La cena delle beffe (film)

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La cena delle beffe

Descrizione di questa immagine nella legenda seguente.

Amedeo Nazzari in una sequenza del film

Titolo originale

La cena delle beffe

Lingua originale italiano
Paese Italia
Anno 1942
Genere drammatico, storico
Regia Alessandro Blasetti
Soggetto Sem Benelli (La cena delle beffe)
Sceneggiatura Alessandro Blasetti, Renato Castellani
Produttore Giuseppe Amato
Interpreti e personaggi
Doppiatori originali

La cena delle beffe, film italiano del 1942 con Amedeo Nazzari e Osvaldo Valenti, regia di Alessandro Blasetti.

Frasi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Rido perché un'altra donna ho scelto per amarla, assai più bella e più lusingatrice. Essa si chiama "Vendetta". Ah, io la saprei dipingere da quanto l'ho sognata e posseduta in sogno! La farei gaia, beffarda, sghignazzante, e in pieno riso mostrerebbe i denti canini e gli occhi lampeggianti, verdi. La toga elegantissima, strappata da una parte, mostrerebbe le cicatrici rosse della sua carne martoriata. E la sento parlare. Mi direbbe: "Chi ama me, tutte le donne ama. Chi tocca me, tutte le gioie tocca. Ma per avermi, se vuoi avermi, ridi. Ridi! Ridi!!" (Giannetto)
  • Bevo alla barba di chi non ha debiti. Bevo alla barba di tutti i capri, gli asini, e i santi soltanto in agonia. E chi non beve con me, peste lo colga! (Neri)
  • Crudeltà di medico, medicina santa. (Primo cerusico)
  • Sappi rompere a tempo l'anello della catena che potrebbe diventare mortale. (Tornaquinci)

Dialoghi[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

  • Ginevra: Ma non vedi che nemmeno lo guardo?
    Giannetto: Ma la donna che non guarda, segno è che vede in fondo.
  • Giannetto: Illuso chi vuol misurare alla sua donna la fantasia e la curiosità.
    Neri: Ma io non la misuro, la incateno!
    Giannetto: Incatena una nuvola se puoi.
    Ginevra: Oh, bello, è vero.
    Giannetto: Perché la donna ama vedendo gli altri amare, mangia i frutti dell'orto suo con gusto quando sente nell'orto accanto un ladro che li ruba.
  • Giannetto: Chissà, chissà chi resterà giù giù nel fondo.
    Neri: Giù giù nel fondo, c'era un pesce rosso che guardava, e pareva una fiamma sanguinosa.
    Giannetto: Neri, ho paura, di te come di me. Ti chieggo scusa, non finger più. Pace! Sia fatta pace!
    Neri: Le fiamme di sangue non si spengono nemmen con l'acqua, ci vuol fuoco vivo!

Citazioni su La cena delle beffe[modifica]

  • L'ultimo film di Blasetti La cena delle beffe si presta a considerazioni di vario genere. Prima di tutto sembra ormai assodato che Blasetti riesce meglio nei film in costume che in quelli in panni moderni. Si vede che la sua anima male si adatta alla squallida vita borghese. (Pietro Bianchi)
  • La cena delle beffe è stata pensata e preparata mentre si giravano le ultime scene della Corona di ferro: di giorno Blasetti aveva per le mani re Sedemondo con i suoi crudeli umori e di notte [...] la tragedia benelliana. [...] Dal simbolo poetico della Corona di ferro al dramma cupo e aspro della Cena, Blasetti ha saputo passare conservando, pur nella diversità stridente dei temi, il colore del suo inconfondibile cinematografo e la forza del suo stile. Trionfante sui palcoscenici di tutto il mondo, [...] solo sullo schermo il capolavoro benelliano avrebbe potuto trovare una così spietata evidenza. E l'ha trovata [grazie al] ritmo serrato e veloce della messa in scena, [alla] cornice sapiente di ombre e di luci e di chiaroscuri [e soprattutto] alla eccellente scelta degli interpreti. (Mino Doletti)
  • Tutto solido e tutto evidente, è questo tra i migliori film di Blasetti, e, naturalmente con toni assai diversi, da porsi accanto al Salvator Rosa. Il «soggetto» contenuto nel notissimo poema drammatico di Sem Benelli offriva certo una vicenda forte e rilevata, senza esitazioni, senza oscillazioni; e il ritmo cinematografico l'avrebbe poi ancora probabilmente rafforzata. Ma bisognava trovarlo, quel ritmo; e farne tutt'uno con battute, volti, costumi, luci, scorci, ambienti e fondali. Blasetti vi è pienamente riuscito e la sua opera di regista è qui inappuntabile: tanto che sovente non la si avverte, tanto fluido e convincente è il serrato procedere dei fatti e tanto caldo è il divampare delle passioni. (Mario Gromo)
  • Versione scattante, veloce, rispettosa del famoso dramma (1909) di Sem Benelli. Oh, il niveo seno nudo e il corpo velato di C. Calamai che fecero fremere mezza Italia e indussero il Centro Cattolico a bollarlo come intreccio di libidine, brutalità e libertinaggio! C'è da ammirare anche l'insinuante, volpino Giannetto di O. Valenti. (Il Morandini)

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