Coppa Intercontinentale 1985 (calcio)

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La copertina del settimanale argentino El Gráfico dedicata alla Coppa Intercontinentale 1985

Citazioni sulla Coppa Intercontinentale 1985.

  • [Telecronaca durante la cerimonia di premiazione] Al Liverpool succede nella conquista... all'Independiente succede nella conquista della Coppa Intercontinentale la formazione della Juventus di Torino. Ecco la premiazione: Cabrini, che veste la maglia del suo avversario Castro, e Brio solleva l'altro trofeo, il grande trofeo della casa Toyota. È l'apoteosi finale per questi due atleti che hanno duramente combattuto e che hanno la soddisfazione di tornare a casa vincitori. [...] Non sempre rimangono i battuti sul campo: dobbiamo quindi dire un grazie non solo alla Juventus ma anche alla formazione sudamericana, all'ex squadra di Diego Maradona, per avere onorato lo spettacolo e averci consentito la visione di una gara di alto valore. (Giuseppe Albertini)
  • Con la Juve ho giocato più di 200 partite e per tre anni di fila non ho saltato una gara. Ho vinto tutto, ho pure fatto due gol che per me erano una rarità: uno a Udine nel 1985, l'altro a Torino contro il Pescara nel 1987. Quando abbiamo vinto l'Intercontinentale a Tokyo contro l'Argentinos Junior, ai rigori dopo i tempi regolamentari finiti 2-2, per me è stata una soddisfazione enorme, ero arrivato fin lì ed era qualcosa che non mi sarei mai aspettato. Il figlio di contadini che vinceva il titolo mondiale per club. Praticamente era come se volassi a un palmo da terra, non credevo a quello che stavo vivendo. (Luciano Favero)
  • [Durante il secondo tempo della telecronaca, a Roberto Bettega] Dai, ti dico una cosa: che mi dispiace che si avvicini la fine. (Giuseppe Albertini)
  • Questa coppa ha due campioni: la Juventus, che se la portò via legittimamente, e l'Argentinos Juniors, che la perse strabrillando per il suo gioco... (Aldo Proietto)
  • Sette mesi dopo aver conquistato l'Europa, la Juve era a Tokyo, ad affrontare l'Argentinos Juniors, per il titolo mondiale per club. Uno spettacolo nonostante il pareggio 2-2 dopo i tempi regolamentari. L'arbitro tedesco Roth ha annullato un gol a Platini, una delle maggiori ingiustizie mai viste in qualsiasi campo di gioco al mondo. Il centrocampista francese aveva ricevuto un pallone nei pressi dell'area, fatto un sombrero a due avversari e calciato al volo a lato del portiere argentino Vidallé. Ai calci di rigore, tuttavia, è stata fatta giustizia, con la Juve che ha vinto per 6 reti a 5. Meritatamente, la Vecchia Signora è diventata campione del mondo, un titolo che si attaglia alla migliore squadra della prima metà degli anni '80.[1] (Da Placar, ottobre 1991)
  • Tokyo era il punto di arrivo di una generazione di giocatori che avevano vissuto insieme anni bellissimi. Avevamo vinto tutto e ci mancava solo di conquistare la Coppa del mondo per club. Quel giorno c'era a Tokyo anche il figlio dell'Avvocato, Edoardo. Era una partita decisiva. Arriva un arbitro che mi annulla quel gol. Quel gol: palla fatta passare sulla testa del difensore e tiro al volo nell'angolo. L'avrei ammazzato. Quel gesto era un atto di disperazione. Che faccio: gli vado addosso, gli rifilo due sberle, lo ammazzo, lo strangolo? Mi faccio espellere e lascio la squadra in dieci? Ma come, mi annulli un gol così, nella finale della Coppa del mondo? Sono quei gol che già se ti vengono in allenamento... Ma in una finale... Come quello di Van Basten nella partita decisiva dell'Europeo 1988. Sono reti che girano il mondo, che restano nella storia. Quel giorno faccio un gol così bello e tu me lo annulli per un fuorigioco passivo segnalato da un guardialinee di Singapore? Era da ammazzarlo. Mi sono sdraiato a terra, mi sono appoggiato su un gomito, l'ho guardato. Era un gesto di protesta non violenta. Non era per la televisione, era pura disperazione. (Michel Platini)
  • Tokyo, 8 dicembre 1985. Di questa partita ricordo tutto, è stata sicuramente una delle più belle – tenuto conto del valore che aveva – alle quali abbia avuto la fortuna di assistere. Una sorta di godimento assoluto, anche per gli juventini che l'avranno vissuta con il cuore in gola, com'è comprensibile. Una partita da riproporre spesso a scopo didattico, una sintesi di tutto quello che il calcio può offrire: goal, emozioni, finezze tecniche, errori, tensioni. Una di quelle partite che non si vorrebbero mai veder concluse. (Vladimiro Caminiti)
  • Tokyo, 8 dicembre 1985, finale di Coppa Intercontinentale. Juventus contro Argentinos Junior. Quel giorno un arbitro demente ha annullato a Platini il più bel gol della storia. (Pietro Sermonti)
  • Una gara indimenticabile.[2] (Da El Gráfico, 10 dicembre 1985)

Note[modifica]

  1. [orig.] (PT) Sete meses depois da conquistar a Europa, a Juve estava em Tóquio, enfrentando o Argentinos Juniors, pelo título mundial interclubes. Um show, apesar do empate de 2 x 2 no tempo regulamentar. O juez alemão Roth chegou a anular um gol de Platini, uma das maiores injustiças já vistas na qualquer campo do mundo. O meia francés recebeu a bola na entrada da área, deu um lençou em dois adversários e chutou de sém-pulo no canto do goleiro argentino Vidallé. Nos pênaltis, porém, fez-se justiça, con a Juve ganhando de 6 x 5. Merecidamente, a Velha Senhora era campeã do mundo, um título sob medida para o melhor time da primeira metade da década de [19]80. Citato in Os Esquadrões: Juventus, Placar, n° 1064, ottobre 1991, p. 35, ISSN 0104-1762.
  2. [orig.] (ES) Un partido inolvidable. Citato nella copertina della rivista argentina El Gráfico, n° 3453, 10 dicembre 1985.

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