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Brigantaggio

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Il brigante Franceschiello

Citazioni sul brigantaggio.

Citazioni

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  • Chi negherà che le popolazioni dell'Italia meridionale non fossero migliori, perché meglio governate, nel 1860 che non lo sieno al giorno d'oggi? Allora, appena si sospettava il brigantaggio, e non v'erano prefetti, non gendarmi, non birri. Oggi all'incontro con quell'immensità di satelliti che minano le finanze dell'Italia, esiste nella parte meridionale della penisola l'anarchia, il brigantaggio e la miseria. Povere popolazioni! (Giuseppe Garibaldi)
  • [Sulla guerra al brigantaggio in Calabria] Ci fu, è vero, una commissione parlamentare d'inchiesta, ma molti dei suoi atti furono occultati. Doveva passare una sola versione: che si trattava di una rivolta di briganti analfabeti armati dai Borbone e dallo Stato Pontificio. (Luigi Guarnieri)
  • Come ogni guerra civile, anche quella tra piemontesi e briganti è stata raccontata dal vincitore. Che però, a differenza del solito, non ha potuto vantarsene: si preferì nascondere o addirittura distruggere i documenti, perchè non fossero accessibili neppure agli storici. Anche chi aveva vinto uscì da quella tragica prova fratricida con un terribile bagaglio di dolori e sofferenze, ma non poté raccontare il proprio sacrificio e celebrarlo. Né, tantomeno, ha potuto riconoscere quello degli sconfitti. Perciò il brigantaggio postunitario è stato, lungo il secolo e mezzo di storia nazionale, poco più di una parentesi della quale si sono perse le tracce, quasi un incubo da rimuovere e censurare, una pagina vuota, una tragedia senza narrazione. I briganti scontano, oltre alla sconfitta, anche il destino della damnatio memoriae. A loro, non spetta l'onore delle armi. (Giordano Bruno Guerri)
  • Fino all'avvento della Sinistra al potere, Lo stato italiano ha dato il suffragio solo alla classe proprietaria, è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e a fuoco l'Italia meridionale e le isole, crocifiggendo, squartando, seppellendo vivi i contadini poveri che gli scrittori salariati tentarono infamare col marchio di «briganti». (Antonio Gramsci)
  • I militari solitamente così avari di immagini, rivelano un'improvvisa prodigalità fotografica durante la repressione del brigantaggio, negli anni successivi all'incontro di Teano. Ecco che d'un tratto l'impassibilità distante e oggettuale, la veduta silente, sono messe da parte, e i cadaveri prima nascosti vengono ostentati. Ufficiali e soldati collaborano a mettere in posa i fucilati davanti all'obiettivo, organizzano messe in scena in cui gli ancora vivi recitano la parte del brigante. Una folla di contadini meridionali e centrali si affaccia in questo modo macabro alla storia della nazione. (Giulio Bollati)
  • I reazionarii delle due Sicilie si battono sotto un vessillo Nazionale, voi potete chiamarli Briganti, ma i padri e gli Avoli di questi hanno per ben due volte ristabiliti i Borboni sul Trono di Napoli, ed ogni qual volta la Dinastia legittima è stata colla violenza cacciata, il Napoletano ha dato tanti briganti, da stancare l'usurpatore e farlo convincere che, nel Regno delle Due Sicilie, l'unico Sovrano che possa governare, dev'essere della Dinastia BORBONICA, perché in questa Famiglia Reale soltanto si ha fede, e non in altri. Dicano quel che vogliano i nemici dei Borboni, ma la mia convinzione è questa, ed è basata sull'esperienza del passato e sui fatti che attualmente si compiono. (Giuseppe Ferrari)
  • Il disegno, che, ottenuta l'approvazione del senato, divenne legge, portò la dichiarazione esplicita della temporaneità: «Fino al 31 dicembre, corrente anno (1863), nelle province infestate dal brigantaggio, e che saranno dichiariate tali con decreto reale, i componenti comitiva o banda armata, composta almeno di tre persone, la quale vada scorrendo le pubbliche vie, o le campagne, per commettere crimini o delitti, ed i loro complici, saranno giudicati dai tribunali militari». Mantenuta la fucilazione, la pena era di venti anni di lavori forzati in concorso di circostanze attenuanti, pena che si estendeva ai ricettatori, o somministratori di viveri, notizie, aiuti di ogni maniera. Si diminuiva la pena a chi si costituiva volontariamente fra un mese dalla pubblicazione della legge, dando facoltà al governo di prolungare tal termine. (Gaetano Arangio-Ruiz (1857-1936))
  • La guerra contro il brigantaggio, insorto contro lo Stato unitario, costò più morti di tutti quelli del Risorgimento. Abbiamo sempre vissuto dei falsi: il falso del Risorgimento che assomiglia ben poco a quello che ci fanno studiare a scuola. (Indro Montanelli)
  • La lotta contro il brigantaggio è stata qualche cosa di orribile. Il regio esercito, i regi carabinieri, i regi bersaglieri si sono comportati veramente come un esercito coloniale. E queste cose vanno dette, vanno insegnate a scuola. (Franco Cardini)
  • [Sulla lotta al brigantaggio] Pulizia etnica. [Settecentomila vittime tra] Banditi, patrioti, ragazzotti, donne incinte, bambini, vecchi. (Lorenzo Del Boca)
  • Quando le strade comunali, provinciali, e ferrovie metteranno i Calabresi in facili comunicazioni tra loro e con le altre genti d'Italia, allora si scioglierà quell'antica lotta chiusa in ogni paesello tra il proprietario sempre usuraio lì, e il proletario sempre debitore, si ammansirà quell'odio per oltraggi antichi che è la vera cagione del brigantaggio. (Luigi Settembrini)
  • Si sostenne, oltre alle guerre, la lunga e dolorosa guerriglia del brigantaggio, inacerbitosi nell'Italia meridionale, come di solito nelle rivoluzioni e nei passaggi di governo, e che fu domato finalmente e per sempre: cosicché la parola 'brigantaggio' poté a poco a poco dissociarsi dal nome del paese d'Italia, al quale era stata congiunta forse più che ad altra parte di Europa, almeno nei tempi moderni. (Benedetto Croce)
  • Una lunga traccia di sangue, d'incendi, d'ogni maniera d'infamie, segna il cammino tenuto da ciascuna delle bande [di briganti] introdottesi dalla frontiera romana[1]. Peroché questa nuova razza di crociati, assai più cari a' preti che gli antichi, sono pur sempre le più feroci a un tempo e le più sozze belve che siensi mai viste in figura di uomini. Le loro gesta anche in questo ultimo anno sono state tali, che la semplice uccisione degli uomini, l'arsione di semplici villaggi, le storsioni[2] non accompagnate da straordinarie sevizie, non portano più il pregio di venir ricordate. (Raffaele Andreoli)
  • Giudicato da un punto di vista storico, nel complesso del Risorgimento italiano, il brigantaggio non può essere difeso.
  • I briganti difendevano, senza ragione e senza speranza, la libertà e la vita dei contadini, contro lo Stato, contro tutti gli Stati. Per loro sventura si trovarono ad essere inconsapevoli strumenti di quella Storia che si svolgeva fuori di loro, contro di loro; a difendere la causa cattiva, e furono sterminati. Ma, col brigantaggio, la civiltà contadina difendeva la propria natura, contro quell'altra civiltà che le sta contro e che, senza comprenderla, eternamente la assoggetta: perciò, istintivamente, i contadini vedono nei briganti i loro eroi.
  • I contadini lucani nella loro secolare storia hanno avuto tre guerre collocate nel tempo, la prima delle quali fu contro i greci che conquistarono queste terre. Da un lato c'erano gli eserciti organizzati degli Achei con le loro armi; dall'altro i contadini con le loro scuri, le falci e i coltelli. La seconda guerra fu quella contro i Romani che permise la diffusione della teocrazia statale con tutte le sue incomprensibili leggi. Infine la terza e ultima fu quella dei briganti: i contadini non avevano cannoni come "l'altra Italia" che li stava sottomettendo, ma avevano la rabbia dovuta alla povertà, all'emigrazione, all'ingiustizia sociale che il nuovo stato savoiardo stava perpetrando nelle terre meridionali.
  • Il brigantaggio non è che un accesso di eroica follia, e di ferocia disperata: un desiderio di morte e distruzione, senza speranza di vittoria.

Note

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  1. Confine tra Stato Pontificio e Regno delle Due Sicilie.
  2. Estorsioni.

Voci correlate

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Altri progetti

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