Cimitero monumentale di Staglieno: differenze tra le versioni

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*''Io amo te, antro dei sepolcri, | te, bugiarderia di marmo! | Sempre mi liberate l'anima | alla più libera beffa.'' ([[Friedrich Nietzsche]])
*''Io amo te, antro dei sepolcri, | te, bugiarderia di marmo! | Sempre mi liberate l'anima | alla più libera beffa.'' ([[Friedrich Nietzsche]])
*Mi sono letteralmente innamorata di quella piccola parte del cimitero antico. Ho visto una galleria meravigliosa di tombe imponenti fatte erigere nell'Ottocento da ricchi e colti genovesi. Decine e decine di sculture raffiguranti famiglie di commercianti e industriali, di quella borghesia intelligente che aveva fatto la fortuna della città, e che aveva chiamato a lavorare eccellenti scultori perché raccontassero, con una precisione "fotografica", fisionomie e consuetudini familiari. [...] Detestavo ciò che molte sculture rappresentavano, per esempio lo stereotipo della donna timorosa e dipendente dagli uomini, ma ero anche colpita dalla capacità di chi, ancora in vita, aveva progettato la propria tomba. Le guardavo con occhio ammirato e ho cominciato a fotografare appassionandomi sempre di più, di tomba in tomba, di scultura in scultura, trascinandomi dietro una scaletta per avere un punto di vista più elevato. Ho copiato decine e decine di scritte tombali. Ho preso anche la bronchite. ([[Lisetta Carmi]])


==Voci correlate==
==Voci correlate==

Versione delle 17:46, 30 ago 2017

Cimitero di Staglieno

Citazioni sul cimitero monumentale di Staglieno a Genova.

  • Io amo te, antro dei sepolcri, | te, bugiarderia di marmo! | Sempre mi liberate l'anima | alla più libera beffa. (Friedrich Nietzsche)
  • Mi sono letteralmente innamorata di quella piccola parte del cimitero antico. Ho visto una galleria meravigliosa di tombe imponenti fatte erigere nell'Ottocento da ricchi e colti genovesi. Decine e decine di sculture raffiguranti famiglie di commercianti e industriali, di quella borghesia intelligente che aveva fatto la fortuna della città, e che aveva chiamato a lavorare eccellenti scultori perché raccontassero, con una precisione "fotografica", fisionomie e consuetudini familiari. [...] Detestavo ciò che molte sculture rappresentavano, per esempio lo stereotipo della donna timorosa e dipendente dagli uomini, ma ero anche colpita dalla capacità di chi, ancora in vita, aveva progettato la propria tomba. Le guardavo con occhio ammirato e ho cominciato a fotografare appassionandomi sempre di più, di tomba in tomba, di scultura in scultura, trascinandomi dietro una scaletta per avere un punto di vista più elevato. Ho copiato decine e decine di scritte tombali. Ho preso anche la bronchite. (Lisetta Carmi)

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