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Vajont - La diga del disonore

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Vajont - La diga del disonore

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Paese Francia, Italia
Anno 2001
Genere drammatico
Regia Renzo Martinelli
Soggetto Pietro Calderoni, Renzo Martinelli
Sceneggiatura Pietro Calderoni, Renzo Martinelli
Produttore Roberto Andreucci, Renzo Martinelli
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

Vajont – La diga del disonore, film del 2001 con Michel Serrault, Daniel Auteuil e Laura Morante, regia di Renzo Martinelli.

Frasi

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  • Se lo ricordi, Biadene: qui non stiamo costruendo soltanto una diga, qui costruiamo un pezzo dell'Italia di domani! (Carlo Semenza)
  • Questa diga cambierà tutto nella valle del Vajont. (Olmo Montaner)
  • La S.A.D.E. è una specie di "Stato nello Stato", fanno quello che vogliono! (Tina Merlin)
  • Le montagne non stanno mai ferme, sappiamo che si muovono, camminano, respirano, e non tutto può essere previsto dallo scienziato. (Giorgio dal Piaz)
  • [Parlando al telefono con Biadene] I Politici si devono interessare di Politica, non di geologia. (Francesco Penta)
  • Eh no, caro mio! I baci solo dopo sposato, Montaner! (Margherita)
  • Prudenza non deve voler dire far finta di non vedere. (Edoardo Semenza)
  • La frana, se c'è, riguarda soltanto alcuni... strati di sfasciume superficiale, al massimo può avere uno spessore di 20-30 metri, al di sotto è roccia compatta! (Giorgio dal Piaz)
  • Quando un'opera giunge alla sua conclusione, noi proviamo gioia e amarezza fuse insieme: gioia perché ognuno di noi può dire con orgoglio: ci siamo riusciti! Ma quante, quante ansie e ore di fatica ci è costata. E ricordiamo, inoltre, il sacrificio dei nostri 15 operai caduti sul lavoro. Dobbiamo anche a loro se siamo riusciti a costruire la diga del Vajont. Tra qualche anno, voi potrete raccontare questa grande avventura ai vostri figli, e potrete avere il vanto di dire loro: io c'ero! [Durante l'inaugurazione] (Carlo Semenza)
  • Troppi medici intorno a un malato confondono... le idee ai familiari. (Alberico Biadene)
  • 7 novembre 1960. Invaso= NO. La frana diventerebbe incontrollabile! Pericoloso alzare il livello del lago. Frana VELOCE [leggendo sul diario] (Alberico Biadene)
  • Che strano... Lo senti? Adesso si è fermato anche il vento... [Segue un lungo silenzio, fino alle 22:39] (Olmo Montaner)

Dialoghi

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  • Tina Merlin: [Durante la festa di Erto-Casso] Ma insomma, la volete difendere questa valle, è la vostra valle, ma organizzatevi!
    Celeste: ...Non è più la nostra! C'è soltanto una cosa da fare: far saltare quella maledetta diga col tritolo!
    Pietro Corona: Oggi non si parla di politica!
  • Ancilla: Montaner, ma dove vai?!
    Olmo Montaner: Come dove vado? A casa nostra.
    Ancilla: Caro geometra, io non so come usate su al Vajont, ma qui a Longarone, lo sposo entra in casa con la sposa in braccio.
    Olmo Montaner: Ah, noi del Vajont... le nostre spose le portiamo cosi! [prende Ancilla sulla spalla] Noi siamo figli di galeotti, ti ricordi?
  • Presidente: Cancelliere! Ci vuole dire cosa sta succedendo?
    Cancelliere: Mi scusi, Signor Presidente, sono testimoni a discarica, avevano sbagliato aula!
    Celeste: Signor Presidente, è più facile distinguere le vacche che le vostre aule!
    Orlando: Un cristiano si perde qui dentro!
    Presidente: Va bene, cerchiamo di iniziare, allora.
    Celeste: Celeste Martinelli, di anni 70, contadino. Ecco, guardi, Signor Presidente, qui è tutto documentato. Questa frana è soltanto un avviso.
    Sconosciuto 1: Da quando c'è il lago della S.A.D.E., il terreno si muove e si sente rumore. Io e la mia famiglia abbiamo paura.
    Sconosciuto 2: Di notte, il Toc fa dei rumori. I pavimenti della mia casa tremano... Sono terrorizzato, Signor Presidente.
    Pietro: Sono De Lorenzi Pietro. Abito sul monte Toc. Questa è la mia casa. [Mostra la foto della sua abitazione lesionata]
    Vito: Mi chiamo Vito Manarin. La mia casa è qui sopra. [Mostra una foto con una crepa]
    Orlando: Signor Presidente, metta a verbale, io mi chiamo De Lorenzi Orlando. Di anni 70, abito sul monte Toc. L'ho vista io per primo, era larga così... [mostra la fotografia] Adesso è diventata da qua a là! [fa due passi]
  • Olmo Montaner: Sono un po' di giorni che non si sente bene. [Riferendosi ad Ancilla]
    Ancilla: Aspettavo di dirtelo quand'ero sicura, oggi ho ritirato gli esami.
    Olmo Montaner: Quali esami?
    Tina Merlin: Ah, ma allora è vero che siete duri di comprendonio, voi del Vajont... Diventerai papà, testone di un Montaner! [Olmo sorride]
  • Alberico Biadene: Pancini?!
    Pancini: Ingegnere? Che fa lei qui?
    Alberico Biadene: Avevo bisogno di stare un po' da solo. In certi momenti non si sa più a che Santo votarsi... Abbiamo portato il lago a 710 m di quota, e quella maledetta montagna ci sta scivolando dentro!
    Pancini: Da Roma che dicono?
    Alberico Biadene: Roma è lontana, credo che l'unica cosa da fare sia togliere quanta più acqua possibile, almeno fino a quota 700, ma voglio scendere più sotto almeno a 690, sa, per creare una fascia di sicurezza, per le ondate, capisce?
    Pancini: Non ha paura che possa essere peggio? Forse, è proprio l'acqua che tiene su la frana.
    Alberico Biadene: Lo so che è pericoloso, ma è pericoloso comunque. Non ho altre alternative. Il fatto è che negli ultimi giorni la velocità di slittamento della frana è notevolmente aumentata...
    Pancini: Mi ascolti, io le consiglierei di fare così... [Biadene lo interrompe]
    Alberico Biadene: Io non pensavo che non... veda, ormai tutto fa pensare al peggio! Sul Toc, verso la zona del Piano della Pozza gli alberi sono tutti inclinati, e inoltre la linea della frana si è aperta in modo impressionante, anche più su, verso Pineda, dove è sempre rimasta ferma, anche lì si è mossa... Dobbiamo svasare, se la sente di occuparsene lei?
    Pancini: No, forse lei non si ricorda, ho preso le ferie, domani parto per quel viaggio negli Stati Uniti...
    Alberico Biadene: [Preoccupato] Domani?!
    Pancini: Ci sarebbe Montaner...
    Alberico Biadene: No, il fatto è che non mi fido più di nessuno, neanche di me stesso, se no, forse non sarei qui...
    Pancini: La religione non è un portafortuna. Non si può estrarre dalla tasca quando serve.
  • Pietro Corona: Allora, Ermete, hai proprio deciso di andare via?
    Ermete: Se il Toc viene giù, è meglio che io sia da un'altra parte [Chiama sua figlia]
    Pietro Corona: E il tuo vecchio?
    Ermete:[Fa cenno con le mani per dire che il suo vecchio ha la testa dura]
  • Olmo Montaner:[Dopo aver riferito a Biadene che la montagna si sta muovendo] Ci siamo dove?! ci siamo dove, ingegnere?! ma che cosa sta dicendo?! qua tutta la montagna sta venendo giù! Io ho paura di quello che può succedere, la montagna... [Biadene lo interrompe]
    Alberico Biadene: Cerchi di stare calmo, le ripeto che a quota 700 non c'è più pericolo! Mi creda, assolutamente nessun pericolo. [Nel frattempo, Margherita, la centralinista di Longarone, intercetta la telefonata]
    Olmo Montaner: Ingegnere, guardi che io ho tutta la famiglia, giù a Longarone, è sicuro? È proprio sicuro che non c'è pericolo?
    Alberico Biadene: Cercate di arrivare a quota 700! A quella quota... [Margherita si intromette]
    Margherita: Scusate, non volevo sentire, ma...
    Alberico Biadene: Pronto? Pronto?!
    Olmo Montaner: Pronto? [Cade la linea]
    Margherita: Pronto? Mi sente?
    Alberico Biadene: Chi è all'apparecchio?!
    Margherita: Sono Margherita Toffoli, la centralinista di Longarone, volevo sapere: c'è pericolo per Longarone?
    Alberico Biadene: Ma no, signorina, stia pure tranquilla, tutto è sotto controllo.
    Margherita: Va bene, grazie. Scusate, scusate ancora.
    Alberico Biadene: No, di nulla.

Abbiamo cercato tanto, ma il corpo di Ancilla, non l'abbiamo più trovato. Tutto quello che mi è rimasto di lei, è la foto che c'è su questa croce. Anch'io sono morto quella notte. Sono passati tanti anni, e ancora mi ostino a venire qui. So che sotto non c'è niente, ma io vengo lo stesso, e parlo con Ancilla e con mio figlio. Sono sicuro che loro mi stanno sentendo. Ogni tanto qualcuno mi chiede se ho perdonato. No. Non ho perdonato. Non potrò mai perdonare, gli uomini che hanno consentito tutto questo. (Olmo Montaner)

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