Aline Kominsky-Crumb

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Aline Kominsky-Crumb nel 2012

Aline Kominski-Crumb, nata Aline Goldsmith (1948 – 2022), fumettista statunitense.

«Io, Adamo, Eva e Charlie»

Intervista di Luca Valtorta, repubblica.it, 30 gennaio 2015.

  • Ho conosciuto Robert [Crumb] a una festa a San Francisco. E che festa! Era il 1971. Lui aveva 28 anni e io 23. Stiamo insieme da 43 anni. È assurdo, no? Tra l'altro a mia madre lui all'inizio non piaceva per niente, gli sembrava una specie di pazzo spaventoso. Mio padre è morto quando io ero piccola e lei per me aveva in mente altro: aveva individuato un paio di ex-compagni di scuola anche loro ebrei, uno che faceva il medico e l'altro il dentista. Era strano, lei era stata una hippie eppure per me voleva un uomo "regolare", di bella presenza, che portasse a casa uno stipendio sicuro.
  • Gli anni 70 furono diversi rispetto all'innocenza dei 60: un movimento cinico e attento allo stile, privo di sostanza. Tutti questi borghesi perbene con i capelli lunghi. Ricordo i miei genitori in California a metà degli anni 70: persino il mio patrigno aveva i capelli lunghi e uno di quei completi informali che andava allora, mia madre portava i capelli afro ma erano borghesi americani perbene e si vestivano così. Il vero movimento hippie era già finito.
  • Io sono a stata a delle feste in cui c'erano queste persone, ma non posso dire di averle conosciute. Ho incontrato Jim Morrison, Bob Dylan e tutta quella gente, ma non posso dire di averle realmente conosciute. Se eri lì in quel periodo li incrociavi.
  • A me non piaceva la roba psichedelica. All'inizio ero una maniaca dei Beatles. Li rincorrevo e mi sono scagliata su George Harrison nel 1964 e sono stata arrestata. [...] È successo al JFK, all'epoca si chiamava Idlewild Airport. Andai all'aeroporto, non c'era molta gente, così scavalcai la barriera e saltai addosso a George, il mio preferito. Ma lì finì la mia mania per i Beatles, perché invece di guardarmi con l'amore che mi aspettavo, mi guardò con orrore. E fu una delusione. Era la prima volta che ero diventata una vera fan, non lo ero mai stata prima. E non lo sono più stata dopo. Per quello non capisco la gente che vuole gli autografi, io non lo farei mai, perché quell'esperienza fu talmente umiliante.
  • [In riferimento a Genesi, la Bibbia a fumetti] Robert è molto preso dall'arte manuale del suo lavoro artigianale. E credo che ciò ponga molte sfide e che questo sia un aspetto interessante. Ci sono state così tante cose che ha dovuto imparare a disegnare, tipo ogni animale...
  • Il mio lavoro adesso è riconosciuto. Finalmente, quarant'anni dopo. Non abbiamo iniziato a far soldi con i fumetti fino agli anni 90. E principalmente vendendo i disegni originali, non vendendo le opere pubblicate. Per tutti gli anni 80 siamo rimasti a un livello economico piuttosto basso.

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