Wystan Hugh Auden

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Wystan Hugh Auden nel 1939

Wystan Hugh Auden (1907 – 1973), poeta britannico.

Citazioni di Wystan Hugh Auden[modifica]

  • Dicono alcuni che amore è un bambino, e alcuni che è un uccello, | alcuni che manda avanti il mondo, e alcuni che è un'assurdità, | e quando ho domandato al mio vicino, che aveva tutta l'aria di sapere, | sua moglie si è seccata e ha detto che no, non era il caso, no.[1]
  • Fermate ogni orologio, tagliate il telefono, | Tenete il cane a tacere con un succulento osso, | Chetate i pianoforti e fra un rollìo smorzato | Sfornate il feretro, che i dolenti si accostino. | Che aeroplani lamentosi incrocino lassù | E scarabocchino sul cielo il messaggio È Morto, | Mettete crespi nastri attorno il collo bianco dei piccioni, | Che i vigili indossino guanti di coton nero. | Era il mio Nord, il mio Sud, il mio Est e l’Ovest, | La mia settimana feriale e il mio riposo domenicale, | Il mio mezzodì, la mezzanotte, il mio discorso, il canto; | Pensavo ch’amore fosse eterno: Io, mi sbagliavo. | Ora, le stelle non servono più: spegnetele tutte; | Imballate la luna, e smantellate pure il sole; | Svuotate l’oceano, e sradicate il bosco. | Poiché nulla può venir ormai a niente di buono.[2]
  • Il poeta è, prima di tutto, una persona che è passionalmente innamorata del linguaggio.
A poet is, before anything else, a person who is passionately in love with language.[3]
  • Io e il pubblico sappiamo quel che tutti gli scolari apprendono: coloro cui vien fatto male male fanno in cambio.[4]
  • L'uomo è una creatura che fa la storia, cui non è possibile ripetere il proprio passato né lasciarselo alle spalle.[5]
  • Non servon più le stelle: spegnetele anche tutte.[6]
Le stelle non servono più: spegnetele una a una.[7]
  • Se possiamo, onoriamo | L'uomo verticale, anche se non stimiamo altri | Che l'uomo orizzontale.
Let us honour if we can | The vertical man | Though we value none | But the horizontal one.[8]
  • Splenderà il sole com'era giusto, | sulle gambe bianche che sparivano nel verde | dell'acqua; e la nave costosa e delicata che certo aveva visto | con stupore un ragazzo che cade giù dal cielo | aveva la sua meta, e proseguì con calma la sua navigazione.[9]
  • Tutti i peccati danno dipendenza, e il punto terminale della dipendenza è ciò che viene chiamato dannazione.
All sin tends to be addictive, and the terminal point of addiction is what is called damnation.[10]

Attribuite[modifica]

  • Un libro vero non è quello che si legge, ma quello che ci legge.
A real book reads us.
Riportata da Lionel Trilling in On the Modern Element in Modern Literature, Partisan Review, gennaio-febbraio 1961, p. 15 (ripubblicato in Beyond Culture, 1965); successivamente la frase è apparsa in un commento di Robie Macauley al libro di Trilling Beyond Culture nel "New York Times Book Review" del 14 novembre 1965, p. 38. La stessa versione, attribuita ad Auden, appare in Evan Esar, 20,000 Quips & Quotes, 1968, p. 87. Tuttavia non vi sono prove che Auden abbia detto o scritto esattamente questa frase.

Citazioni errate[modifica]

  • La musica è il rimedio migliore durante il momento della digestione.
Music is the best means we have of digesting time.
La citazione è di Igor Stravinsky, ed è stata attribuita ad Auden a causa di un'errata lettura di un paragrafo del libro Stravinsky: Chronicle of a Friendship di Robert Craft (New York, Alfred A. Knopf, 1972, p. 6).
  • Siamo sulla terra per aiutare gli altri: ma non conosco il motivo per il quale sulla terra ci sono gli altri.
We are all on earth to help others. What on earth the others are here for, I can't imagine.
Spesso attribuita ad Auden senza fonte, questa citazione è riconducibile a John Foster Hall (1867-1945), un attore inglese conosciuto come il Reverendo Vivian Foster, Vicario di Mirth.
  • Un professore è uno che parla nel sonno di qualcun altro.
A professor is one who talks in someone else's sleep.
Spesso attribuita ad Auden, ma lui ripeteva una battuta anonima, che non ha mai indicato come propria. Cfr. Who Wrote Auden's Definition of a Professor?.

La mano del tintore[modifica]

  • Vi sono libri immeritatamente dimenticati; nessuno immeritatamente ricordato. (I, Leggere)
  • Il piacere è ben lungi dall'essere una guida critica infallibile: è però la meno ingannevole. (I, Leggere)
  • La maggior parte degli uomini gode alla vista della propria grafia come gode all'odore delle proprie scoregge. (I, Scrivere)
  • Nessun poeta o romanziere vorrebbe essere l’unico mai esistito, ma molti ambirebbero a essere gli unici esistenti, e non pochi nutrono l’infondata convinzione che tale desiderio sia stato esaudito. (I, Scrivere)
  • Che destino beato ha il matematico! Viene giudicato esclusivamente dai suoi pari, e a un livello così alto da escludere che un collega o un rivale possa conquistarsi una fama che non merita. (I, Scrivere)
  • Lo scrittore più grande non riuscirà mai a vedere attraverso un muro di mattoni; però, a differenza di noi tutti, non ne costruirà mai uno. (I, Scrivere)
  • Ciò che offrono i mass media non è arte popolare, bensì intrattenimento destinato, come il cibo, a essere consumato e quindi dimenticato e sostituito da un nuovo piatto. (II, Il poeta e la «polis»)
  • Ogni autobiografia investe due personaggi: un Don Chisciotte, l’io, e un Sancio Panza, il sé. (III, «Hic et ille»)

Incipit di Lullaby[modifica]

Appoggia la tua testa insonnolita, o amore mio, | così umana sul mio braccio infedele.[11]

Note[modifica]

  1. Da La verità, vi prego, sull'amore, traduzione di Gilberto Forti, Adelphi, 1995; p. 17.
  2. Blues in memoria; in W. H. Auden, La verità, vi prego, sull'amore, traduzione di Gilberto Forti, Adelphi, 1995.
  3. Da Squares and Oblongs, in Poets at Work, 1948, p. 170.
  4. Citato in John Le Carré, L'onorevole scolaro (The Honourable Scoolboy), traduzione di Attilio Veraldi, Rizzoli, 1978.
  5. Da D.H. Lawrence, ne Lo scudo di Perseo, traduzione di Gabriella Fiori, Adelphi, Milano, 2021. ISBN 978-88-459-8386-3.
  6. Da Blues in memoria, in La verità, vi prego, sull'amore, traduzione di Gilberto Forti, Adelphi, Milano, 2014. ISBN 978-88-459-7288-1
  7. Da Blues in memoria, in Un altro tempo, a cura di Nicola Gardini, Adelphi, Milano, 2004, p. 151. ISBN 88-459-1290-6
  8. Dedica a Christopher Isherwood, Poems, 1930.
  9. Da Masée des Beaux Arts; citato in Robert Fisk, Cronache mediorientali, Il Saggiatore.
  10. Da A Certain World: A Commonplace Book, Viking Press, 1970. ISBN 0-670-20994-5
  11. Citato in Dizionario delle citazioni, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X

Bibliografia[modifica]

  • W. H. Auden, La mano del tintore, traduzione di Gabriella Fiori, Adelphi, Milano, 2021. ISBN 978-88-459-8384-9

Altri progetti[modifica]