Vai al contenuto

Andrej Soldatov

Da Wikiquote, aforismi e citazioni in libertà.
Soldatov nel 2019

Andrej Alekseevič Soldatov (1975 – vivente), giornalista russo.

Citazioni di Andrej Soldatov

[modifica]

Citazioni in ordine temporale.

internazionale.it, 18 aprile 2020.

[Sulla pandemia di COVID-19 in Russia]

  • [...] è stata presentata una nuova app creata dal ministero dello sviluppo digitale [...] chiamata Gosuslugi, Stop coronavirus. Quando hanno cominciato a scaricarla, gli abitanti di Mosca hanno scoperto che l'app richiedeva all'utente un permesso speciale per ogni uscita di casa – per andare in farmacia, al supermercato e anche per portare a spasso il cane – smentendo la dichiarazione di Sobjanin secondo cui l'autorizzazione sarebbe stata necessaria solo per spostarsi in automobile.
  • [...] fonti ufficiali hanno accusato gli abitanti di Mosca di essere troppo stupidi per inviare un messaggino e ottenere un permesso digitale. Molte persone hanno provato a richiedere il permesso usando un codice QR sul sito del comune, ma la pagina si è bloccata diverse volte. Le autorità si sono giustificate parlando di un attacco DDoS da parte di hacker stranieri.
  • All'ingresso di quasi tutte le stazioni della metropolitana si sono formate lunghe code. E così i moscoviti si sono ritrovati ammassati negli atri e nei sottopassaggi, in paziente attesa che gli agenti di polizia posizionati agli ingressi esaminassero i loro documenti. A differenza di quello che è successo in Cina, la polizia russa non ha in dotazione scanner elettronici, dunque ha dovuto controllare ogni permesso manualmente, in alcuni casi contattando qualche ufficio imprecisato. Nel frattempo le attese si prolungavano.
    Se il virus fosse un'entità senziente, non avrebbe potuto immaginare un posto migliore di un corridoio sotterraneo per diffondersi e infettare una massa di persone stipate una accanto all'altra.
  • [Sul disastro di Černobyl'] Quella vicenda evidenziò la palese incompetenza, la stupidità criminale e la totale incapacità del regime sovietico di prendere decisioni tempestive. Anche i cittadini che si interessavano poco alla politica rimasero sorpresi dalla scelta di organizzare la parata nonostante la catastrofe. L'episodio distrusse ciò che restava della fiducia nel Partito comunista e minò la credibilità del leader sovietico Michail Gorbačëv.
    Almeno Gorbačëv e le autorità di Kiev non avevano dovuto affrontare la reazione delle persone sui social network.
  • Questa deprimente previsione di una progressiva sottomissione al controllo governativo avrebbe potuto avverarsi nella Mosca del 2020. Ma la clamorosa incompetenza e la tradizionale arroganza burocratica delle autorità hanno cancellato questa possibilità.

internazionale.it, 21 agosto 2020.

  • Il programma di Navalnyj lo presenta come un politico con inclinazioni socialiste, che promette aumenti salariali e delle pensioni minime, oltre pesanti tasse per gli oligarchi che hanno approfittato della privatizzazione a prezzi stracciati delle fabbriche sovietiche negli anni novanta. Ma il cuore del suo programma rimane la lotta alla corruzione dei funzionari governativi, insieme all'allontanamento di quanti hanno rubato dalle casse pubbliche o violato diritti umani in Russia.
  • Il Cremlino ha provato in vari modi a neutralizzare Navalnyj, che ha trascorso parecchi mesi in prigione con diverse accuse, e un anno agli arresti domiciliari. Ha quasi perso un occhio quando è stato aggredito in strada da alcuni individui che gli hanno spruzzato una sostanza tossica in faccia. Il suo appartamento è stato oggetto d'irruzione innumerevoli volte. È stato pedinato da agenti dei servizi di sicurezza e da sostenitori del Cremlino, il suo account di posta elettronica è stato violato e il suo contenuto rivelato ai mezzi d'informazione filogovernativi, con le foto e filmati privati diffusi in rete. Anche la sua famiglia è stata attaccata: suo fratello Oleg ha trascorso tre anni e mezzo in prigione prima di trasferirsi in Germania. La Fondazione anticorruzione è da anni oggetto costante d'irruzioni, multe, denunce giudiziarie e appena un mese fa, il 20 luglio, Navalnyj ne ha annunciato la chiusura a causa dell'enorme mole di debiti provocata dalle decisioni dei tribunali. Poi è arrivato l'avvelenamento.
  • L'uso del veleno sta diventando ancora più devastante nel mondo contemporaneo, perché i suoi effetti circolano grazie ai mezzi d'informazione internazionali e i social network. È questo avvertimento, rivolto a un pubblico più ampio, il principale messaggio dell'avvelenamento di Navalnyj, che forse poteva anche non avere l'obiettivo di eliminare definitivamente l'oppositore dalla scena politica russa.

internazionale.it, 27 gennaio 2023.

  • Il Cremlino sta mettendo a punto una nuova strategia per affrontare un'emigrazione senza precedenti, con centinaia di migliaia di persone che hanno lasciato la Russia. In particolare Mosca non ha gradito le dichiarazioni di alcuni attori e comici famosi, che hanno approfittato dell'esilio per criticare la guerra. [...] Tra i provvedimenti proposti ci sono la confisca dei beni e il ritiro del passaporto. In questo modo gli esuli verrebbero sostanzialmente privati della cittadinanza russa, una misura usata in passato dalle autorità sovietiche contro dissidenti e scrittori come Aleksandr Solženitsyn.
  • Quello usato da Medvedev è un linguaggio chiarissimo a tutti i russi. Ha sostanzialmente chiesto l'invio di squadroni della morte per uccidere i russi che hanno lasciato il paese ma restano politicamente impegnati. Dall'inizio dell'invasione russa Medvedev ha lanciato messaggi sempre più estremi contro l'occidente, ma è la prima volta che un alto funzionario del Cremlino accenna alla possibilità di eliminare gli oppositori.
  • La strategia nei confronti dei russi fuggiti è ancora in fase di sviluppo, ma da quello che emerge sembra essere ispirata all'epoca di Stalin. Di sicuro Putin non parla più dell'emigrazione come di un processo di disintossicazione della società russa. Chi possiede capacità utili per lo sforzo bellico e in generale per la sopravvivenza della Russia sarà attirato con gratifiche e protezioni. Le persone in esilio che si sono opposte al Cremlino e alla sua guerra, invece, appartengono a una categoria speciale. A loro Mosca vuol far sentire il mirino puntato alle spalle.

internazionale.it, 23 febbraio 2024.

[Sulla morte di Aleksej Naval'nyj]

  • Con ogni probabilità, non sarebbe mai stato rilasciato con Putin al potere. Ma a quanto pare nemmeno questo bastava al Cremlino.
  • Per il presidente russo metterlo a tacere una volta per tutte aveva perfettamente senso, anche se i portavoce del Cremlino hanno cercato di negarlo. In fondo Navalnyj era un maestro nell'uso dei social ed era spesso riuscito a battere Putin al suo stesso gioco mediatico, denunciando gli abusi e i misfatti del regime e facendoli conoscere a milioni di persone attraverso YouTube e altre piattaforme online. In questo modo era riuscito a eludere gli sforzi del Cremlino per metterlo a tacere.
  • A differenza di tutte le figure dell'opposizione attive negli ultimi vent'anni, Navalnyj era stato in grado di costruirsi un seguito che andava ben oltre le élite urbane della Russia. Aveva raggiunto persone provenienti da ogni angolo del paese, dagli operai agli ingegneri informatici, dai liberali ai professionisti. Aveva sostenitori devoti tanto in patria quanto all'estero. Ed era riuscito a far appassionare alla politica anche i giovani, che altrimenti ne sarebbero rimasti del tutto esclusi.
  • Dagli anni novanta in poi i liberali russi sembravano condannati a trovare un pubblico pronto ad appoggiare le loro proposte democratiche esclusivamente nelle città più grandi, come Mosca e San Pietroburgo. Solo in quei contesti urbani c'erano persone con una mentalità aperta, interessate alla costruzione d'istituzioni liberali e di uno stato di diritto. Il resto del paese non capiva in cosa consistesse la democrazia. Come praticamente ogni autocrate russo, dagli zar a Stalin, Putin ha alimentato questa spaccatura. Nell'immagine promossa dal Cremlino, "la vera Russia", cioè il paese al di là delle grandi città, non capiva le libertà occidentali: per questi cittadini liberalismo significava anarchia, cosa che rendeva sempre troppo prematura la concessione di diritti politici di stampo occidentale. I liberali russi erano scollati dal loro stesso paese, diceva il regime. [...] Navalnyj è stata la prima figura dell'opposizione capace di demolire questa narrazione. Mettendo insieme la sua bravura con i social network, innate doti di comunicatore, un'acuta sensibilità per i problemi che i russi hanno più a cuore e la sua abilità di avvocato nel portare alla luce prove precise e circostanziate, Navalnyj ha saputo attaccare il regime di Putin in modi impensabili per i democratici più convenzionali.
  • Navalnyj non solo ha costruito un'organizzazione politica di opposizione su scala nazionale per la prima volta nella storia della Russia postsovietica, con un ampio seguito e in grado di parlare a strati diversi della società russa. Ha anche affascinato i giovani russi come il Cremlino non è mai riuscito a fare, rappresentando quindi una reale minaccia per la continuità del regime. E tutto ciò è stato ottenuto nonostante la repressione sempre più serrata.

Intervista di Rosalba Castelletti, repubblica.it, 26 marzo 2024.

[Sull'attentato al Crocus City Hall]

  • L'Fsb è un'agenzia molto abile nel reprimere, intimidire, uccidere o indagare su crimini già commessi. I quattro terroristi sono stati arrestati, ad esempio, in meno di 24 ore. Ma per prevenire un attacco, servono strumenti e capacità completamente diverse. Bisogna investire nella condivisione e nella raccolta di informazioni, ma anche nella fiducia. La fiducia tra diverse agenzie di intelligence, fiducia all'interno della stessa agenzia, fiducia tra agenzie russe e partner stranieri. E già prima del conflitto in Ucraina, questa fiducia era scarsa. Ora ancora di più.
  • La risposta dei servizi di emergenza è stata tutt'altro che competente. C'è stata una chiara mancanza di coordinamento e un evidente ritardo nella risposta il che ha provocato un fatto orribile: la maggior parte delle persone sono morte non perché uccisa dai terroristi, ma dall'incendio non domato. Lo abbiamo già visto tante volte in Russia. Significa che questi problemi continuano a non essere risolti
  • Se espandi a dismisura l'elenco delle organizzazioni terroristiche per includere la comunità Lgbt, dissidenti e attivisti, naturalmente sprechi risorse.
  • I servizi hanno sempre torturato i detenuti in passato, ma non lo hanno mai reso pubblico. A giudicare dal modo in cui hanno diffuso i filmati delle torture degli attentatori, sembra che un nuovo livello di brutalità sia la nuova norma. Non riguarda solo i terroristi. Potrebbe toccare a chiunque, perché le nuove norme tendono ad espandersi molto rapidamente ad altre categorie di nemici.
  • Putin evita di accusare direttamente l'Isis o l'Ucraina perché ha bisogno di avere un margine di manovra per i suoi giochi tattici. E per poter creare diverse narrazioni e lasciare spazio alla sua macchina di propaganda per sfruttare le opportunità offerte da questo attacco.

Altri progetti

[modifica]