Tentazioni di Gesù

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Cristo nel deserto (I.N. Kramskoj, 1872)

Citazioni sulle Tentazioni di Gesù.

  • E Gesù visse nel deserto, conobbe l'arsura del giorno, il freddo e la solitudine della notte, ma in quel raccoglimento egli comunicava con Dio e attingeva energie per i giorni che lo aspettavano. Per quaranta giorni digiunò ed ebbe fame, ma svincolato dai lacci del corpo egli poté vedere e conoscere la luce della sua anima. E dopo quaranta giorni, il demonio lo tentò. (Il re dei re)
  • Il demonio venne e lo condusse nel deserto: era Satana, il tentatore. Ma ciò che il tentatore Gli dice è, in definitiva, di adorare il potere, tutte le potenze, i poteri di questo mondo. Il Nuovo Testamento, facendo dire da Gesù al tentatore «Sta scritto: "Adora il Signore Dio tuo"» e non il potere, crea l'atmosfera, l'atmosfera cosmica nella quale il Samaritano può osare sottrarsi ai numi tutelari che proteggono la sua cultura. (Ivan Illich)
  • Il Signore tentato nel deserto sa benissimo che potrebbe vincere il diavolo mostrandogli quanto Dio è più potente di lui. Ma sa anche meglio che può vincerlo solo se si lascia tentare senza cedere minimamente al male e al contrario mostra al tentatore la sua intima presenza presso il Padre, l'obbedienza alla sua missione. (Adrienne von Speyr)
  • In queste tre domande, è come riassunta in blocco e predetta tutta la futura storia umana, e son rivelate le tre forme tipiche in cui verranno a calarsi tutte le irriducibili contraddizioni storiche della natura umana sulla terra intera. Allora questo non poteva peranche riuscire così evidente, giacché l'avvenire era ignoto; ma ora, che quindici secoli sono passati, noi vediamo che tutto, in queste tre domande, è a tal segno indovinato e predetto, e a tal segno s'è avverato, che aggiungervi o togliervi alcunché non è più possibile. (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov)
  • Quanto al modo come avvennero le tentazioni, è sommamente arduo distinguere ciò che in esse fu reale ed esterno, da ciò che fu suggestione diabolica interna. Gesù poi permise tali tentazioni in Se stesso, per insegnare il modo di superarle ai suoi seguaci, e per loro conforto in simili circostanze. (Giuseppe Ricciotti)
  • Rammenta la prima domanda: seppure non proprio alla lettera, il suo significato è questo: «Tu vuoi andare nel mondo, e ci vai con le mani vuote, con non so quale promessa di libertà, che quelli, nella loro semplicità e nella loro ingenita sregolatezza, non possono neppure concepire, e ne hanno timore e spavento – giacché nulla mai fu per l'uomo e per la società umana più insopportabile della libertà! Ma vedi codeste pietre, per questo nudo e rovente deserto? Convertile in pani, e dietro a Te l'umanità correrà come un branco di pecore [...]». Ma Tu non hai voluto privar l'uomo della libertà, e hai rifiutato la proposta: giacché, dove sarebbe la libertà (hai ragionato Tu), se il consenso fosse comperato col pane? (Fëdor Dostoevskij, I fratelli Karamazov)
  • Ricorda come Gesù fu condotto del deserto e vi rimase quaranta giorni digiunando? Poi, quando fu affamato, il demonio gli si avvicinò e gli disse: "Se sei figlio di Dio, ordina che questi sassi siano trasformati in pani". Ma Gesù resisté alla tentazione. Il demonio allora lo collocò su una guglia del tempio: "Se sei figlio di Dio, buttati giù". Gli angeli infatti vegliavano su di lui e l'avrebbero sorretto. Ma Gesù seguitò a resistere. Il demonio lo condusse su un'alta montagna, gli mostrò tutti i regni del mondo e gli disse che glieli avrebbe dati se si fosse prosternato ai suoi piedi per adorarlo. Ma Gesù disse: "Va' via di qui, Satana". Così finisce la storia secondo il semplice e buon Matteo. Ma c'è un seguito. Il diavolo, che era molto astuto, tornò da Gesù e gli disse: "Se accetterai la vergogna e il disonore, le frustate, una corona di spine e la morte sulla croce salverai la razza umana, giacché l'amore più grande che un uomo possa provare è quello che gli fa sacrificare la vita per i suoi amici". Gesù cadde. E il diavolo rise fino a farsi scoppiare i fianchi: prevedeva il male che gli uomini avrebbero commesso in nome del loro Redentore. (William Somerset Maugham)

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