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Wong Kar-wai

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Wong Kar-wai al Toronto International Film Festival 2008

Wong Kar-wai (1958 – vivente), regista, sceneggiatore e produttore cinematografico cinese.

Citazioni di Wong Kar-wai

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  • Mi piace molto la letteratura latinoamericana e ho sempre pensato che i latino-americani e gli italiani siano molto simili ai cinesi, specialmente le donne - gelosie, passione, valori familiari.
I like Latin American literature a lot and I’ve always thought Latin American, and Italian people are very close to Chinese, especially the women — jealousies, passion, family values.[1]
  • [Su Michelangelo Antonioni] Ci ha mostrato un modo diverso di fare cinema. Chiuse L'eclisse con un lungo montaggio senza protagonisti, solo la piazza vuota dove i personaggi si incontravano. Il luogo serviva da testimone e lui cambiò la prospettiva verso l'angolo del testimone. Questo mi è stato di grande ispirazione.[2]
  • [Su Hong Kong Express] Mi trovavo in piena fase di produzione di Ashes of time e ho pensato che sarebbe stato possibile girare, nei momenti di pausa, un altro film, in tempi molto veloci, meno di tre mesi… La struttura binaria del film è del tutto inconsapevole. All'inizio volevo raccontare tre storie, poi mi sono accorto che la prima storia costituiva da sola la metà del film e quindi mi sono limitato a raccontarne due. Scrivevo la sceneggiatura in funzione delle riprese. Si girava una scena e il giorno dopo scrivevo la successiva. Ho scelto due poliziotti ma volevo che il primo non portasse l'uniforme, mentre Brigitte Lin, con la sua apparenza così fredda e la parrucca bionda è anche lei, a mio avviso, in uniforme. Sono rimasto molto affascinato dall'altra attrice , Wang, la cameriera della seconda parte del film. Nella scena in cui incrocia Brigitte Lin, per me si tratta della stessa donna con dieci anni di scarto… Dal momento che sono abbastanza pigro per trovare nomi ai personaggi ho pensato di utilizzare dei numeri, cosa che dava una certa atmosfera. In fondo Kafka chiamava K. tutti i suoi protagonisti![3]

Citazioni su Wong Kar-wai

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  • Wong Kar-wai è stato come un maestro per me. Mi ha insegnato molti modi diversi di avvicinarmi alla recitazione, soprattutto la prima volta che ho lavorato con lui. Ricordo che fu molto importante per me. La prima volta che lo incontrai, eravamo in Argentina per girare Happy Together. Mi chiese di andare nel suo ufficio e mise un CD in un lettore CD e mi disse: "Immagina che questa canzone sia la tua canzone. Sei venuto da Taipei con questa canzone". Non avevo idea di cosa stesse parlando. Ricordando questo, mi rendo conto di quanto sia stato importante quel consiglio. In questi giorni cerco spesso riferimenti simili per le mie parti. Potrebbe essere un dipinto, un colore o un'immagine. Questo è il modo in cui Wong Kar-wai vede la recitazione. Lavorare con lui può essere anche astratto. Con Wong Kar-wai, in un certo senso balli con la telecamera, hai una relazione con essa. (Chang Chen)

Lezioni di cinema

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  • Scrivevo le sceneggiature ma detestavo scrivere. Ho quindi voluto essere regista così che un altro scrivesse le mie sceneggiature, ma non è successo: me le sono dovute scrivere da solo. (p. 137)
  • Ho sempre una sceneggiatura, ma non su carta. Forte della mia esperienza di sceneggiatore, ho un'idea precisa della storia e so come si deve svolgere: ce l'ho in testa ma non è né scritta né suddivisa precisamente in scene successive [...]. Alla fine, anche se giriamo senza copione, una volta terminato il film abbiamo una sceneggiatura, che è anche molto dettagliata. (p. 139)
  • Non faccio mai prove con gli attori, e il numero di ciak varia progressivamente. Quando iniziamo a girare dobbiamo trovare un ritmo: all'inizio è molto lungo e lento e facciamo fra dieci e dodici riprese per inquadratura. Poi, a mano a mano che andiamo avanti, che tutti vanno nella stessa direzione e che il ritmo diventa buono, si può procedere molto velocemente. (p. 140)
  • In realtà, penso continuamente a fare film. Ho sempre avuto voglia di riprese che fossero come il circo di una volta, permanentemente funzionanti: si succederebbero senza interruzione, come gli spettacoli di alcuni cinema o di alcune attrazioni da fiera. Si lavorerebbe in troupe e si girerebbe senza sosta. Sognavo di girare così dieci film in diciotto mesi, viaggiando. Perché, per me, l'ispirazione viene dai viaggi. [...] Mi piace molto girare film. È per questo motivo che le mie riprese durano così a lungo: mi innamoro dei film e non voglio abbandonarli... (p. 142)
  • Il tempo è il mio vero soggetto. Il privilegio del regista consiste nel controllare il tempo, cosa che nella vita reale è impossibile. Non si può né fermare il tempo né accelerarlo, mentre il regista può giocare con il tempo, trasformare un secondo in un'ora e ridurre un periodo di dieci anni a qualche secondo. È sicuramente l'aspetto più divertente della regia. (pp. 144-145)

Note

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  1. (EN) Dall'intervista di Anthony Kaufman, Decade: Wong Kar-wai on “In The Mood For Love”, indiewire.com, 6 dicembre 2009 .
  2. Citato in Stefania Ulivi, Wong Kar Wai: «Giro la mia prima serie tv sulla Shanghai anni'90», corriere.it, 21 novembre 2020.
  3. Citato in Federico Chiacchiari, Un sogno, o forse un insieme di sogni: "Hong Kong Express", sentieriselvaggi.it, 22 dicembre 2021

Bibliografia

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  • Gilles Jacob et al., Lezioni di cinema, traduzione di Rosa Pavone, Milano, Editrice Il Castoro, 2007. ISBN 9788880334286

Filmografia

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Altri progetti

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