Carl Burckhardt: differenze tra le versioni

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'''Carl Jacob Burckhardt''' (1891–1974), diplomatico e storico svizzero.
'''Carl Jacob Burckhardt''' (1891–1974), diplomatico e storico svizzero.


==Citazioni di Jacob Burckhardt==
==''Incontro con Rilke''==
{{vedi anche|sezione=s|[[Rainer Maria Rilke#Citato in Carl Burckhardt, Incontro con Rilke|la sezione dedicata nella voce di Rainer Maria Rilke]]}}
{{vedi anche|sezione=s|[[Rainer Maria Rilke#Citato in Carl Burckhardt, Incontro con Rilke|la sezione dedicata nella voce di Rainer Maria Rilke]]}}
*{{NDR|Carl Burckhardt a [[Rainer Maria Rilke|Rilke]]}} «[...] ma esiste anche una ingenuità del razionale, e questa ha trovato la sua espressione in tutte le grandi opere d'arte di [[Francia]], nell'arte gotica come nel superamento del barocco».<br/>Rilke riprese:<br />«È un pensiero che mi piace e vorrei approfondirlo; dev'essere esattamente quello che mi dà un senso di felicità quando vivo in questa metropoli; e forse vi è racchiuso uno dei più alti valori europei. Anche i Greci lo possedevano». (p. 44)
*«[...] esiste anche una ingenuità del razionale, e questa ha trovato la sua espressione in tutte le grandi opere d'arte di [[Francia]], nell'arte gotica come nel superamento del barocco». ( ''Incontro con Rilke'', p. 44)
*{{NDR|Comune ad alcuni europei}} [...] fin dall'antichità, una schietta gioconda conoscenza della profondità, consistente nel fatto che ogni cosa ha un significato unico e non molteplice, e come nel perpetuo fluire ci sia quella costante che risulta dai rapporti umani sempre uguali nelle infinite unioni e relazioni; così come furono fissati con sicurezza degna dell'antichità dai due grandi scrittori di favole {{NDR|[[Johann Peter Hebel]] e [[Jean de La Fontaine]]}} di qua e di là dal Reno. (''Incontro con Rilke'', p. 68)
*«Vede, ogni cosa formata lo insegna: è in sé conchiusa, anzi conchiude e non si effonde. Capisce quel che voglio dire? Questo effondersi, che oggi l'arte va cercando... va cercando a torto, non esiste nella realtà: non c'è la natura del giglio, la natura della rosa; esiste la rosa ed esiste il giglio, dappertutto la barriera nella cosa finita, compiuta. [...] Soltanto l'uomo distrugge i limiti e cancella le forme irripetibili». ('''Rilke''', p. 44) {{NDR|A Carl Burckhardt}}
*«Vedete, nella vostra grande poesia si è sempre fatta valere, attraverso tutta la dovizia delle conoscenze sensibili, come indirizzo eterno, la volontà di avere un cuore puro. Questa è la sua peculiarità. C'è sempre un tratto etico in questo popolo che più di tutti gli altri subisce l'impressione delle cose visibili; di qui la continua meticolosa scelta fra i mezzi della bellezza, attraverso qualsiasi retorica, al di là di questa abbondanza acerba e succosa che è loro propria, come una meta costante davanti agli occhi, mai abbandonata, nemmeno da [[Charles Baudelaire|Baudelaire]]. Ma nessuno lo rivela così palesemente come [[Jean Racine|Racine]]». ('''Rilke''', p. 49- 50) {{NDR|Ad Augustin}}
*{{NDR|[[Jean de La Fontaine]]}} «Ritengo che nessun altro abbia posto con tanta sicurezza gli elementi fissi della natura umana: la costante nei grandi e nei piccoli, negli eroi e nei codardi, nei pensatori e nei tiranni, l'elemento decisamente umano sopra il quale s'inarcano i grandiosi sistemi delle filosofie. Ma sotto questi rimane sempre l'uomo, l'uomo tra i suoi pari, entro leggi semplici e dure, realmente più durevole e più universale che tutte le creazioni spirituali dei grandi predicatori di dottrine [...]» ('''Rilke''', p. 59- 60) {{NDR|Ad Augustin}}
*{{NDR|[[Traduzione|Tradurre]]}} «[...] è un'arte affine a quella dei grandi attori; è alchimia, conversione in oro di elementi altrui». ('''[[Rainer Maria Rilke|Rilke]]''', p. 69) {{NDR|A [[Lucien Herr]]}}


==Bibliografia==
==Bibliografia==
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==Altri progetti==
==Altri progetti==
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Versione delle 21:52, 23 apr 2016

Carl Jacob Burckhardt (1891–1974), diplomatico e storico svizzero.

Citazioni di Jacob Burckhardt

Per approfondire, vedi: la sezione dedicata nella voce di Rainer Maria Rilke.
  • «[...] esiste anche una ingenuità del razionale, e questa ha trovato la sua espressione in tutte le grandi opere d'arte di Francia, nell'arte gotica come nel superamento del barocco». ( Incontro con Rilke, p. 44)
  • [Comune ad alcuni europei] [...] fin dall'antichità, una schietta gioconda conoscenza della profondità, consistente nel fatto che ogni cosa ha un significato unico e non molteplice, e come nel perpetuo fluire ci sia quella costante che risulta dai rapporti umani sempre uguali nelle infinite unioni e relazioni; così come furono fissati con sicurezza degna dell'antichità dai due grandi scrittori di favole [Johann Peter Hebel e Jean de La Fontaine] di qua e di là dal Reno. (Incontro con Rilke, p. 68)

Bibliografia

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