Ziauddin Yousafzai

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Ziauddin Yousafzai nel 2013

Ziauddin Yousafzai (1967 – vivente), attivista pakistano.

Citazioni di Ziauddin Yousafzai[modifica]

Da Mia figlia, Malala

Ted.com, marzo 2014

  • In molte società patriarcali e tribali, di solito i figli conoscono i loro padri, ma io sono uno dei pochi padri che è conosciuto da sua figlia, e ne sono orgoglioso.
  • Io ho cinque sorelle, e nessuna di loro ha potuto andare a scuola, e rimarrete scioccati, due settimane fa, mentre stavo compilando il modulo per il visto canadese, e stavo compilando la parte del modulo riguardante la mia famiglia, non mi sono venuti in mente i cognomi di alcune delle mie sorelle. E il motivo è che non ho mai, mai visto i nomi delle mie sorelle su nessun tipo di documento. Questo è il motivo per cui ho valorizzato mia figlia. Quello che mio padre non ha potuto dare alle mie sorelle e alle sue figlie, ho pensato di doverlo cambiare.
  • Ho insegnato alle mie ragazze, ho insegnato alle mie studentesse, di disimparare la lezione sull'obbedienza. Ho insegnato ai miei studenti maschi a disimparare la lezione sul cosiddetto pseudo-onore.
  • Noi aspiravamo a più diritti per le donne, ed avevamo difficoltà ad avere sempre più spazio per le donne nella società. Ma ci siamo imbattuti in un fenomeno nuovo. È stato letale per i diritti umani particolarmente per i diritti delle donne. È stato chiamato Talebanizzazione. Significa una negazione completa della partecipazione delle donne in ogni tipo di attività politica, economica e sociale. Centinaia di scuole sono state perse. Alle ragazze non era permesso andare a scuola. Alle donne è stato imposto di indossare veli ed è stato impedito loro di andare nei mercati. I musicisti sono stati messi a tacere, le ragazze venivano frustate e i cantanti sono stati uccisi. In milioni soffrivano, ma solo pochi parlavano, e questa era la cosa più spaventosa quando sei circondato da persone che uccidono e frustano, e vuoi far valere i tuoi diritti. È davvero la cosa più spaventosa.
  • Alcune persone mi chiedono, cosa c'è di speciale nel mio insegnamento che ha reso Malala così audace, così coraggiosa e così aperta e composta? Rispondo loro, non chiedetemi cos'ho fatto. Chiedetemi cosa non ho fatto. Non le ho tarpato le ali, tutto qui.

"Sono diventato una persona che odia tutte le ingiustizie"

The Guardian, riportato in It.gariwo.net, 16 novembre 2018

  • Ero scuro di pelle, non provenivo da una famiglia ricca, avevo problemi di balbuzie, così venivo bullizzato da alcuni miei compagni di classe e dai miei cugini, e mi sentivo molto infelice e arrabbiato. Sono diventato una persona che odia tutti i tipi di discriminazione e di ingiustizia sociale, che sia per il colore della pelle di qualcuno o per un suo difetto o inabilità fisica o per lo status sociale. Sono diventato molto consapevole di tutte queste discriminazioni, e una delle peggiori era quella tra ragazzi e ragazze. Ed ecco perché la missione della mia vita è diventata di lottare per i diritti delle donne, per l'educazione delle ragazze, per la capacità delle ragazze di trovare ed esprimere delle risorse al di là delle proprie condizioni di salute o familiari.
  • I talebani erano così terribili e crudeli. È stato il periodo peggiore per tutti noi e specialmente per coloro, come me, che si erano esposti contro i talebani, parlando contro il divieto dell'istruzione delle ragazze, condannando i bombardamenti e le chiusure delle scuole. Ho passato alcune notti a casa di un mio amico perché non volevo essere ucciso di fronte alla mia famiglia.
  • Non è mai perfetta, in nessun Paese lo è – ogni Paese deve lottare per la pace esterna e interna. Perfino quest'anno, quando siamo andati in Pakistan, è stata una decisione di Malala. Io dicevo di aspettare. Lei mi ha detto: "Aba, non ci sarà mai un tempo perfetto per tornare. Andiamo. Dobbiamo andare". Ero così fiero di lei. Ho detto: "Ok, sono tuo padre, sarà molto difficile se vai per conto tuo e io e la famiglia non siamo con te". Così lei ci ha portati tutti indietro in Pakistan e spero che lo farà ancora.

Libera di volare[modifica]

Incipit[modifica]

Molte persone, con il cuore colmo di amore e gentilezza, mi chiedono: «Qual è stato il momento in cui ti sei sentito orgoglioso, Ziauddin?». Forse mi stanno sollecitando a rispondere: «Quando Malala ha ricevuto il premio Nobel per la pace, ovviamente»; oppure: «Quando ha parlato per la prima volta alle Nazioni Unite, a New York»; o anche: «Quando ha conosciuto la regina d'Inghilterra».
Malala è onorata e rispettata nel mondo intero, ma mi è impossibile rispondere a questa domanda perché non la riguarda davvero come figlia mia, bensì in quanto personalità pubblica di grande influenza. Il suo avere parlato con una regina o un capo di stato dovrebbe forse rendermi più fiero del suo avere vinto un premio Nobel? Non sono in grado di stabiliro.
La mia risposta a questa domanda è invece: «Malala i riempie di orgoglio ogni singolo giorno», e lo dico con la massima sincerità. La mia Malala è tanto la ragazza che al tavolo della colazione mi fa ridere con il suo umorismo tagliente, ben più acuto del mio, quanto la ragazza che per gran parte della vita ha frequentato una semplice scuola di strada a Mingora, in Pakistan, e che si è dimostrata più forte dei talebani.

Citazioni[modifica]

  • Vengo da una terra in cui le donne mi hanno servito per tutta la vita, da una famiglia in cui il mio genere mi rendeva speciale. Ma io non volevo essere speciale per quel motivo. (p. 17)
  • A mio parere il che beviamo in Pakistan è il più squisito del mondo. È bollente, dolce e macchiato con il latte, e ora che vivo in Inghilterra posso dire che non somiglia affatto al rinomato tè inglese, che confesso di non riuscire a bere. (p. 18)
  • Mentre abitavo in Pakistan ho visto le mie idee cambiare per basarsi maggiormente sull'amore, sul decoro e sull'umanità. Desideravo semplicemente, e continuo a desiderare, che in ogni angolo della Terra le ragazze vengano trattate con amore e accolte a braccia aperte. Volevo e voglio ancora la fine del patriarco, di un sistema di idee creato dall'uomo che prospera grazie alla paura, che traveste la sopraffazione e l'odio da principi fondamentali della religione, e che nel profondo manca di comprendere la bellezza che tutti troveremmo nel vivere in una società autenticamente paritaria. (p. 22)
  • Noi pashtun siamo una razza abituata alle faide. I figli maschi stanno a significare che un uomo dispone di un esercito. Le lotte e i conflitti, solitamente verbali, erano frequenti. Se i padri combattevano contro i propri fratelli, anche i figli di costoro combattevano e gareggiavano. Se gli zii erano in guerra, i cugini andavano loro dietro. (p. 30)
  • Idealmente dovremmo essere buoni con tutti coloro che sono buoni con noi, e se invece sono cattivi con noi dovremmo cercare di reagire con la bontà. Ma credo che il nostro rapporto con i genitori debba andare oltre tutto ciò. Valutarlo in termini di obbedienza implicherebbe che dobbiamo fare ciò che loro desiderano. Io non la penso così, ma ritengo che il rispetto sia importante. Se serve un cambiamento nei nostri genitori lo si può incoraggiare in maniera rispettosa e positiva. (p. 51)
  • Quando prendi posizione contro la corruzione statale, il razzismo, o le dittature o i regimi brutali come quello dei talebani, servono un grido improvviso, un pianto improvviso, una rabbiosa protesta improvvisa, come i potenti comizi di Martin Luther King, le forti voci femminili della campagna #MeToo o la voce di Malala nella sua campagna per l'istruzione femminile. (p. 52)
  • Nella nostra società i matrimoni richiedono di essere combinati e richiedono il consenso delle rispettive famiglie, il che spesso è più importante del fatto che la sposa sia d'accordo. Per la mia generazione, nel Pakistan settentrionale, una ragazza dovrebbe essere davvero coraggiosa per opporsi al volere del padre e dei fratelli. (p. 55)
  • Sono convinto che le norme sociali somiglino a catene che ci rendono schiavi. Stiamo bene in quella schiavitù e quando spezziamo le catene l'iniziale senso di liberazione può anche risultare scioccante, ma non appena cominciamo ad assaporare la libertà percepiamo fin nel profondo dell'anima quanto sia appagante. (p. 58)
  • Sono convinto che i figli imparino da ciò che facciamo, non da ciò che insegniamo. (p. 67)
  • I sogni dei tuoi genitori possono diventare un fardello. (p. 71)
  • Quando i sogni dei genitori per i propri figli vanno contro i desideri di questi ultimi, quando minacciano di cancellare la felicità del presente, rischiano di violare i diritti fondamentali di ogni bambino. Noi genitori siamo convinti di essere più saggi, di poter decidere per il meglio, ma non abbiamo sempre ragione. (p. 78)
  • Ogni padre è stato un figlio, a suo tempo, ma i padri possono dimenticare di essere stati figli. (p. 78)
  • Per un brevissimo periodo desiderai la guerra contro gli infedeli e desiderai di morire combattendo. Volevo diventare un martire perché era ciò che mi stavano insegnando con la stessa passione e convinzione con cui io ho sempre insegnato nella vita, ma in direzione dell'amore. (pp. 87-88)
  • Sono convinto che quando ridi di te stesso diventi più umano e dimostri ai tuoi figli che va benissimo, nella vita, avere dei momenti di debolezza e accettarli come normali. (p. 92)
  • In Pakistan non esiste la tradizione di invitare gli amici a dormire a casa propria. (p. 94)
  • Una miriade di donne in tutto il mondo si sente ripetere sin dalla nascita che gli uomini sono più importanti. Arriva il momento in cui devono smettere attivamente di credere a tutto ciò e reclamare quanto spetta loro di diritto. (p. 99)
  • Secondo un detto pashtun, la ragazza più onorevole del villaggio - in altre parole la «migliore» - tiene sempre lo sguardo fisso a terra, persino quando il suo villaggio è in fiamme. (p. 100)
  • Le interpretazioni errate del Santo Corano che reprimono le donne rappresentarono il modo in cui i talebani attirarono inizialmente alcune seguaci, perché giocarono sul perenne desiderio delle donne di diventare musulmane migliori. (p. 104)
  • Credo che non ci sia nulla di sbagliato nel fatto che ragazzi e uomini capiscano di avere la responsabilità di contribuire all'uguaglianza. Quando uomini e ragazzi sono consapevoli di cosa devono affrontare le donne, quando prendono provvedimenti per facilitare la vita a donne e ragazze, ciò non significa essere paternalistici verso queste ultime ma piuttosto offrire un indispensabile sostegno, basato su valori di decenza e umanità. (p. 105)
  • Credo sia la gentilezza ciò che distingue noi esseri umani dalle altre creature viventi. Vediamo combattimenti fra cani e belve feroci che si sbranano a vicenda nella giungla, pesci grossi che mangiano pesci più piccoli, ma quando gli esseri umani agiscono con odio e violenza come facevano i talebani spetta a noialtri andare avanti, cercare di vivere in modo compassionevole e affettuoso, gettando la disumanità nelle tenebre. (p. 108)
  • In Pakistan i delitti d'onore sono contro la legge, anche se nelle zone rurali è una legge che apparentemente viene a stento applicata. (p. 113)
  • Per alcuni uomini credere nell'empowerment delle donne è imbarazzante o vergognoso. Ci sono molti uomini pronti a pensare in modo diverso al futuro delle loro figlie, ma alcuni incoraggiano la libertà delle figlie senza ammettere il cambiamento in loro stessi. Sono per l'uguaglianza, eppure non alzano la voce per difenderla. Bisogna farlo invece perché ancora oggi la misoginia è ovunque. Talvolta è nelle barzellette, talvolta in sottili commenti fortuiti, ma arriva tutto dallo stesso luogo: un luogo in cui le donne non sono considerate eguali. (p. 113)
  • Malala non ha radunato un esercito, non ha alzato un fucile. Ha alzato la propria voce, e questo è un suo diritto. (p. 118)
  • In Pakistan succede una cosa strana: alcune donne, come la defunta Benazir Bhutto, figlia di Zulfiqar Ali Bhutto, e Maryam Nawaz Sharif, figlia del tre volte primo ministro Nawaz Sharif, sono celebrate da uomini patriarcali, ma queste donne appartengono alla classe d'élite. Sono ammirate dalla gente comune, celebrate da uomini di alto lignaggio e uomini normali. Questi uomini si uniscono ai partiti politici di queste grandi donne e le rispettano, ma non credono alle proprie figlie, ragazze di umili origini che vivono in stanze senza domestici e vengono deposte in culle di seconda mano. Questi uomini perdono fiducia nella loro stessa stirpe. In Pakistan è un atto una lotta di classe così come una lotta per l'uguaglianza. Chiedo a questi uomini: «Se accettate Benazir Bhutto come Benazir Bhutto, perché non riuscite ad accettare ragazze normali come Lubna, Kalsum e Saba? Perché non riuscite a sognare per ragazze normali nella vostra stessa casa? Avete queste grandi donne accanto a voi, sedute al vostro focolare». (p. 130)
  • Non si può «creare» una Malala, non si può «creare» un Martin Luther King o una Rosa Parks. Come genitore l'unica cosa che puoi fare è ispirarli con le tue azioni, con i tuoi valori. (p. 148)
  • Il Pakistan è un paese pieno di complotti. I detrattori sostenevano che la lotta di Malala fosse in realtà la mia, che la sua voce fosse la mia voce. Ma se io avessi voluto rendere Malala un mio prolungamento, parte di me, parte della mia «campagna», credo che lei sarebbe rimasta molto piccola, non sarebbe diventata più grande di me in termini di impatto, non mi avrebbe messo completamente in ombra. Il modo in cui riusciva a comunicare era magnifico, rappresentava la chiave del suo successo. (p. 149)
  • Le armi possono portare un potere immediato o un cambiamento immediato, ma non duraturo. Il cambiamento duraturo è quello per cui ti batti, in cui credi. (p. 157)
  • [Su Benazir Bhutto] Era una donna forte che ha ricevuto un'istruzione ed è diventata la prima donna primo ministro del nostro paese, due volte. È stata anche esiliata, e alla fine uccisa per le sue convinzioni. Malala la considerava un talento perduto, una donna intelligente e forte che è stata uccisa per quello in cui credeva. (p. 159)
  • Quando gli uccellini nascono non sanno volare. Hanno l'istinto di farlo ma nessuna pratica, quindi osservano la madre, che lascia spesso il nido, volando poi avanti e indietro per lasciar cadere il cibo nei loro becchi. L'uccellino comincia a sentirsi un po' più audace e, vedendolo, la madre si allontana più spesso in modo che sia incoraggiato a uscire dal nido, sul ramo, per cercare il cibo. Lui cade a terra con un tonfo quando cerca di sollevare le alo, ma mamma uccello non si lascia prendere dal panico. Continua a volare, ancora e ancora, e piano piano l'uccellino impara a imitarla. Anche dopo che l'ha fatto un paio di volte, il volo non è facile né immediato. No. Lui deve esercitare i muscoli delle ali in modo da poterle sbattere con più forza. E per tutto il tempo la madre lo guarda, rafforzando il messaggio dello sbattere le ali con il suo stesso volo. E poi, un giorno, l'uccellino spicca un balzo dal ramo e sbatte le ali tanto energicamente da riuscire a librarsi senza sforzo nell'aria. È il momento in cui si rende conto di poter volare ovunque desideri. Mamma uccello non impedisce mai che questo succeda; sarebbe una pessima mamma uccello, se lo facesse. (pp. 168-169)

Explicit[modifica]

"I giorni brutti sono passati", pensai. "Jani è tornata nel suo paese e il popolo la sostiene. Lei proseguirà con la sua campagna per ogni ragazza in ogni villaggio, città e paese, per i 130 milioni di ragazze che non vanno a scuola."
E forse, un giorno, riusciremo tutti a tornare a casa, finalmente.

Citazioni su Ziauddin Yousafzai[modifica]

Malala Yousafzai[modifica]

  • Come dice mio padre, siamo gli esuli trattati meglio al mondo, in una bella casa, con tutto ciò di cui abbiamo bisogno, eppure daremmo qualsiasi cosa per la nostra patria.
  • Con il suo amore mi ha fatto da scudo davanti a tutte le cose brutte e malvagie che mi circondavano. Sono cresciuta felice e sicura di me persino in una società che non forniva certo le prospettive migliori per il mio futuro come donna.
  • Da quando lo conosco è la personificazione dell'amore, della compassione e dell'umiltà. Mi ha insegnato l'amore non solo con le parole ma anche con il suo affetto e la sua gentilezza.
  • Il padre che mi ha cresciuta è rimasto uguale. È un idealista. Oltre a essere un insegnante è un poeta. A volte penso che viva in un mondo romantico, un mondo fatto di amore per gli amici, per la famiglia e per tutti gli esseri umani.
  • Mio padre dice che il problema è che Mohammad Ali Jinnah trattò per noi una questione di territorio, ma non ebbe la possibilità di trasformarlo in un vero stato.

Bibliografia[modifica]

Voci correlate[modifica]

Altri progetti[modifica]