Un'ottima annata

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Un'ottima annata

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Titolo originale

A Good Year

Lingua originale inglese
Paese Stati Uniti d'America
Anno 2006
Genere commedia, drammatico, romantico
Regia Ridley Scott
Soggetto Peter Mayle (romanzo)
Sceneggiatura Marc Klein
Produttore Ridley Scott
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Un'ottima annata, film statunitense del 2006 con Russell Crowe, regia di Ridley Scott.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Tempier Bandol, 1969. Un vino che ubriacherebbe perfino il più robusto degli uomini. Una volta ho visto un castigliano, pugile professionista, crollare come un sacco dopo averne bevuto un solo bicchiere. Magari il mio ginocchio, colpendolo in pieno sui testicoli, può essere stato in parte responsabile... (Henry Skinner)
  • Buongiorno mezzeseghe. Oggi si cambia marcia, oggi è il giorno del "bastardo avido". Il segreto della ricchezza, mezzeseghe, è uguale al segreto della comicità: i tempi! (Max Skinner)
  • Dovrebbero seppellirti a faccia in giù, Max, perché tanto andrai all'inferno. (Gemma)
  • Vincere non è tutto, è l'unica cosa! (Max Skinner)
  • Kenny, voglio l'attuale rendimento del decennale, voglio i dati sui salari non agricoli... e voglio che tu levi subito quel culetto ossuto dalla mia poltrona! Grazie! (Max Skinner)
  • [Chiamando al cellulare la sua segretaria che, per dispetto, gli ha noleggiato una Smart] Gemma, ammettilo: l'hai fatto perché alla festa di Natale non ti ho scopata?! (Max Skinner)
  • Un uomo dovrebbe riconoscere le sue sconfitte garbatamente così come festeggia le sue vittorie, Max. Col tempo vedrai che un uomo non impara niente quando vince. Perdere invece può condurre a grande saggezza. Il nocciolo della quale poi è quanto sia più gradevole vincere. È inevitabile perdere di tanto in tanto... il trucco è che non diventi un'abitudine. (Henry Skinner)
  • Alla tua, Henry: per aver dedicato la tua vita al vino, e a imbottigliare la verità. (Max Skinner) [brindisi]
  • Io sono più un bevitore di cognac, sono troppo impaziente per amare il vino. Se devo ubriacarmi non ci voglio mettere tutta la sera. (Max Skinner)
  • Se qualcuno si lamenta, in Francia il cliente ha sempre torto. (Fanny Chenal)
  • In California non fanno il vino: fanno... succhi di frutta, al massimo! (Francis Duflot)
  • Questa era la mia camera quando ero piccolo. Dormire qui... questo era il posto più sicuro del mondo. Niente compiti, niente orari, niente adulti che litigavano. Amavo tantissimo Henry, ma non sono mai riuscito a dirglielo. Mi fa sentire uno schifo. Quelle estati mi hanno salvato la vita. (Max Skinner)
  • Vorrei ricordarti che Max Skinner non fa week-end, non va in vacanza... Max Skinner fabbrica soldi. (Charlie Willis)
  • Una volta che trovi qualcosa di buono, Max, devi averne cura. Devi lasciare che cresca. (Henry Skinner)
  • [Il finto testamento di Henry Skinner]
    Caro Max,
    so che sono passati molti da anni da quando ci siamo parlati l'ultima volta, ma ho un piccolo problema e ho bisogno del tuo aiuto. Il fatto è, mio caro Max, che sto per morire. Lo so perché il Dottor Khan, il mio medico, ha smesso di discutere della mia salute e ha cominciato a parlarmi del tempo. Convinto che la morte, come tutti i piazzisti, non sarebbe mai riuscita a trovare la mia porta e pensando da sempre che i testamenti siano inviti scritti alla Signora con la falce, mi trovo costretto a fare appello alla tua cortesia. Ho una figlia. Si chiama Christie Roberts. Purtroppo non l'ho mai conosciuta. Sua madre si chiamava Allison, faceva la guida in un piccolo vigneto nel nord della California. Max, vorrei che la trovassi. Vorrei lasciarle ciò che è suo di diritto. Spero che questa decisione non offenda i tuoi sentimenti; e che, visto che sei un uomo di successo, tu non ne abbia bisogno. Spero che tu capisca. Perché per me, anche allo stato attuale, "La Siroque" è un posto magico, e il mio desiderio più profondo è che Christie possa condividere questa magia. Mi piace pensarla qui, dopotutto, lei e "La Siroque" sono tutto quello che lascio al mondo.
    Il tuo caro zio,
    Henry Skinner.
    (Henry Skinner)
  • Allora, cosa decidi: i soldi o la tua vita? (Sir Nigel)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Zio Henry: Max, ti ho mai detto perché fare il vino è per me fonte di di grande piacere?
    Max Skinner bambino: Tu non fai il vino, Zio Henry, è il Signor Duflot a farlo.
    Zio Henry: In Francia è sempre chi possiede la terra che fa il vino, anche se non fa nulla di più che osservare col binocolo dalla finestra del proprio studio. No, io amo fare il vino perché questo nettare sublime è semplicemente incapace di mentire. Vendemmiato presto o tardi non importa, il vino ti bisbiglierà in bocca sempre con completa e imperturbabile onestà ogni volta che ne berrai un sorso.
  • Kenny: 115.10! Max, dovremmo cominciare subito.
    Max Skinner: Non ancora, Laf.
    Kenny: Capo... perché continui a chiamarmi "Laf"?
    Max Skinner: Perché sei un lecchino aggressivo e fetente, Kenny. E come tuo capo, e geneticamente superiore, posso chiamarti come voglio.
  • Kenny: Ti leggo la posta degli ammiratori?
    Max Skinner: Spara, caro.
    Kenny: "Bastardo". "Bastardo". "Va'all'inferno"...
    Max Skinner: Certo.
    Kenny: "Marcisci all'inferno"...
    Max Skinner: Oh, carino.
    Kenny: "Crepa!".
    Max Skinner: Simpatico.
    Kenny: "Congratulazioni, sei il mio eroe".
    Max Skinner: Chi l'ha mandato, questo?
    Kenny: Il tuo avvocato.
  • Gemma: Sembra che tuo zio Henry non abbia più toccato il testamento da venti anni, ecco perché i francesi mangiarane ci hanno messo più di un mese per dircelo.
    Max Skinner: Già, e allora che si fa? C'è la lettura del testamento o anche queste cose si scaricano via Internet?
    Gemma: No, è questo il punto, Max.
    Max Skinner: Cioè?
    Gemma: Non c'è un testamento valido. Tu sei il suo consanguineo più prossimo: erediti tutto!
    Max Skinner: Cosa? I suoi vestiti e gli LP di Edmundo Ros?
    Gemma: La sua casa, idiota! Ti prendi la casa!
  • Max Skinner: Non posso andare in Francia domani! Gemma, sono l'idolo delle folle! Devo fare qualche giro trionfale per la città, farmi vedere in giro, fare tardi... Hai sentito la mia posta, no? È quando tutti ti odiano che ci si diverte!
    Kenny: Dai Max, pensiamo a tutto noi, mentre sei via. Non è un problema!
    Max Skinner: Certo. Ken, perché non ti cerchi qualche animaletto da torturare? Sì, trova un barboncino e buttalo a calci dal balcone.
  • Gemma: Dimmi una cosa, Max.
    Max Skinner: Sì?
    Gemma: Gli volevi bene?
    Max Skinner: Sì, certo...
    Gemma: Quando ci hai parlato l'ultima volta?
    Max Skinner: Tanto tempo fa.
    Gemma: Perché?
    Max Skinner: Ah, non lo so Gemma, probabilmente c'entra il fatto che sono diventato uno stronzo.
  • Max Skinner: Charles, distogliamo la mente dalla vista panoramica [riferendosi a un'avvenente cameriera] e passiamo agli immobili francesi? Quanto varrà?
    Charles: Max, hai saputo a malapena da un giorno della dipartita dello zio dimenticato e riesci a pensare solo ai soldi?
    Max Skinner: Lo zio di cui mi parli è quello che mi ha insegnato che a ogni uomo serve un fottuto milione.
  • Charles: Com'è la casa Max? Stupenda?
    Max Skinner: Be', a dire la verità Charlie, è un po' malandata...
    Charles: Noi non diciamo "malandata", Max, noi diciamo "ricoperta dalla patina di un'epoca passata".
    Max Skinner: Certo.
    Charles: Com'è il vino?
    Max Skinner: Ah, il bouquet "cane bagnato", colpisce il palato come una lama di rasoio con un retrogusto di frattaglie...
    Charles: Insomma, la casa cade a pezzi e la vigna fa un vino imbevibile, fantastico!
  • Gemma: Sarà meglio che tu sia in prigione, Maxie.
    Max: Sì, digli solo che mi dispiace, non ho potuto farci niente.
    Gemma: "Mi dispiace" non basta, Maxie. Se n'è andato.
    Max: Oh, cazzo! A che ora è il primo volo domattina?
    Gemma: Inutile affrettarsi a tornare, Max. L'ultima cosa che Sir Nigel ha fatto andandosene è stata di sospenderti per una settimana.
    Max: Che...? Ma che cazzo si aspetta che faccia per una settimana?!
    Gemma: Prenditi una vacanza.
    Max: Non avrà detto questo, vero?
    Gemma: No, l'ho detto io.
    Max: Certo... Gemma, non dirlo mai più. Se qualcuno chiama, NON dire che sono in vacanza! E' peggio che essere morto!
  • Max Skinner: Non scherzavo sul vino che viene prodotto qui. Non è, ripeto, non è di prima classe. Questo influirà sul prezzo?
    Charlie: Ma quanto cattivo potrà essere?
    Max Skinner: Al primo sorso ti fa scoppiare le tempie e ti manda in bestia. Non riesco a immaginare gli effetti di un secondo assaggio.
    Charlie: Dovremo solo fare in modo che i nostri compratori non capiscano niente di vino. Ci concentreremo sugli americani.
  • Francis Duflot: Quando venderai, io resto il vignaiolo. Conservo la mia vigna.
    Max Skinner: Vuoi restare con la tua vigna? Va bene. Questo vuol dire che tu aiuterai me a rimettere tutto a posto: rifare i giardini, dipingere la casa, pulire la piscina... e io, se sarà possibile, tenterò di convincere i nuovi proprietari del valore e del merito dei tuoi servigi. D'accord?
    Francis Duflot: La stretta di mano di un francese è la sua parola.
    Max Skinner: La parola di un inglese è il suo impegno.
    Francis Duflot: Concorde?
    Max Skinner: Intesi! [poi sottovoce] Mangiarane...
    Francis Duflot [sottovoce]: Inglese di merda...
  • Francis Duflot: In paese ti ritengono tutti un eroe.
    Max Skinner: E perché?
    Francis Duflot: Perché grazie a te abbiamo visto il suo derrière ..
  • Francis Duflot [riferendosi a Fanny Chenal]: Max, ricordati quello che ha detto Proust: "Lasciate le belle donne agli uomini privi di fantasia".
    Max Skinner: Duflot, io sono un banchiere. Sono privo di fantasia.
  • Max Skinner: Henry è sempre stato un po' misterioso.
    Christie Roberts: In che senso?
    Max Skinner: Allora, amava l'Inghilterra, ma viveva in Francia. Amava le donne, ma mai la stessa per più di... un po' di tempo, e non si è mai sposato. E adorava l'avventura, eppure ogni mio ricordo è ambientato nel raggio di cento metri da questo preciso punto.
    Christie Roberts: E sono bei ricordi?
    Max Skinner: No. Sono fantastici.
  • Max Skinner: Ehi, sai se in Francia è un reato scoparsi la cugina?
    Charlie Willis: Solo se è racchia...
  • Ludivine Duflot: Papà parla il provenzale, sapete?
    Francis Duflot: In pochissimi lo capiscono, ora lo parlano solo i poeti. E i sodomiti.
    Ludivine Duflot: Chi sono i sodomiti?
    Francis Duflot: Te lo spiego stanotte...
  • Max Skinner: Madame Duflot, perché sei così convinta che Christie sia la figlia di Henry?
    Ludivine Duflot: Oh, ma è naturale: il naso!
    Max Skinner: Ah, il naso! Il glorioso nasone, la prominente proboscide! C'è qualcos'altro? Niente? No? Nulla che possa corroborare la pretesa di Christie? Henry ha mai parlato della California? Ha mai accennato a una donna in California? E' strano, no? Nessun momento di sincerità etilica in cui possa aver parlato di ... prole? No? Ma su, andiamo! L'ultima persona con cui Henry avrebbe mai consciamente procreato è un americana!
    Francis Duflot: Sì, ma in questo momento io vedo più Henry in Christie che in te.
  • Christie Roberts: Perché Henry non potrebbe essere mio padre?
    Max Skinner: Perché ora che è tornato nella mia vita non sono sicuro di volerlo condividere.
  • Amis: Max! Mio caro!
    Max Skinner: Amis! Vecchio filibustiere!
    Amis: Mi dispiace tanto sentire che sei fuori gioco.
    Max Skinner: Be', come al solito, Amis, l'unica cosa giusta delle tue dritte è che sono sbagliate. Ma sei sempre stato l'ultima ruota del carro.
    Amis: Hai passato il limite una volta di troppo, schifoso. Sei stato un coglione!
    Max Skinner: A proposito... grazie mille per il tuo generosissimo contributo al mio "fondo Aston Martin"! Hai ricevuto i fiori?
    Amis: Fiori?! Quali fiori?! Di che stai parlando?! Di tutti i tuoi trucchetti e imbrogli quest...
    Max Skinner: Ti ascolto, continua... [lasciando il telefono sulla scrivania] cazzone!
  • Max Skinner: Gemma, quanto tempo.
    Gemma: Max, ho appena avuto una visione di te che servi a Kenny un cappuccino da Starbucks.
    Max Skinner: Mi ha rubato la poltrona, vero?
    Gemma: Sì. [...] Si è persino preso il merito della tua operazione di questa settimana. Sta dicendo a tutti i ragazzi che è stato lui a darti quell'idea geniale.
    Max Skinner: Be', se non fosse stato un piccolo bastardo ambizioso e mercenario non gli avrei dato quel posto in fondo.
    Gemma: Sì, ma sta tentando di prendere il tuo, di posto...
    Max Skinner: Gemma, fagli un bel pompino e lasciagli fare il suo lavoro, va bene? À tout a l'heure, Gemma.
    Gemma: À tout a l'heure.
  • Christie Roberts: Sapevi che papà ha preparato un Martini per Winston Churchill? E ha ballato anche un valzer con Amelia Earhart, nel 1975?
    Max Skinner: Be', considerato che Amelia Earhart è morta negli anni '30, è un perfetto esempio del tipo di esagerazioni dello zio Henry. Vuoi conoscere il vero zio Henry, e non quello che sta fabbricando la tua fantasia galoppante? Il vero Henry Skinner era così spaventato all'idea di impegnarsi nella vita che si è congedato dal mondo per bere, scopare ed è finito solo e senza affetto!
    Christie Roberts: Tutto quello che ho bisogno di sapere di mio padre è qui. E' qui davanti a me. E comunque, se questo posto significava tanto per lui, come sono convinta, tu sei peggiore di quanto credessi anche solo per aver pensato di venderlo.
  • Charlie: Ciao, lavori alla ristrutturazione come uno schiavo?
    Max Skinner: Charlie! Sì, ho cominciato all'alba.
    Charlie: Davvero? Non riesco a pensare a te che fatichi lassù tutto solo...
    Max Skinner: Be', siamo inglesi, Charlie, lo sai: nati per comandare e per soffrire.
    Charlie: Già...
    Max Skinner: Dove sei?
    Charlie: Sono qui fuori!
  • Charlie: Max, allora qual è il programma per la serata? Steak frites? Una bottiglia di Pastis? Una partita serale a bridge?
    Max Skinner: Charlie, ti prego, gli uomini veri non giocano a bridge. E ho un impegno culturale inderogabile, stasera.
    Charlie: Posso venire? Ci saranno ragazze?
    Max Skinner: No... e sì.
    Charlie: Allora, lasci il tuo migliore amico solo, in un tetro château, la sera del suo arrivo?
    Max Skinner: Charlie, no! Lascio te, da solo.
  • Fanny Chenal: Stai cercando di sedurmi, Max?
    Max Skinner: Oh, Signore... no, certo che no. Non mi è mai passato per la mente: non più di sei o dieci volte...
  • Fanny Chenal: C'è qualcosa che dovresti sapere di me, Max.
    Max Skinner: Sì?
    Fanny Chenal: Sono tanto, tanto esigente.
    Max Skinner: Be', sono tanto, tanto onorato.
    Fanny Chenal: E in più sono tanto, tanto sospettosa. Tanto, tanto irrazionale; e perdo la pazienza tanto, tanto facilmente. In più sono pazzamente gelosa e lenta a perdonare. Volevo che lo sapessi.
    Max Skinner: Be', promette di essere una bella serata!
    [...]
    Max Skinner: Tu sei stata sincera con me, e quindi io dovrei esserlo con te: sono famoso per il mio cinismo, al punto da essere insensibile. E ho l'assoluta incapacità di fidarmi di chiunque. L'unica persona che abbia mai amato era mio zio Henry, e negli ultimi dieci anni della sua vita non l'ho mai chiamato.
    Fanny Chenal: A volte aveva un'espressione così triste, come se quello che ti aveva insegnato si fosse perduto.
    Max Skinner: Lo conoscevi?
    Fanny Chenal: Sono una donna che vive qui, era impossibile non conoscerlo.
    Max Skinner: Giusto. Ha avuto l'occasione di tirare fuori i dischi di Edmundo e di ballare la...
    Fanny Chenal: La rumba? No.
    Max Skinner: Grazie, zio!
    Fanny Chenal: Ma ci ho provato io!
    Max Skinner: Be', è ovvio, perché era assolutamente adorabile.
    Fanny Chenal: Sì.
    Max Skinner: Per quanto mi sforzi, non capisco perché io non sia più venuto qui. Adoro questo posto, è come una droga.
  • Max Skinner: Fanny, questo posto non si adatta alla mia vita.
    Fanny Chenal: No, Max. È la tua vita che non si adatta a questo posto.
  • Francis Duflot: Per tutta la vita hanno riso di me perché canto alle viti. Io spiegavo che a volte le viti ti rispondono, qui finalmente lo hanno fatto. Tu non sai quello che fai.
    Max Skinner: Di che stai parlando?
    Francis Duflot: Di qui, il "Coin perdu".
    Max Skinner: Ma non è possibile, l'enologo ha detto di piantarci le zucche o le patate.
    Francis Duflot: No, no, no! L'enologo è stato pagato per dire questo. Facendoti credere che "La Siroque" non aveva valore, forse avresti lasciato tutto com'era. Una sorta di status quo.
    Max Skinner: Perché non me l'hai detto prima? Non ti sei fidato di me.
    Francis Duflot: Max! Tu ti fideresti di te? Queste viti sono illegali. Tuo zio voleva lasciare da sempre la tenuta a te, ma si era preoccupato per com'eri diventato."Mio nipote è un egoista", diceva Henry. "Come posso lasciare questo posto a un uomo che non riesce neanche ad apprezzare i semplici piaceri della vita?". Così non l'ha mai messo per iscritto, e il destino se l'è preso prima che decidesse cosa fare.
    Max Skinner: Io ho già venduto...
    Francis Duflot: Allora hai fatto quello che tuo zio Henry temeva di più: hai venduto la sua anima al miglior offerente, Max. E hai tradito l'unico uomo che ti abbia mai voluto bene. Prendi, Max. [Gli passa un sasso della vitigno] Era questo il "fottuto milione" di Henry.
  • Zio Henry: Max, tieni compagnia alla figlia di Madame Chenal, Fanny, mentre noi facciamo il giro della tenuta.
    Max Skinner bambino: Ma io vorrei leggere l'ultimo capitolo di "Morte a Venezia"...
    Zio Henry: Visto il titolo del libro, non credo che il finale ti sorprenderà.
  • Fanny [rivolgendosi a Max, immerso dietro al giornale, credendo che fosse un cliente]: Avete scelto?
    Max [abbassa il giornale]: Credo di sì.
    Fanny [esita]: Sicuro che non le serve più tempo?
    Max: No, so quello che voglio.
    Fanny: Ne è sicuro?
    Max: Assolutamente sì
    Fanny: Allora, che cosa le porto?
    Max: Com'è la minestra?
    Fanny: Non c'è più la minestra.
    Max: Come il mio lavoro. Il pesce?
    Fanny: L'abbiamo finito.
    Max: Come me coi miei alibi.
    Fanny: Non farmi perdere tempo, scegli qualcosa che abbiamo...
    Max: Vorrei passare tutta la vita con una dea irrazionale e sospettosa, con un assaggio di gelosia furibonda come contorno, e una bottiglia di vino che abbia il tuo sapore e un bicchiere che non sia mai vuoto...
    Fanny: Oh... Max! [si baciano]
    Max: Pardonne mes lèvres, elles sont du plaisir dans les endroits les plus inattendus. [«Perdona le mie labbra. Trovano la gioia nei posti più inaspettati»]
  • Charlie: Max, come sta Christie?
    Max Skinner: Come va la vendita, Charlie?
    Charlie: Gli appartamenti di questo tipo aumentano ogni giorno, conto di farti avere più quanto tu l'abbia pagato.
    Max Skinner: Cazzate Charlie. Se non mi fai avere il 40% in più sei fuori dal giro, tesoro. Mi hai capito?
    Charlie: Max, ti rendi conto che non può durare laggiù, vero?
    Max Skinner: Non mi dire...
    Charlie: E per quanto impossibile possa sembrare le stesse cose che sono uniche e sensuali ora saranno presto il tuo strazio quotidiano, e dopo qualche mese di mangiare, e bere e dormire e scopare... cosa ti riserverà il futuro? La noia. Insomma, che pensi di fare? Scrivere un libro? Max, io sono il tuo migliore amico e ti dico che non durerà.
    Max Skinner: Questo lo vedremo, Charlie.

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