle solitudini | ove uom non giunge, posa, | e tra i virgulti della selva ombrosa. || Che è saggezza? E qual fu mai dai Superi | dono piú insigne agli uomini largito, | che la man dei nemici | tener sulle cervici? | E quanto è bello a noi sempre è gradito.'' ( https://it.wikisource.org/wiki/Le_Baccanti/Terzo_stasimo p. 80)





Versione delle 09:49, 26 ott 2021

In Cesare Caravaglios, Voci e gridi di venditori in Napoli

  • Per dire che di una cosa se ne è avuta poca mettere la punta del pollice fissata sotto l'estremità dell'indice, mentre le altre dita restano chiuse quasi a pugno. Tale gesto tradotto in parole vuol significare:
    — N'aggiu avuto pucurillo!
    (Ne ho avuto pochino!) (p. 19)
  • Per dire ad una persona che beve molto accostare ed allontanare più volte dalla bocca la mano chiusa col solo pollice disteso. La mano così disposta vuole imitare il fiasco al quale sogliono bere i napoletani. Portando la mano alla bocca si indica l'atto del bere.
    Talvolta questo gesto è accompagnato da certe espressioni del viso che vogliono chiaramente dire:
    — 'Mbriacone!
    — (Ubbriacone!) (p.19)
  • Per dare del ladro ad una persona distendere la palma della mano, indi curvare obliquamente le dita l'uno dopo l'altro, mentre lo sguardo si rivolge alla persona che si apostrofa:
    Il significato di questo gesto è:
    (— Tu si nu mariuolo!)
    Tu sei un ladro! (p. 21)
  • Volendo comunicare che una persona è morta fare in aria il segno della croce. Questo gesto è assai usato dai napoletani per indicare una speranza perduta. Si traduce:
    — Nu nce sta cchiù che ffà!
    (Tutto è finito!) (p. 21)
  • Volendo dare dell'asino ad una persona aprire la bocca mentre la lingua si distende sul labbro inferiore. Labbro e mento quasi penzoloni. Gli occhi non debbono avere né vivacità, né spirito.!
    Eseguito il gesto con destrezza e rapidità si dirà:
    — Si ciuccio!
    (Sei un asino!) (p. 22)
  • L'additare è uno dei gesti più naturali e più frequenti dei napoletani. Essi distendono l'indice e lo dirigono verso l'oggetto che vogliono indicare, allungando il braccio e la mano il più che sia possibile. Spesso, però, essi al dito sostituiscono gli occhi sempre vivi e lampeggianti accompagnando il movimento con un piccolo adeguato gesto della testa.
    L'additare ha il significato di:
    — 'O vì lloco!
    (Eccolo!) (pp. 22-23)

Bibliografia

  • Cesare Caravaglios, Voci e gridi di venditori in Napoli, con 33 illustrazioni e 15 trascrizioni musicali, introduzione di Raffaele Corso, Catania, Libreria Tirelli di F. Guaitolini, Catania, 1931 · IX.

Spigolando...

  • 'A vacànzia è fernuta e me garbizza | sto chiarfo[1]ca 'ncarma | l'appecundria. È meglio stracquà, | 'e campìglie arrevèntano scaiènze | 'e l'autunno ca 'nzarda into culore | do vignale e s'aggranfeca zumpanno | 'nzì' lo core. Ca mmùmmera aggubbata | selluzzo pe sbariamiento, forse | pe cupià 'o chiarfo, po piglià pe fesso.[2][3] (Tommaso Pignatelli)
  • C'è un luogo dove dormi | e il tuo respiro | io non lo sento, | non lo sento mai. || Fra i nostri due riposi | è la città spavalda | strade, fragori, alterchi, gente e tetti | e come due leoni sul sagrato | remoti e fermi, chiusi in una forma, | noi vigiliamo la nostra distanza.[4][5](Mariagloria Sears)
  • [La bellezza, non una] [...] categoria estetica ma l'energia di Dio, l'energia della gloria di Dio, la gloria dell'energia di Dio che trasfigura il mondo... un varco che si apre su un altro mondo, su un'altra realtà più grande, il mondo della realtà, della grazia di Dio.[6] (Padre Vsevolod Spiller, al funerale di Maria Yudina)
  • Certamente ogni opera letteraria ha un suo suolo natio nell'invito alla comunicazione, in una specie di nostalgia d'amore. Ogni testo letterario è in un certo senso epistola...[7] (Hrvoje Pejaković)
  • Claudia Severa alla sua Lepidina, salute. Il terzo giorno prima delle Idi di settembre[8], per il giorno in cui si festeggia il mio compleanno, ti invito di cuore a venire da noi, sorella mia, per rendere ancora più felice la mia giornata con la tua presenza... Saluta il tuo Ceriale. Il mio Elio e il figlio lo salutano. Ti aspetto, stammi bene, sorella, anima carissima, così come mi auguro di star bene io, e addio. Da Severa a Sulpicia Lepidina (moglie) di Ceriale.[9] (Invito di Vindolanda)
  • [Sul Quartetto n. 14 di Beethoven] Dopo questo, cosa ci è rimasto da poter scrivere? (Franz Schubert)
After this, what is left for us to write?[10]
  • [Dopo la conversione] Fuori faceva sempre bello; avevo cinque anni, e quel mondo fatto in precedenza di pietra e di catrame era un gran giardino dove mi sarebbe stato permesso di giocare per tutto il tempo che sarebbe piaciuto al cielo [...] Dio esisteva, ed era presente, rivelato e mascherato da quella delegazione di luce che senza discorsi né figure dava tutto alla comprensione e all'amore [...]. Il miracolo durò un mese. Ogni mattino, ritrovavo affascinato quella luce che faceva impallidire il giorno, quella dolcezza che non dimenticherò mai, e che è tutta la mia sapienza teologica. (Da Dio esiste, pp. 147-148.[11]) (André Frossard)
  • [Paredro] [...] un'entità associata, sorta di "compadre" o sostituto o baby sitter dell'eccezionale.[12] (Julio Cortàzar)
  • Incontriamo, via via che proseguiamo la lettura, il piacere sensuale del libro che abbiamo in mano e la dolorosa passione per la pagina bianca, lì in attesa dell'inchiostro, dei segni, delle parole, della punteggiatura...[13] (Giulia Borgese)
  • [...] Julien Green è il fauno della contraddizione.[14] (Davide Brullo)
  • La grandezza di Versailles consiste nella coerente applicazione di un ordine logico, dal quale non era permessa alcuna deviazione: si trattava di un'opera d'arte che esigeva obbedienza. Una tale opera può venir concepita ed eseguita una sola volta in una cultura. Essa lascia infatti i partecipanti esausti e bisognosi di cose più frivole. Il sollievo fu trovato nelle imitazioni dell'idea del giardino inglese (il jardin anglais), nei particolari rococò e negli ornamenti finto-cinesi (chinoiserie). Nel frattempo, in tutta Europa, gli aspiranti principi tentavano la loro Versailles. Pochi di questi autocrati avevano l'esatta concezione e nessuno la ricchezza di Luigi XVI°. Ciò non di meno essi lasciarono la loro impronta e godettero di principeschi giardini fantasticamente stravaganti.[15] (Michael Balston)
  • [...] la musica ti parla e basta saperla ascoltare, e nel momento esatto del concerto ecco che entra in gioco l'istinto. Perché in fondo la musica è un essere vivo, è vita e bisogna trattarla come tale, permettendosi di essere intuitivi, spontanei, lasciandosi trasportare dall'impulso del momento.[16] (Nil Venditti)
  • [...] la relazione tra jour e nuit non è soltanto d'opposizione, ma anche di inclusione. Non c'è bisogno di grandi conoscenze di psicanalisi per ravvisare nella notte un simbolo materno, simbolo di quel luogo materno, di quella notte delle viscere ove tutto inizia, e per vedere che l'amore per la notte è il ritorno alla madre, discesa verso le Madri, viluppo inestricabile d'istinto vitale ed attrazione mortale. Qui si rivela un ulteriore rovesciamento nella dialettica del giorno e della notte, giacché se il giorno dominatore è, nel pieno del suo splendore, la vita, la notte femminea è, nella sua profondità abissale, vita e morte insieme: è la notte che ci dà alla luce, è la notte che ce la riprenderà.[17] (Gérard Genette)
  • Le poesie non sono dei materassini | su cui sdraiarsi a prendere il sole | a dire Mi fa pensare, bello! | che è proprio così. | Le poesie sono una distesa di cocci | cui puoi stare sopra respirando piano, | con sempre un certo dolore | e quando ti alzi, | nella migliore delle ipotesi | ti senti l'impressione | il segno sulla pelle | di una insospettata, non tua, | scomodità profonda.[18] (Valentina Diana)
  • [Le carte geografiche] Mi affascina la loro quiete geometrica, la chiarità che ne determina e ne scioglie anche il groviglio di linee. Non è questa dopotutto la vita? Una mappa che interseca e a volte confonde volumi e colori lasciando a noi il compito di distinguere.[19] (Margherita Pieracci Harwell)
  • Montevideo come città manca di ciò che si è convenuto chiamare fisionomia americana. L'eleganza, il lusso stesso della quantità delle sue case ed infine la disposizione dei suoi viali, piazze e monumenti ne fanno una città di gusto europeo moderno. Il movimento della strada, i negozi, i teatri, sembrano seguire la stessa legge, perfino il clima sembra collaborare per far credere al turista del vecchio mondo che non ha cambiato patria. (Eugène de Robiedo nel 1877)
Montevideo como ciudad carece de lo que se ha convenido en llamar fisonomía americana. La elegancia, el lujo mismo de cantidad de sus casas y finalmente la disposición de sus paseos, plazas y monumentos hacen de ella una ciudad de gusto europeo moderno. El movimiento de la calle, los comercios, los teatros, parecen seguir la misma ley, hasta el clima parece ponerse de su parte para hacer creer al turista del viejo mundo que no ha cambiado de patria.»[20]
  • Nel buio della notte s'alzò in volo, | vagò per ampio cielo la mia mente, | poi nuvole varcò fino alla proda | ove, rappreso, il tempo disfavilla. | Trascese il sole, oltrepassò le stelle | per perdersi in un vortice di fuoco. | Non si bruciò, ma rapida trascorse | alla porta del riso e della gioia. | Si sporse: fluttuavano baciandosi | cieli in onde di fiamma e pura luce, | ove amore è semente a soli e stelle. | Entrò, ma l'investì vivo bagliore: | in melodie serene l'universo | moveva incontro ad adorar l'Eterno.[21] (Giuseppe Serembe)
  • [Julien Green] Romanziere raffinatissimo, esegeta delle inquietudini, chiromante del dubbio [...].[14] (Davide Brullo)
  • [L'anello di Carvilio] [...] pezzo assolutamente unico e originale è l'anello a fascia che è stato trovato al dito di Aebutia[22]. Sotto il castone in raro cristallo di rocca, lavorato "a cabochon", è collocato un mini-busto di Carvilio, che morì prematuramente all'età di 18 anni e tre mesi. Si tratta di una microfusione a cera persa e rappresenta un giovane a torso nudo, con capelli ricci, labbra sottili e naso aquilino. L'effetto luminoso della lente di cristallo dona una misteriosa profondità all’immagine del defunto evocando la lontananza-vicinanza della sua anima agli affetti della madre. (Andrea Cionci) [23]
  • [Santa Maria Egiziaca dopo la conversione] Quando [...] uscii sulla piazza, mi parve che tutto fosse nuovo, meravigliosamente mai visto. Neppure il colore del cielo sembrava più lo stesso, né il volto della gente. Mi ricordai allora di un giorno in cui, dopo una pioggia torrenziale, mi guardai intorno e vidi che tutto era pulito. (Da Leggende cristiane, a cura di L. Manetti e S. Zuffì, p. 359.[11])
  • Questa settimana ho ascoltato tre volte la Passione secondo Matteo del divino Bach, ogni volta con il sentimento di sconfinata meraviglia. Chi ha completamente dimenticato [disimparato] il Cristianesimo, la ascolta veramente come un Vangelo, è la musica della negazione della Volontà, senza memoria dell'Askesis.
In diese Woche habe ich dreimal die Matthäuspassion des göttlichen Bach gehört, jedesmal mit dem Gefühl der unermesslichen Verwunderung. Wer das Christentum völlig verlernt hat, der hört es hier wirklich wie ein Evangelium, es ist die Musik der Verneinung des Willens, ohne die Erinnerung an die Askesis.[24]
  • Tocca al silenzio non avere dubbi sulla morte. (Marcella Tarozzi Goldsmith) [25]
  • [Agli agenti del KGB] Volete mandarmi nel gulag? Benissimo, per me è un'ottima notizia.[26](Tavknok, monaco dell'eremo di Riga)

Novembre

Yet there is no sorrier sight to watch then the vacant faces of those former high school and college students when, at thirty-five or fifty, all their mental alertness having vanished, the spark gone from their eyes, they dutifully chew their gum to keep from yawning, while absorbing the chewing gum for the eyes of the movies or the chewing gum for the ears of the radio. p. 291 [1] Henri Peyre


  • Di Notte, il Can, quasi sia specchio, mira | il cerchio de la Luna; e, sé vedendo, | crede, ch'entro v'alberghi un altro cane. | Latra; ma, invan, vana la voce ai venti | è mandata, e dispersa; e Delia sorda | và dietro il suo camin, termina il corso.
Lunarem noctu, ut speculum, canis inspicit orbem, | seque; videns, alium credit inesse canem, | et latrat: sed frustra agitur vox irrita ventis, | et peragit cursus surda Diana suos. https://archive.org/details/emblemidiandreaa00alci/page/244/mode/2up?ref=ol&_autoReadAloud=show&view=theater
  • [I Corifea]Il tempo è breve; chi insegue l'immenso perde l'attimo presente.

Or quando nella tènebra | notturna il pie' mio candido | agiterò nel bacchico tripudio, | la cervice crollando all'ètra rorido, | come cerbiatta che del prato allegrasi | fra le verdi delizie, | poi che la truce caccia | ha sfuggita, e l'insidia | delle ben tese reti? Col suo sibilo | il cacciatore l'impeto dei cani aizza invan sulla sua traccia: | ch'essa, pari ad un turbine, | via per i prati lanciasi | lunghesso il fiume; e nelle solitudini | ove uom non giunge, posa, | e tra i virgulti della selva ombrosa. || Che è saggezza? E qual fu mai dai Superi | dono piú insigne agli uomini largito, | che la man dei nemici | tener sulle cervici? | E quanto è bello a noi sempre è gradito. ( https://it.wikisource.org/wiki/Le_Baccanti/Terzo_stasimo p. 80)


Note

  1. Chìarfo, refuso, nel testo.
  2. Piscegràzia, (Strascico), in Tommaso Pignatelli Quando un politico fa buona poesia, a cura di Arnaldo Colasanti. In Poesia, n. 102, anno X, gennaio 1997, Crocetti Editore, Milano, 1997, p. 62.
  3. La vacanza è finita e mi piace | questa pioggia violenta che benedice | la malinconia. È meglio desistere, | le promesse diventano bisogni | dell'autunno che preme nel colore | della vigna e s'arrampica a sussulti | fino al cuore. Col capo piegato | singhiozzo per distrazione, forse, | per imitare l'acquazzone, per prenderlo in giro. La traduzione è in Poesia, n. 102, anno X, p. 62.
  4. Citato in I leoni del sagrato di Mariagloria Sears, Corriere della Sera, 25 maggio 2018; in pressreader.com.
  5. Citato in scaffalinvisibili.blogspot.com, 3 giugno 2016.
  6. Citato in Giovanna Parravicini, La pianista e il dittatore, avvenire.it, 23 luglio 2010.
  7. Citato in Il mondo di carta di Hrvoje Pejaković, a cura di Mladen Machiedo, in Poesia, n. 101, anno IX, dicembre 1996, traduzione di Mladen Machiedo, Crocetti Editore, Milano, p. 73
  8. L'11 settembre.
  9. Citato in AA. VV., La passione di Perpetua e Felicita, prefazione di Eva Cantarella, a cura di Marco Formisano, introduzione, traduzione e note di Marco Formisano, Bur, Milano, 2013, p. IV. ISBN 978-88-58-64889-6
  10. (EN) Citato in Mark Nepo,The Endless Practice. Becoming Who You Were Born to Be, Simon and Schuster, New York, 2014, p. 237.
  11. a b Citato in Claudia Cirami, Come a Maria Egiziaca "si aprirono gli occhi", breviarium.eu, 1 aprile 2020.
  12. Da Componibile 62, traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini, Sur. Citato in Walter Catalano, Il vampiro surrealista. Vampirismi d'autore, pulplibri.it, 5 dicembre 2019.
  13. Citato in Dacia Maraini, Amata scrittura, Rizzoli Bur, Milano, 2012, p. 1.
  14. a b Da Julien Green, la vertigine fulminea della scrittura, ilgiornale.it, 16 aprile 2017.
  15. Da Il giardino ben arredato, traduzione di Antonella Bortolin, Di Baio Editore, Milano, 1990, p. 32. ISBN 88-7080-239-6
  16. Citato in L'ORT continua con lo streaming del venerdì. Questa settimana propone Nil Venditti sul podio e Kevin Spagnolo solista al clarinetto,met.cittametropolitana.fi.it, 18 novembre 2020.
  17. Citato in Effetto notte. Percorsi d'arte e di luce nella Napoli sotterranea, a cura di Ludovico Pratesi e Paola Magni, Castelvecchi, Roma, 1999, p. 1958. ISBN 88-8210-154-1
  18. Di un'insospettata, non tua, scomoda profondità. Citato in Francesca Genti, La poesia è un unicorno, Mondadori, Milano, 2018, p. 59. ISBN 9788804687092
  19. Dall'intervista ad Antonio Gnoli, Margherita Pieracci Harwell: "Io e Cristina Campo amiche per la vita. Lei mi dava la forza di non deluderla", repubblica.it, 7 agosto 2016.
  20. Citato in Julio Sánchez Gómez, De bastión español a símbolo de la libertad. Montevideo en los tiempos de ciudad amurallada, 1725-1850/1870, in Julio Sánchez Gómez y José Manuel Santos Pérez, De urbe indiana.Ensayos sobre ciudades y urbanismo en Brasil y en la América hispana. Editor Julio Sánchez Gómez. Editorial Universidad de Salamanca, 2010, p. 141. ISBN 978-84-7800-207-8.
  21. Pensiero notturno, in Il fiore della poesia di Giuseppe Serembe, traduzione italiana a cura di Vincenzo Belmonte, p. 5.
  22. Madre di Carvilio.
  23. Da L'ombra d'oro del giovane Carvilio, la Mummia di Roma. La dispersione degli straordinari reperti della tomba di Grottaferrata, lastampa.it, 24 novembre 2017.
  24. Da una lettera ed Erwin Rohde da Basilea del 30 aprile 1870. (EN) Citato in Richard Viladesau, [ The Pathos of the Cross. The Passion of Christ in Theology and the Arts – The Baroque Era], Oxford University Press, 2014, p. 320, nota 75.
  25. Da Il silenzio e la parola, 2001. Citato in Gino Ruozzi, Giano bifronte. Teoria e forme dell'aforisma italiano contemporaneo; in AA. VV, Teoria e storia dell'aforisma, premessa di Vittorio Roda, introduzione e cura di Gino Ruozzi, Bruno Mondadori, Milano, 2004, p. 137.
  26. Citato in Alessandro Zaccuri, Padre Vorob'ev (Russia): «Ancora oggi non sappiamo quante furono le vittime», avvenire.it, 23 agosto 2013.