Vittorio Foa

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Da sinistra: Carlo Azeglio Ciampi e Vittorio Foa

Vittorio Foa (1910 – 2008), giornalista e politico italiano.

Citazioni di Vittorio Foa[modifica]

  • Adesso si scandalizzano se vedono volare pugni. Ma anche allora succedevano queste cose: però il pomeriggio, tutti insieme, facevamo la Costituzione.[1]
  • Bisogna guardare la concretezza dei fatti […] dobbiamo vedere non le idee generiche ma come si possono realizzare le cose.[2]
  • Il fascismo è stato un fenomeno storico che ha avuto un inizio e una fine e farlo diventare una categoria ideologica è un errore pericoloso. Il male nuovo che c'è non si chiama fascismo. Credo che il male, l'intolleranza, la pulizia etnica e altro, ci siano e vadano combattuti, ma se io le chiamo "Fascismo" sono portato a rivedere le vecchie lotte e non le nuove.[3]
  • Non bisogna accusare l'indisciplina. Non c'è niente di male ad essere indisciplinati se nell'indisciplina c'è una volontà. La cosa peggiore è quando l'indisciplina non c'è più, quando si sceglie di dare retta agli altri.[4]
  • Ogni vera libertà personale non può esprimersi altrimenti che nel poter scegliere il modo di rinunciarvi.[5]
  • [Da lettera spedita alla sorella Anna il 5 settembre 1938] Preparatevi spiritualmente all'eventualità che si renda necessario od opportuno di fare fagotto. Per fortuna siete giovani ed animosi ed anche papà e mamma hanno sufficiente spirito giovanile per affrontare impassibilmente questa tempesta, ma quanti dolori altrui vi toccherà conoscere e soffrire di riflesso. Sono all'oscuro di tutto, nelle tenebre più fìtte, eppure riesco a rappresentarmi tutta quella sofferenza ed a provarne sdegno e amarezza.[6]
  • Sarebbe ora di finirla con questa damnatio memoriae per cui la storia del Novecento ruota intorno ai comunisti, agli ex comunisti ed ai comunisti o filocomunisti pentiti. C'è una grande storia che è stata rimossa: quella degli antitotalitari democratici e liberali – anticomunisti e antifascisti – che non hanno avuto bisogno di rivelazioni tardive, di omissioni generalizzate e di compiacenti assoluzioni.[7]
  • Se vogliamo che le cose migliorino dobbiamo pensare che possano migliorare; la scelta è fra un mondo di possibilità e un mondo di fallimenti.[8]
  • Un giornalista vuol sapere perché la Sinistra non è stata capace di raccogliere la protesta che è venuta dalla Lega Nord. Suggerisce: forse la caduta delle motivazioni ideali ha tolto alla Sinistra la sua storica capacità di rappresentare la protesta. L'argomento è ricco di sviluppi, la Sinistra è cattiva quando ha gli ideali perché sono ideali di Sinistra ed è cattiva quando non ha più ideali perché lascia spazio all'avventura. Cerco di spiegare: la Sinistra è sempre stata capace di esprimere la protesta dei poveri, di quelli che non hanno nulla da perdere, ed è invece stata incapace di esprimere la protesta di quelli che hanno qualcosa da perdere ed hanno paura. Cos'è la Destra se non questa paura? Ma perché la paura di perdere qualcosa deve essere per la Sinistra socialmente, politicamente, irrilevante?[9]

Citazioni su Vittorio Foa[modifica]

  • [Sull'elezione del 7° Presidente della Repubblica Italiana] Se venisse per esempio Norberto Bobbio alla presidenza della Repubblica, ne sarei veramente felice. Ma poiché mi viene chiesto quale sarebbe, riguardo alla scelta del Presidente, il mio personale e vivissimo desiderio, rispondo con questi due nomi, Vittorio Foa e Umberto Terracini. Penso che nell'uno e nell'altro si radunino le qualità che ho detto, l'esperienza del carcere lunga e acerba, la libertà di giudizio e il rigore morale e civile, una conoscenza lucidissima e presente della realtà attuale, e che tali qualità regnino in loro in una forma incontrovertibile, visibile a tutti e luminosa. (Natalia Ginzburg)

Note[modifica]

  1. Citato in Panorama, Edizioni 1552-1553, Mondadori, 1996, p. 162.
  2. Citato nel TG 3 del 30 luglio 2007.
  3. Dall'intervista di Fabio Andriola, L'Italia Settimanale, 8 settembre 1995.
  4. Dal sito www.cgil.it del 20 ottobre 2008, per ricordare la scomparsa di Vittorio Foa.
  5. Da Lettere della giovinezza, Einaudi, Torino, 1998, p. 866.
  6. Vittorio Foa, Lettere della giovinezza : Dal carcere 1935-1943 , a cura di F. Montevecchi, Torino, Einaudi 1998, p. 477.
  7. Da Il Messaggero del 13 agosto 2006.
  8. Citato in Vittorio Foa, Miriam Mafai, Alfredo Reichlin, Il silenzio dei comunisti, Einaudi, Torino, 2002, p. 112.
  9. Da Passaggi (1992), Laicicattolici – I maestri del pensiero democratico – I progetti del Corriere della Sera, n. 15, pp. 37-38.

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