Étienne Cabet
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Étienne Cabet (1788 – 1856), politico francese.
Citazioni su Étienne Cabet
[modifica]- L'Icaria non rimane un romanzo[1], una creazione fantastica, una terra di favole. Cabet esorta i propri seguaci: «Fondiamo l'Icaria in America!». Nel Texas e nell'Illinois sorgono delle colonie. Ma tutto vien fatto in modo precipitoso, avventato, con troppa immaturità e troppe lacune. Ne consegue un fallimento dopo l'altro. Si giunge a dissensi, fratture, scontri. Cabet cerca di salvare la propria realizzazione con intrighi, processi, dittatura. A questo punto il comune di Icaria lo espelle. È la sua fine. (Otto Rühle)
- Nato bottaio, avviato maestro, riuscito giurista – e adesso slanciato nel gran mondo parigino – egli è anzitutto settario, carbonaro, anzi uno dei capi di questa Società segreta, e accoglie con disdegno la Ristorazione borbonica: egli si associa ai nemici della medesima d'ogni colore, fossero pure napoleonisti. (Giovanni De Castro)
- Nella Città ideale di Cabet l'adulterio e il concubinaggio sono sconosciuti, dato che in essa non ci sono che ragazze caste, giovani rispettosi, sposi fedeli e rispettati. Gli ospedali hanno sede in magnifici palazzi, mentre i malati giacciono in letti flessibili e muovibili in tutte le direzioni. Però, per ragioni di prudenza, i libri pericolosi sono stati bruciati o riscritti, e una severa censura viene applicata alle opere recenti. Non esistono giornali o altri strumenti di critica organizzata, eccettuato il diritto di presentare proposte alle assemblee popolari. (Luigi Fenizi)
- Spiritualmente molto distante da Saint-Simon e Fourier, ma superiore ad entrambi quanto a popolarità, è Etienne Cabet che, in Francia, nell'ambito di quel mondo piccolo-borghese ed operaio vagheggiante idee socialiste, diviene il vero e proprio rappresentante dell'utopismo. (Otto Rühle)
Note
[modifica]- ↑ Cabet aveva pubblicato nel 1842 Voyage en Icarie, utopia comunista d'una città ideale.
Voci correlate
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