Pauline Kael

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Pauline Kael, 1968

Pauline Kael (1919 – 2001), critica cinematografica statunitense.

Citazioni di Pauline Kael[modifica]

  • [Su Il lamento sul sentiero] Bello, a volte divertente, e pieno d'amore.[1]
  • [Su Gene Wilder] Da isterico qual è, è più divertente di Peter Sellers. Per Sellers l'isteria è solo un'arma in più nel suo arsenale comico — la sua isteria si prende gioco dell'isteria — ma l'isteria di Wilder sembra perfettamente naturale.
As a hysteric, he's funnier even than Peter Sellers. For Sellers, hysteria is just one more weapon in his comic arsenal — his hysterya mocks hysteria — but Wilder's hysteria seems perfectly natural.[2]
Irresponsibility is part of the pleasure of all art; it is the part the schools cannot recognize.[6]
  • Nelle arti, i critici sono le uniche fonti d'informazione indipendenti. Il resto è pubblicità.
In the arts, the critic is the only independent source of information. The rest is advertising.[7]
  • [su Frankenstein Junior] Non è una commedia da dialogo; è più viscerale e bassa. È ciò che viene chiamata una commedia pazza, ed era da anni che non c'era questo tipo di pazzia sullo schermo. È un film da vedere quando il proprio ritmo è rallentato e si è troppo stanchi per pensare.
It isn't a dialogue comedy; it's visceral and lower. It's what used to be called a crazy comedy, and there hasn't been this kind of craziness on the screen in years. It's a film to go to when your rhythm is slowed down and you're too tired to think.[2]
  • Quando ripulisci i film per renderli rispettabili, li uccidi.[6][8]
  • Quando vedo quelle pubblicità che dicono «Un film che vorrete vedere due volte!», capisco subito che è quel genere di film che non voglio vedere nemmeno una volta.[9]
  • [Su Amanti perduti] Un poema sulla natura e la varietà dell'amore: sacro e profano, altruista e possessivo.[10]
  • [Su Settimo velo] Una ricca, portentosa mistura di Beethoven, Chopin, Kitsch e Freud.[11]
  • [Su Zero in condotta] Uno dei film più poetici mai realizzati e uno dei più influenti.[12]

Note[modifica]

  1. Da The New Yorker. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 133. ISBN 9788858025864
  2. a b Da A magnetic blur, The New Yorker, 30 dicembre 1974, p. 58.
  3. Da 5001 nights at the movies, 1982. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 148. ISBN 9788858025864
  4. Citato in L'adolescenza e la rabbia, ilcinemaritrovato.it.
  5. Da 5001 nights at the movies, 1982. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 213. ISBN 9788858025864
  6. a b Da Going Steady, "Trash, Art and the Movies", Marion Boyars, 1969, ISBN 0-714-52976-1.
  7. Da Newsweek, 24 dicembre 1973.
  8. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 15. ISBN 9788858025864
  9. Citato in Portala al cinema, p. 70
  10. Da 5001 Nights at the Movies, 1982. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 80. ISBN 9788858025864
  11. 1968; citato in Laura, Luisa e Morando Morandini, il Morandini: dizionario dei film 2001, Zanichelli, Bologna, 2000, p. 1210. ISBN 88-08-03105-5
  12. Da 5001 Nights at the Movies. Citato in AA.VV., Il libro dei film, traduzione di Sonia Sferzi, Gribaudo, 2020, p. 50. ISBN 9788858025864

Bibliografia[modifica]

  • Portala al cinema (The Moviegoer's Companion, Think Publishing, Londra, 2004), a cura di Rhiannon Guy, traduzione di Luigi Giacone, Einaudi, Torino, 2006. ISBN 8806183044

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