Kader Abdolah: differenze tra le versioni

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==Citazioni di Kader Abdolah==
==Citazioni di Kader Abdolah==
*Sono caduto improvvisamente dalle alte montagne della Persia sulla fredda, umida terra d'Olanda, a imparare una lingua fredda e umida. Non aveva ritmo, non aveva musica, era piatta come il Paese. Ma dovevo conquistarla, altrimenti non sarei sopravvissuto: e allora divenne bella, divenne la mia casa. Ora vivo in questa lingua.<ref name="zam">Citato in [http://www.zam.it/1.php?articolo_id=544&id_autore=557 ''Recensione Kader Abdolah''], ''Zam.it'', 21 ottobre 2003.</ref>
*Il regime degli ayatollah è terribile perché vuole cambiare la tua mente, il tuo sangue e il contenuto del tuo cuore. Gli ayatollah ti fanno ammalare spiritualmente, ti paralizzano dentro: ma lo [[Mohammad Reza Pahlavi|Scià]] era un burattino degli Usa. Era estraneo, aveva un contatto superficiale con noi.<ref name="zam"/>
*[[Mohammad Khatami|Kathami]] significava speranza, ma era una speranza che, come tale, non poteva resistere a lungo. Aveva paura. Non aveva coraggio e neanche tanto potere. Non è riuscito a usare i milioni di consensi ricevuti, e il popolo lo ha superato, è più avanti di lui. Ora appartiene al passato: cerchiamo un nuovo presidente.<ref name="zam"/>
*Non sono un olandese normale. Sono qualcosa di più: un persiano che ha assorbito la cultura olandese. Quindi più ricco.<ref name="zam"/>
*Fino a quando mi trovavo in Iran, la mia conoscenza del [[Maometto|Profeta]] si limitava era superficiale, ne avevo sentito parlare, conoscevo la sua storia dalle fonti popolari, fonti che non sempre sono ingenue e attendibili. Circa un miliardo di persone, al mondo, ha una conoscenza del genere, relativamente alla storia di Maometto: conoscenza superficiale, basata sul passaparola, quando non su luoghi comuni.<ref name="vita.it">Citato in [http://www.vita.it/it/article/2015/10/07/il-profeta-e-lislam-per-chi-non-ha-paura-intervista-con-kader-abdollah/128815/ ''Il Profeta e l'Islam per chi non ha paura. Intervista con Kader Abdollah''], ''Vita.it'', 7 ottobre 2015.</ref>
*Fino a quando mi trovavo in Iran, la mia conoscenza del [[Maometto|Profeta]] si limitava era superficiale, ne avevo sentito parlare, conoscevo la sua storia dalle fonti popolari, fonti che non sempre sono ingenue e attendibili. Circa un miliardo di persone, al mondo, ha una conoscenza del genere, relativamente alla storia di Maometto: conoscenza superficiale, basata sul passaparola, quando non su luoghi comuni.<ref name="vita.it">Citato in [http://www.vita.it/it/article/2015/10/07/il-profeta-e-lislam-per-chi-non-ha-paura-intervista-con-kader-abdollah/128815/ ''Il Profeta e l'Islam per chi non ha paura. Intervista con Kader Abdollah''], ''Vita.it'', 7 ottobre 2015.</ref>
*Ho sempre pensato che il Corano fosse il libro di mio padre, un libro di precetti, un libro pericoloso. Anche per questa ragione, quando abitavo in Iran non l'ho mai letto. Poi, una volta giunto in Italia, ho iniziato a sentirmi dire "Kader, hai mai letto il ''tuo'' libro?" e io sempre, a mia volta, domandavo: "quale libro?". La risposta era ogni volta la stessa: "ma tuo libro, il Corano, leggilo!" Così ho deciso di leggerlo, e poi ancora e poi ancora. Non per me stesso, forse, ma per gli olandesi e per gli europei che mi chiedevano di condurli per mano nei giardini del Corano.<ref name="vita.it"/>
*Ho sempre pensato che il Corano fosse il libro di mio padre, un libro di precetti, un libro pericoloso. Anche per questa ragione, quando abitavo in Iran non l'ho mai letto. Poi, una volta giunto in Italia, ho iniziato a sentirmi dire "Kader, hai mai letto il ''tuo'' libro?" e io sempre, a mia volta, domandavo: "quale libro?". La risposta era ogni volta la stessa: "ma tuo libro, il Corano, leggilo!" Così ho deciso di leggerlo, e poi ancora e poi ancora. Non per me stesso, forse, ma per gli olandesi e per gli europei che mi chiedevano di condurli per mano nei giardini del Corano.<ref name="vita.it"/>

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Kader Abdolah

Kader Abdolah (1954 – vivente), scrittore iraniano naturalizzato olandese.

Citazioni di Kader Abdolah

  • Sono caduto improvvisamente dalle alte montagne della Persia sulla fredda, umida terra d'Olanda, a imparare una lingua fredda e umida. Non aveva ritmo, non aveva musica, era piatta come il Paese. Ma dovevo conquistarla, altrimenti non sarei sopravvissuto: e allora divenne bella, divenne la mia casa. Ora vivo in questa lingua.[1]
  • Il regime degli ayatollah è terribile perché vuole cambiare la tua mente, il tuo sangue e il contenuto del tuo cuore. Gli ayatollah ti fanno ammalare spiritualmente, ti paralizzano dentro: ma lo Scià era un burattino degli Usa. Era estraneo, aveva un contatto superficiale con noi.[1]
  • Kathami significava speranza, ma era una speranza che, come tale, non poteva resistere a lungo. Aveva paura. Non aveva coraggio e neanche tanto potere. Non è riuscito a usare i milioni di consensi ricevuti, e il popolo lo ha superato, è più avanti di lui. Ora appartiene al passato: cerchiamo un nuovo presidente.[1]
  • Non sono un olandese normale. Sono qualcosa di più: un persiano che ha assorbito la cultura olandese. Quindi più ricco.[1]
  • Fino a quando mi trovavo in Iran, la mia conoscenza del Profeta si limitava era superficiale, ne avevo sentito parlare, conoscevo la sua storia dalle fonti popolari, fonti che non sempre sono ingenue e attendibili. Circa un miliardo di persone, al mondo, ha una conoscenza del genere, relativamente alla storia di Maometto: conoscenza superficiale, basata sul passaparola, quando non su luoghi comuni.[2]
  • Ho sempre pensato che il Corano fosse il libro di mio padre, un libro di precetti, un libro pericoloso. Anche per questa ragione, quando abitavo in Iran non l'ho mai letto. Poi, una volta giunto in Italia, ho iniziato a sentirmi dire "Kader, hai mai letto il tuo libro?" e io sempre, a mia volta, domandavo: "quale libro?". La risposta era ogni volta la stessa: "ma tuo libro, il Corano, leggilo!" Così ho deciso di leggerlo, e poi ancora e poi ancora. Non per me stesso, forse, ma per gli olandesi e per gli europei che mi chiedevano di condurli per mano nei giardini del Corano.[2]
  • Il Corano è un libro che va letto senza pensare ai precetti, magari con in mano un bicchiere di buonissimo vino rosso, lasciandosi trasportare.[2]
  • Condanno con tutte le mie forze il regime degli Ayatollah. Hanno riportato la mia terra indietro di secoli, a un livello di inciviltà e intolleranza simili a quelli dei tempi di Maometto. Inciviltà contro cui Maometto si ribellava![2]
  • Ci sono milioni di persone che arrivano in Europa per cercare un'altra vita, non si può pensare di mandarle indietro, è un dato di fatto, che piaccia o meno.[2]
  • Non sono religioso, non sono ateo, amo il buon cibo e il buon vino, ma rispetto l'altro e ho fede nell’uomo.[2]
  • La cultura, la lingua e la religione italiana li cambieranno donando loro una nuova identità. Sì, arrivano con la loro religione islamica ma, tra 50 o 100 anni, ci sarà un Islam italiano, che è completamente diverso. Loro diventeranno italiani con un background islamico.[3]
  • L'immigrazione vuol dire perdere parte della tua identità e riceverne una nuova.[3]
  • Tra qualche anno i fondamentalisti non saranno in grado di armarsi e attaccare la civiltà europea. Dobbiamo trovare un modo per fermarli, arrestarli e metterli in prigione. Credo che, fra 5 o 10 anni, non sentiremo più parlare di loro.[3]
  • Quando ho lasciato l'Iran non sapevo cosa fosse la migrazione, non avevo mai abitato all’estero, ho assaggiato per la prima volta una nuova cultura: mi ci sono voluti 25 anni per farne letteratura.[4]
  • Non è la prima volta che gli esseri umani si spostano, è sempre accaduto. Solo che oggi gli europei non vedono i migranti come persone, ma come musulmani: è questo il problema, non la migrazione. Chi arriva in Europa, però, impara un nuovo modo di vivere. All’inizio è difficile, ma le prossime generazioni saranno europee.[4]
  • L'11 settembre è stato un momento di passaggio, a partire dal quale l'Europa ha iniziato ad avere una nuova religione. Il che fa paura, perché è una novità. In più negli ultimi anni abbiamo visto il terrorismo, il lato cattivo dell'islam: un aspetto reale, che però non durerà per sempre.[4]
  • La cultura e la lingua italiane entrano nell’anima di chi arriva e si fondono con le sue credenze religiose: ciò che ne deriverà sarà un islam italiano, necessariamente diverso da quello saudita o iraniano.[4]
  • Io vedo i migranti come ondate di oro che giungono in Europa. Sono persone che arrivano per cambiare innanzitutto se stesse e poi, con il passare degli anni, la società. Ognuna ha un tesoro, ma non sa quale sia. Individuarlo è dovere loro, ma anche degli europei.[4]
  • È importante che gli immigrati imparino la nuova lingua non in 5 anni ma in tre mesi: è il modo migliore per ridurre la paura. Se io posso dire chi sono, se posso creare una connessione con l’altro, i timori si sconfiggono più facilmente.[4]
  • Nel mio Paese di origine c'è una cultura molto ricca, quella persiana, ma c'è anche una dittatura. E la lingua, quando c'è un regime, non è libera. Non puoi scrivere se hai limitazioni da parte della religione, della famiglia, della politica, della cultura.[4]
  • Chi, arrivando in un nuovo Paese, pretende di mantenere le proprie tradizioni, rischia di perdere tutto. È importante essere permeabili alla nuova società, spalancare le finestre alla lingua.[4]

Note

  1. a b c d Citato in Recensione Kader Abdolah, Zam.it, 21 ottobre 2003.
  2. a b c d e f Citato in Il Profeta e l'Islam per chi non ha paura. Intervista con Kader Abdollah, Vita.it, 7 ottobre 2015.
  3. a b c Citato in Lo scrittore Kader Abdolah: "Nascerà un Islam italiano", Adnkronos.com, 3 novembre 2016.
  4. a b c d e f g h Citato in L'anima mista di Kader Abdolah, Qcodemag.com, 12 dicembre 2016.

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