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Wikiquote:Modello di voce/Cultura popolare

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Questa pagina contiene i modelli da seguire per la realizzazione di nuove voci riguardanti le raccolte di citazioni tratte dalla cultura popolare in Wikiquote.

La Categoria:Cultura popolare, alquanto eterogenea, contiene voci composte da citazioni per le quali non è possibile identificare l'autore o gli autori: tali frasi sono infatti frutto della cultura popolare, intesa in senso lato.

Proverbi

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Abbr :
WQ:MP

Le voci di proverbi sono raccolte nelle relative categorie in base all'area geografica o alla lingua d'origine.

Generalmente si adotta il seguente schema:

  • Proverbio (in lingua).[1]
(Eventuale) traduzione in italiano.
(Eventuale) spiegazione.

ovvero, in codice wiki:

*'''Proverbio (in lingua)'''.<ref>Fonte</ref>
:''(Eventuale) traduzione in italiano''.
::{{spiegazione|(Eventuale) spiegazione.}}

Esempio:

  • Al'amigo pèlighe 'l figo, al nemigo 'l persego.[2]
All'amico pela il fico e al nemico la pesca.
Questo perché si pensava che la buccia del fico fosse dannosa mentre quella della pesca fosse salutare.
*'''Al'amigo pèlighe 'l figo, al nemigo 'l persego.'''<ref>Citato in Pasqualigo, ''Tavola, cucina'', vol. 3, pp. 75-89.</ref>
:''All'amico pela il fico e al nemico la pesca.''
::{{spiegazione|Questo perché si pensava che la buccia del fico fosse dannosa mentre quella della pesca fosse salutare.}}

Nel caso non ci sia necessità di traduzione e spiegazione, i proverbi possono essere più semplicemente inseriti uno di seguito all'altro all'interno di un elenco puntato, senza bisogno di formattazioni particolari (senza uso del grassetto).

Esempio in codice wiki:

* Proverbio 1.<ref>Fonte</ref>
* Proverbio 2.<ref>Fonte</ref>
* ...

Utilità delle spiegazioni

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Come si è visto nella sezione precedente, per le eventuali spiegazioni si adopera sempre il Template:Spiegazione, preceduto da un'indentatura singola o doppia a seconda che nella voce siano presenti anche le traduzioni dei proverbi o meno.

Le spiegazioni tuttavia non sono sempre necessarie e andrebbero utilizzate in caso di eccessiva "ermeticità" del proverbio. Quando ad esempio i proverbi fanno riferimento ad usi e costumi locali ormai persi e che pochi potrebbero ricordare, la spiegazione è senz'altro utile.

Esempio:

  • La cativa lavandera a treuva mai la bona pera.
La cattiva lavandaia non trova mai la buona pietra.

Questo proverbio piemontese ricorda che colui che non sa far bene il proprio mestiere accampa sempre scuse che giustifichino la mancanza o la scarsa qualità del suo lavoro. In particolare il proverbio fa riferimento ad un'antica usanza: le donne di casa, in campagna, andavano al fiume a lavare i panni e per questo dovevano trovare sulla riva una grossa pietra piatta, parzialmente immersa nella corrente, su cui strofinare con il sapone da bucato i panni da lavare e poi sbatterceli dopo lo sciacquo. Va da sé che in casi come questi la spiegazione è non solo utile, ma addirittura mandatoria.

Traduzione in lingua italiana

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Il lettore che si imbatte in un proverbio in lingua o dialetto, diversi dal proprio idioma, spesso non è interessato al significato intrinseco del proverbio stesso quanto alla specifica metafora utilizzata in quel determinato idioma per esprimere quel concetto, anche perché spesso le metafore sono specifiche del contesto culturale o storico del popolo che parla quella lingua o quel dialetto. Si raccomanda perciò, di riportare sempre, in primis, la traduzione letterale e successivamente le eventuali spiegazioni aggiuntive, seguendo le indicazioni del precedente paragrafo.

Per i proverbi in dialetti italiani è obbligatorio riportare sia la versione originale del proverbio che la traduzione letterale in italiano. Una parziale eccezione è rappresentata dai proverbi toscani che, per motivi facilmente intuibili, spesso e volentieri non necessitano di particolari traduzioni.

Per i proverbi in lingua straniera è preferibile avere anche la versione originale del proverbio. Tuttavia è possibile riportare nelle voci anche solo la traduzione in italiano del proverbio se la fonte riporta solamente quella.

Inserimento in altre voci

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I proverbi, una volta riportati nella voce di origine nel modo corretto, possono ovviamente essere riportati in altre voci, se pertinenti: in particolare in voci tematiche o in raccolte. Anche in questo caso vale la "regola del tre": se ci sono tre o più proverbi in una tematica si apre la sezione apposita in fondo alla voce.

In queste voci i proverbi in dialetti italiani vanno inseriti in lingua originale, la traduzione e l'eventuale spiegazione vanno invece indicate in nota, in tal modo:

*Proverbio (in dialetto).<ref>«Traduzione in italiano.» Eventuale spiegazione.</ref>

Per i proverbi in altre lingue basta invece inserire unicamente la traduzione in lingua italiana.

Modi di dire

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Abbr :
WQ:MMD

Le voci dei modi di dire sono raccolte nella relativa categoria in base alla lingua d'origine.

I modi di dire sono espressioni che descrivono sinteticamente un'azione, una situazione, un comportamento o un carattere ricorrendo a metafore o similitudini.

A differenza del proverbio, il modo di dire:

  • non è una frase compiuta come nel proverbio (anche se talvolta nel proverbio il verbo è sottinteso) ma viene generalmente espressa con il verbo all'infinito (es: "andare di lusso");
  • non esprime giudizi, né fornisce consigli o regole di comportamento, ma si limita a fornire un'immagine metaforica di ciò che vuole esprimere;
  • si riferisce al caso cui viene applicato e non ad una generalità di soggetti, fossero anche solo quelli che hanno in comune una determinata caratteristica o appartengono a una determinata categoria, come accade per il proverbio.

Questi criteri possono essere utili per differenziare un proverbio da un modo di dire, permettendo di inserire una citazione dell'uno o dell'altro tipo nella voce più appropriata. Va sottolineato tuttavia che quasi sempre è la fonte stessa a specificare se si tratta di un proverbio o di un modo di dire.

Per quanto riguarda le convenzioni, per i modi di dire (italiani, dialettali o stranieri) vale quanto detto per i proverbi.

Indovinelli

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Gli indovinelli popolari mantengono le convenzioni di proverbi e modi di dire se si trovano in dialetti italiani, ovvero con la versione in dialetto scritta per prima e la traduzione in italiano indentata e in corsivo. In aggiunta, però, dev'essere riportata la soluzione dell'indovinello (se presente nelle fonti), mettendola in una nota in questo modo:

*Indovinello.<ref>Fonte</ref><ref group="soluzione">Soluzione.</ref>

Oppure, nel caso di indovinelli in un dialetto:

*Indovinello in dialetto.<ref>Fonte</ref>
:''Indovinello in italiano.''<ref group="soluzione">Soluzione.</ref>

Esempio:

  • Tengo nu canestiello | chino 'e cunfettielle | cu' 'na nocca rossa 'mmiezo.[3]
Ho un canestrino | pieno di confettini. | con un fiocco rosa al centro.[soluzione 1]

Per far comparire le soluzioni nella sezione note, è necessario riportare il seguente codice nella sezione:

==Note==
<references/>

===Soluzioni===
<references group="soluzione" />

Anonimi

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Gli anonimi meritano un discorso specifico. Nelle voci di questa categoria vanno inserite quelle citazioni per le quali la fonte parla apertamente di attribuzione ad "anonimo", senza tuttavia catalogarle come proverbi.

La voce principale di questa categoria è Anonimo. Può essere tuttavia necessario scorporare talune citazioni in voce apposite nei casi in cui le fonti forniscano alcune specifiche in più. Se abbastanza numerose, le citazioni di "anonimi" possono essere raggruppate in base a:

Note

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  1. Fonte
  2. Citato in Pasqualigo, Tavola, cucina, vol. 3, pp. 75-89.
  3. Citato in Molinaro del Chiaro, pp. 68-69

Soluzioni

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  1. 'A vocca (La bocca).

Pagine correlate

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