Muro di Berlino

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Muro di Berlino dal lato ovest, 1989

Citazioni sul Muro di Berlino.

Citazioni[modifica]

  • Ad essere onesti devo dire che mi dispiaceva che l'Urss stesse perdendo le sue posizioni in Europa. [...] Però capivo che una posizione costruita sulle divisioni e sui muri non poteva durare. (Vladimir Putin)
  • Attraverso la Bornholmerstraße le Trabis passavano il confine in direzione di Berlino ovest. Una donna in pelliccia versava spumante sui cofani delle macchine. Uomini corpulenti in divise della polizia popolare si abbracciavano e si scambiavano pacche sulle spalle. Si asciugavano lacrime dagli occhi ed erano cordiali come gli uomini della stazione degli autobus di Istanbul. Berlinesi dell'est entravano e uscivano dalla televisione attraverso il muro al Checkpoint Charlie, dirigendosi all'ovest verso il Kurfürstendamm. Gente felice e spensierata era al caffè Kranzler. Nel freddo della notte il loro respiro si condensava in vapore. Gente accalcata accanto al mro, sul muro; sul mio muro di graffiti... (Yadé Kara)
  • Cadde soprattutto perché il sistema che lo aveva alzato era contro la natura umana e non poteva prevalere. Stalin era stato il grande riformatore della natura umana, l'aveva riformata col sangue e col terrore, ma tutti quelli venuti dopo avevano solo rallentato la fine di quel sistema che era inevitabile. (Viktor Vladimirovič Erofeev)
  • Ci avevano raccontato che dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino e nel 1991 con l'ammainamento della bandiera rossa dal Cremlino, era giunta la "fine della storia", che il capitalismo aveva vinto e che era l'unica strada da percorrere. Abbiamo visto in questi 20 anni che non è così. (Marco Rizzo)
  • Ciò che distingueva le due Germanie è l'idea morale e giuridica dell'uomo: che a Ovest è padrone di se stesso, e quindi può andarsene dove vuole: ad Est è proprietà dello Stato che ne regola i movimenti. Per chi non ricorda questo, il Muro di Berlino era, oltre che barbaro, incomprensibile e irrazionale: mentre invece ha obbedito a una sua logica. Nel momento in cui il bunker si affloscia e sopravvive come mero ammasso di cemento ricordandoci un altro bunker, quello che fece da fossa di Hitler [...], il Muro va ricordato per ciò che è stato: non un'aberrazione del comunismo, ma una sua conseguente applicazione. E se crolla così, nel silenzio assordante di un giornale-radio, è perché è crollata, prima, l'ideologia che lo aveva eretto. (Indro Montanelli)
  • Ho sperato, dopo la caduta del muro di Berlino, di non vedere più muri. Lo dico perché sono stato più volte a Berlino prima del 1989 e ho visto il muro di Berlino e quello che c'era al di là del muro di Berlino, e quelle immagini ti restano per la vita. Ecco perché dico che ho sperato, dopo la caduta del muro di Berlino, di non vedere più muri né sofferenze. (Lorenzo Cesa)
  • Il 9 novembre [1989] «crolla» il Muro di Berlino. In verità si tratta dell'apertura anticipata del confine (originariamente prevista per il 10 novembre), causata da una maldestra risposta data in conferenza stampa dal membro del Politburo della Sed, Günther Schabowsky. Il giornalista dell’Ansa Riccardo Ehrman aveva chiesto notizie sulle modalità e – soprattutto – sui tempi dell’apertura. La risposta di Schabowsky fu «subito», radio e televisioni la ritrasmisero e masse di cittadini tedesco-orientali si precipitarono al confine per verificare di persona la veridicità della dichiarazione. La pressione divenne insostenibile e alla fine le guardie di confine aprirono i varchi quella notte stessa. Cadde così, in maniera grottesca – e senza alcuno spargimento di sangue – uno dei simboli della guerra fredda in Europa. (Vladimiro Giacché)
  • Il sistema capitalistico ha dato il peggio di sé da quando è caduto il muro di Berlino. (Mario Monti)
  • L'obbiettivo del muro: evitare che il popolo della Germania socialista potesse scappare nel mondo normale. Il muro fu costantemente perfezionato e rinforzato, trasformato da un normale muro in un sistema insormontabile di ostacoli, trappole, segnali elaborati, bunkers, torri di guardia, tetraedri anticarro e armi a sparo automatico che uccidevano i fuggitivi senza bisogno di intervento da parte delle guardie di confine. Ma più lavoro, ingenuità, denaro e acciaio i comunisti mettevano per migliorare il muro, più chiaro diventava un concetto: gli esseri umani possono essere mantenuti in una società comunista solo con ostruzioni impenetrabili, filo spinato, cani e sparandogli alle spalle. Il muro significava che il sistema che i comunisti avevano costruito non attraeva ma repelleva. (Viktor Suvorov)
  • La caduta del Muro ha riavvicinato molte persone. Ma ne ha divise molte altre. (Last Run)
  • La Germania dell'Est ha dichiarato oggi che il muro di Berlino è un pesce d'aprile. (Good Morning, Vietnam)
  • La potenza di un muro che spaccava il mondo in due, la sua realtà brusca, orribile e ipnotica, non andava sottovalutata. Era un insulto all'umanità e aveva un che di pornografico: dopo averlo visto, non riuscivi più a liberarti dell'odore. Alcuni membri della band ne furono profondamente turbati, e quando cambiammo città il sospiro di sollievo fu collettivo. (Bruce Springsteen, Born to Run)
  • Le pietre e i blocchi di cemento del Muro di Berlino sono stati da molto tempo distribuiti come souvenir. Ma noi non dovremmo dimenticare che la caduta del Muro di Berlino fu resa possibile grazie ad una scelta storica - scelta che è stata fatta anche dalla nostra gente, dal popolo della Russia - una scelta in favore di democrazia, libertà, apertura ed una sincera partnership con tutti i membri della grande famiglia europea. (Vladimir Putin)
  • Lui, il Muro era sempre lì; e ovviamente era tutto un dipingere e colorare con lo spray – Graffiti Gert era sempre in azione. Ogni volta c'era da scoprire qualcosa di nuovo: frasi geniali, disegni enormi, e tutto questo gratis. Ehi, quella sì che era cultura di strada. E adesso fracassavano tutto, distruggendo una grande opera d'arte. (Yadé Kara)
  • Prima del muro, Berlino indivisa era un'isola di libertà accessibile in un mare di tirannia. Era una infamia per i comunisti, poiché rappresentava una scelta. Prima che il muro venisse costruito nel 1961, oltre tre milioni di cittadini approfittarono di quella scelta e fuggirono dal dominio comunista: cinquecento persone al giorno per quindici anni. (Richard Nixon)
  • Nessuno ha intenzione di costruire un muro! (Walter Ulbricht)
  • Non riuscirò mai a spiegare il muro ai miei figli, perché non mi crederanno. (Patrick Chappatte)
  • [Sulla caduta del Muro] Qui crolla un mondo, cambia la storia... ha vinto Hitler... Si realizza il suo disegno, dopo mezzo secolo. (Alessandro Natta)
  • Se chiediamo a Washington, diranno che è caduto per merito di Reagan. Se a Mosca, per Gorbaciov. Se in Vaticano, per merito di Karol Wojtyla. Se a Berlino per merito di Kohl. Se a Varsavia, diranno che è stato per merito nostro. Per me ha cominciato a cadere a Danzica, quando la protesta degli operai di Solidarnosc sancì la fine del comunismo: erano dei proletari che protestavano contro la dittatura del proletariato. (Adam Michnik)
  • Se dovete sparare, fate in modo che la persona in questione non vada via ma rimanga con noi. (Erich Mielke)
  • Se sono stato informato correttamente quest'ordine diventa efficace immediatamente. (Günter Schabowski)
  • Signor Gorbaciov, se lei cerca la pace, se cerca prosperità per l'unione Sovietica e l'Europa dell'est, signor Gorbaciov venga a questa porta, apra questa porta e abbatta questo muro. (Ronald Reagan)
  • [Sulla caduta del Muro] Un brivido di futuro attraversò tutta l'Europa. (Antonio Scurati)

Peter Schneider[modifica]

  • Apprendo che a Berlino è stato aperto il Muro. È impossibile districare il groviglio di sentimenti provocato dalla notizia. Innanzi tutto e con maggior evidenza: non ci credo, non è possibile, non così presto e non così semplicemente! È inconcepibile che quel mostro di cemento armato, che ha condizionato per ventotto anni la storia tedesca ed europea, anzi la storia mondiale, sia stato cancellato con un colpo di penna (ma c'è poi stato un colpo di penna?) da un paio di parole pronunciate durante una conferenza stampa!
  • La lotta per l'esistenza si palesa soprattutto lì dove non c'è altra via di scampo e dove la povertà s'incontra con la miseria: negli uffici degli alloggi pubblici e dell'assistenza sociale, nei quartieri dove il riscaldamento si provvede ancora con il carbone e dove il gabinetto sta nell'ammezzato. È in questi luoghi che si dichiara ad alta voce quello che del Muro non piace a quanti non si possono permettere la recente euforia: che non sia rimasto intatto.
  • La vita senza il Muro pone soprattutto questa domanda: riusciremo a vivere senza un nemico?

Eduard Shevardnadze[modifica]

  • Il muro di Berlino sembrava sfidare i secoli. Le alleanze politico-militari proteggevano saldamente i confini della contrapposizione. I varchi alle frontiere tra Est e Ovest si socchiudevano appena. La divisione era a tal punto una realtà del paesaggio europeo, che senza di essa la vita appariva inconcepibile. Essa ormai condizionava la coscienza di milioni di persone, e la stessa politica, cui compete di guardare avanti, veniva pianificata sulla base di questa incrollabile realtà, fondata sul dogma dell'impossibilità di qualsivoglia cambiamento radicale.
  • Mi esasperano i gemiti per la demolizione del muro di Berlino e l'unificazione della Germania. È impressionante la cecità di menti e spiriti che volgono le spalle alle vere cause della divisione e del suo superamento. Il muro di Berlino non venne infatti costruito come barriera davanti al nemico, ma come impedimento a cittadini che non intendevano vivere sotto le leggi imposte loro. E chi tentava di superare lo sbarramento, veniva ucciso. Cosa hanno qui da obiettare gli accusatori della perestrojka, che vedono in essa «un tradimento dei valori classisti»? Suppongo che metteranno in circolazione un argomento fortissimo: l'unificazione tedesca ha comportato disagi sociali per gli ex cittadini della Ddr. Nelle cronache delle dimostrazioni e dei meeting di protesta affiora chiaramente una nota compiaciuta: «Guardate un po' a cosa ha portato la vostra politica!». Come se non ci fossero state le migliaia di fughe oltre il muro, e le centinaia di corpi rimasti impagliati mentre tentavano di attraversare il confine tra le due Germanie. Avrebbero dovuto essere contenti di restare nella prigione, piuttosto che cercare la felicità in una patria loro negata?
  • Oltre al muro di Berlino, c'è il muro che taglia in due la Corea.

Voci correlate[modifica]

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