Cvetan Todorov
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Cvetan Todorov (1939 – 2017), filosofo bulgaro.
Citazioni di Cvetan Todorov
[modifica]- Appartenere a una comunità è, certamente, un diritto dell'individuo, ma in nessun modo un dovere; le comunità sono benvenute nel seno della democrazia, ma solo a condizione che non generino disuguaglianze e intolleranza.[1]
- [Sul fantastico] Esso esige che siano soddisfatte tre condizioni. In primo luogo, occorre che il testo obblighi il lettore a considerare il mondo dei personaggi come un mondo di persone viventi e ad esitare tra una spiegazione naturale e una spiegazione soprannaturale degli avvenimenti evocati. In secondo luogo, anche un personaggio può provare la stessa esitazione; in tal modo la parte del lettore è per così dire affidata a un personaggio e l'esitazione si trova ad essere, al tempo stesso, rappresentata, diventa cioè uno dei temi dell'opera. Nel caso di una lettura ingenua, il lettore reale si identifica con il personaggio. È necessario infine che il lettore adotti un certo atteggiamento nei confronti del testo: egli rifiuterà sia l'interpretazione allegorica che l'interpretazione «poetica». La prima e la terza condizione costituiscono veramente il genere; la seconda può non essere soddisfatta. Tuttavia la maggior parte degli esempi le rispetta tutte e tre.[2]
- Il viaggiatore aveva un pregiudizio favorevole nei confronti di popoli di contrade lontane e cercava di descriverli ai suoi compatrioti; [...] ora l'uomo moderno è incalzato. Il turista farà quindi, un'altra scelta: le cose, e non più gli esseri umani, saranno oggetto della sua predilezione: paesaggi, monumenti, rovine… Il turista è un visitatore frettoloso… non solo perché l'uomo moderno lo è in generale, ma anche perché la visita fa parte delle sue vacanze e non della sua vita professionale; i suoi spostamenti all'estero sono limitati entro le sue ferie retribuite. La rapidità del viaggio costituisce già una ragione della sua preferenza per l'inanimato rispetto all'animato: la conoscenza dei costumi umani, diceva Chateaubriand, richiede tempo. Ma c'è un'altra ragione per questa scelta: l'assenza di incontri con soggetti differenti, è molto riposante, poiché non mette mai in discussione la nostra identità; è meno pericoloso osservare cammelli che uomini.[3]
- Le pagine meno gloriose del nostro passato sarebbero le più istruttive se solo accettassimo di leggerle per intero.[4]
- Il progresso tecnologico non comporta una superiorità sul piano dei valori morali e sociali (né una condizione di inferiorità).[5]
- È sotto l'effetto della paura che si compiono i gesti più inammissibili.[6]
- Quando mi chiedono perché amo la letteratura, mi viene spontaneo rispondere: perché mi aiuta a vivere.[7]
Todorov: no alla barbarie planetaria
Intervista di Daniele Zappalà, Avvenire, 29 aprile 2009.
- L'Europa resta forse la parte del pianeta con la più forte concentrazione di diverse identità nazionali ed etniche. Si può pensare che storicamente questa è già stata una delle fonti del dinamismo europeo.
- La civiltà coincide con un atteggiamento morale che non è mai acquisito in modo definitivo, né da parte di un individuo, né da parte di un popolo.
- La tolleranza è una virtù, a condizione che sia chiaro in partenza lo zoccolo duro di ciò che è considerato come intollerabile.
- Le epoche più gloriose nella storia di ogni cultura sono quelle di apertura verso gli altri popoli.
L'uomo spaesato
[modifica]- Il passato è fruttuoso non quando serve a nutrire il risentimento o il trionfalismo ma quando il suo gusto amaro ci porta a trasformarci. (p. 49)
- Quando ero in Bulgaria una delle domande che io e i miei amici ci ponevamo con più insistenza era perché i grandi artisti e scrittori dell'Occidente non ci aiutavano come era possibile che tanti di loro – i Sartre e i Montand – non esprimessero alcuna compassione per la nostra triste condizione o, peggio, appoggiassero apertamente gli odiosi dirigenti, se non erano neppure iscritti al Partito. (p. 63)
- I «semiti» non costituiscono una razza visibile, l'antisemita si contenta di associare una serie di caratteristiche sociali (come la religione o il mestiere, o un certo modo di praticarli), ma nei periodi di antisemitismo feroce cerca di farli coincidere con caratteristiche fisiche visibili, come è facile constatare per esempio nell'iconografia propagandistica di Vichy. (p. 95)
- Che cos'è un intellettuale? Per parte mia limitò l'uso di questa parola nel modo seguente: è uno studioso o un artista (categoria che include anche gli scrittori) che non si accontenta di fare opere scientifiche o di creare opere d'arte, di contribuire dunque al progresso della verità o allo sviluppo del bello, ma che si sente anche toccato dal problema del bene pubblico. Dei valori della società in cui vive e che partecipa quindi al dibattito su quei valori. L'intellettuale, secondo questa definizione, si situa a uguale distanza dall'artista o dallo studioso che non si preoccupa della dimensione politica ed etica del suo lavoro, come dal politico e dal propagandista di professione, che non produce alcuna opera. (p. 99)
- Una delle mie vicine di casa a Sofia credeva che tutto quello che sentiva alla radio fosse menzognero, in quanto propaganda; prendeva l'ombrello ogni volta che era previsto il bel tempo. Inutile dire che si sbagliava almeno quanto i meteorologi ufficiali (ma per altre ragioni). (p. 153)
Note
[modifica]- ↑ Da Memoria del male, tentazione del bene. Citato in Raffaele Carcano, Adele Orioli, Uscire dal gregge, Luca Sossella editore, 2008, p. 191. ISBN 9788889829646
- ↑ Da La letteratura fantastica, cap. 2, Definizione del fantastico, § Seconda definizione del fantastico, più esplicita e più precisa, traduzione di Elina Klersy Imberciadori, Garzanti, Milano, 1977, p. 34.
- ↑ Da Noi e gli altri, L'Esotico, Torino, 1991.
- ↑ Citato in Laura Centemeri, Ritorno a Seveso: il danno ambientale, il suo riconoscimento e la sua riparazione, Bruno Mondadori, 2006, p. 1.
- ↑ Da La conquista dell'America, Einaudi, Torino, 1992, p. 306.
- ↑ Dall'intervista a www.euronews.net.
- ↑ Da La letteratura in pericolo, Garzanti Libri, 2008.
Bibliografia
[modifica]- Tzvetan Todorov, L'uomo spaesato, Donzelli, Roma, 1997
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