Sven-Göran Eriksson

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Sven-Göran Eriksson

Sven-Göran Eriksson (1948 – vivente), ex calciatore e allenatore di calcio svedese.

Citazioni di Sven-Göran Eriksson[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • [Su Roma-Lecce 2-3 del campionato di Serie A 1985-1986] Non dimenticherò mai quella beffa. Considero ancora quella stagione il mio capolavoro. Forse neanche il Goteborg o il Benfica o la Samp, giocò bene come la Roma che rimontò undici punti alla Juve di Platini. Ma tutto si spense sul più bello, come nei sogni. E il sogno diventò un incubo. Per diversi giorni non mi riuscì a dormire. E, quando crollavo, mi svegliavo di soprassalto, gli occhi gonfi di lacrime. Una sofferenza che in qualche modo mi ha cambiato e che ha cambiato la storia della Roma.[1]
  • [Sul campionato di Serie A 1999-2000] Ricorderò sempre lo scudetto con la Lazio. Vincere il campionato in Italia se non sei Juventus, Milan o Inter non è facile.[2]
  • Vorrei che la gente pensi al calcio quando sente parlare di me, alle belle cose che ho fatto. Ma credo che alcuni pensino soltanto alle donne quando sentono il mio nome. Purtroppo...[3]
  • Perché non si possono avere più donne contemporaneamente?[3]

E io Svengo dalla gioia!

Intervista di Matteo Dalla Vite, Guerin Sportivo nº 31 (1157), 31 luglio – 6 agosto 1997, pp. 24-25.

  • Disciplina, atteggiamento vincente e pensare positivo: ecco i miei tre dogmi [...]. Senza disciplina, tattica e non, l'organizzazione te la sogni; l'atteggiamento vincente significa tentare sempre di vincere, anche quando sei sotto di tre gol; pensare positivo significa svegliarsi la mattina e pensare che la vita è bella e il lavoro che si fa lo è ancora di più.
  • [«Si prenda un merito [...]»] Spero di prendermene uno, al quale tengo molto: quello di far capire che il derby è una partita come le altre. È importante comprendere questo aspetto, fondamentale direi. Il derby non vale una stagione come molti pensano. È la stagione, ovvero la classifica finale, che conta più di ogni altra cosa.
  • [...] l'ambiente attorno a una squadra si conosce solo ad un certo punto, ovvero dopo una sconfitta.
  • [...] mi ricordo il primo anno quando ero ridotto a stare in tribuna. Era l'84, i tecnici stranieri non potevano scendere in panchina e allora dovevo guardarmi le partite in mezzo alla gente, sugli spalti. Da lassù si vede meglio la partita? Sì, ma si sentono meglio gli insulti: se la squadra andava male, bum, tutti addosso a me che non potevo guidare concretamente la squadra durante il match. Una domenica ad Avellino fu terribile: mi insultarono tanto, ma tanto che quel pomeriggio non me lo dimenticherò più. [«Voglia di scappare?»] Molta. Fu la prima e unica volta che mi dissi: ma che ci sto a fare in Italia?

Citazioni su Sven-Göran Eriksson[modifica]

Note[modifica]

  1. Citato in Stefano Petrucci, Roma Lecce, Eriksson ricorda, Corriere della Sera, 19 settembre 1997, p. 51.
  2. Da un'intervista al Corriere dello Sport - Stadio, 14 maggio 2010; citato in Fabrizio Patania, Lazio, clamoroso Eriksson: «Tornare? Perché no!», corrieredellosport.it.
  3. a b Da un'intervista a Expressen; citato in Jennifer Wegerup, Eriksson: "A Roma gli anni più belli. Le mie tante donne? Mi innamoro facilmente...", gazzetta.it, 18 settembre 2017.

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